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Appian, il low-code vincente

Forte crescita anche in Italia per la società attiva nella trasformazione dei processi in azienda, con un focus particolare sullo sviluppo agile, anche allo scopo di avvicinare IT e business

Trasformazione Digitale

Ha poco più di vent’anni, essendo nata nel 1999, inizialmente nell’ambito del Business Process Management. Partendo da questo, Appian, che non ha sede nella Silicon Valley ma nell’area della capitale degli Stati Uniti, si è via via trasformata in un vero campione della trasformazione dei processi in azienda. Grazie anche alle soluzioni di sviluppo agile basate sul software low code, di cui Appian è stata uno dei principali alfieri, tanto che nel 2017 è stata la prima azienda attiva nell’ambito low code a quotarsi in Borsa.

Oggi la piattaforma che Appian propone anche in cloud, e che si evolve continuamente, arricchendosi via via di ulteriori elementi come per esempio quelli relativi al Process Mining o alla Robotic Process Automation, è dedicata non già alla digitalizzazione dei processi, che si dà per acquisita, ma soprattutto alla loro trasformazione, permettendo alle aziende di realizzare applicazioni che permettono di gestire processi business critical, grazie anche al low code che abilita al massimo quella modalità agile che avvicina sempre più l’IT e il business.

Sviluppo low code in primo piano

A ben guardare, “la tecnologia è oggi solo l’ultimo miglio dei progetti di digital transformation, che presuppongono una strategia e un modello organizzativo”, spiega Silvia Speranza, Regional VP Italia Centro-Sud di Appian, sottolineando che “la nostra piattaforma si caratterizza per introdursi all’interno delle aziende, anche molto complesse, in maniera non invasiva, proprio perché si colloca all’interno di un panorama applicativo già consolidato, senza però andare a stravolgerlo, perché consente di integrare dati già presenti all’interno dell’azienda, lasciando l’ownership del dato ai sistemi core dell’azienda, come ERP e CRM o altro”.


Silvia Speranza di Appian

Elemento chiave della piattaforma è comunque lo sviluppo low code, che permette di realizzare applicazioni circa dieci volte più rapidamente rispetto allo sviluppo tradizionale, tanto che “le stime dei principali analisti indicano che entro il 2024 il 75% delle applicazioni verrà sviluppato proprio in modalità low-code”, prosegue Silvia Speranza.

Crescere di 6 volte

Non stupiscono quindi i risultati più che brillanti della società, che a livello worldwide ha chiuso un secondo trimestre 2022 in crescita del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 110 milioni di dollari di fatturato, con una forte componente, pari al 70%, derivante dagli abbonamenti, equamente distribuiti in cloud e on premise, mentre il restante 30% deriva dai servizi professionali, in crescita del 28%.

L’andamento positivo riguarda anche l’Italia, nella quale Appian è entrata formalmente nel 2015 con l’acquisizione del partner locale Easynex: da allora, sottolinea Salvatore Calvanese, Regional Vice President Sales del Nord Italia di Appian, “il team italiano è cresciuto di quasi 6 volte, ovvero del 580%, e oggi siamo molto presenti nelle grandi imprese, in settori come Energy & Utility, Automotive, Finance e Pubblica Amministrazione, anche se ci stiamo sempre più aprendo verso le medie aziende”.


Salvatore Calvanese di Appian

A quest’ultimo riguardo, Appian sta incrementando le attività di promozione del ruolo del low-code: per esempio, nel prossimo mese di novembre la società prenderà parte alla Milano Digital Week, dove parlerà del ruolo del low-code insieme al Comune di Milano, cliente dell’azienda. Più in generale, già quest’anno e per il prossimo anno Appian Italia intende concentrare l’attenzione sui servizi finanziari e assicurativi, sull'Education, sul settore pubblico e sul settore manifatturiero.

Canale in pole position

Di rilievo, nella strategia di mercato di Appian è anche il ruolo del canale, con i grandi system integrator in primo piano. “Da una parte abbiamo accordi con i big five della consulenza globale, ma siamo interessati anche a partnership regionali europee”, sottolinea Fabio Scottoni, Senior Director Alliances Italy di Appian, spiegando che "in Italia l'ecosistema locale è formato da 22 partner commerciali realmente attivi, che possono contare su una practice locale o globale su Appian, per supportare il crescente numero di progetti che ha visto un aumento del 300% su base annua”.

Per fare un esempio, Accenture ha sviluppato in Italia due soluzioni chiave per il settore pubblico, per supportare le organizzazioni pubbliche a gestire meglio i fondi e le attività legate alla spesa dei fondi erogati dall'UE. Una soluzione prevede la gestione, il monitoraggio, la rendicontazione e le attività di controllo delle spese della Next Generation EU e dei fondi europei. Una seconda soluzione riguarda la gestione della comunicazione tra Autorità centrale e Regioni e le attività quotidiane relative alla contabilità patrimoniale.


Fabio Scottoni di Appian

Infine, nell’ambito dell’iniziativa #lowcode4all, Atos Italia ha lanciato la prima Hyperautomation academy a Bari, un percorso di reclutamento e formazione dedicato a partecipanti con esperienza che vengono assunti da Atos fin dal primo giorno, mentre trascorrono le prime quattro settimane in un percorso di formazione finalizzato a qualificare consulenti in grado di guidare i clienti nell'automazione di progetti di alto valore integrando soluzioni di automazione, robotica e intelligenza artificiale.

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