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Lenovo si prepara a un futuro di AI

L'interesse del mercato per l'AI promette investimenti tecnologici ad ampio spettro, a cui Lenovo si prepara con una strategia AI estesa

Trasformazione Digitale

Ci sono pochi dubbi sul fatto che l'Intelligenza Artificiale sia tornata ad essere uno dei temi tecnologici più caldi del mercato IT, grazie all'enorme interesse delle aziende per l'AI generativa. Il nuovo e atteso boom dell'AI aiuterà peraltro tutto il mercato IT, perché non si può "fare" Intelligenza Artificiale, in qualsiasi sua forma, senza investire in uno stack tecnologico esteso, che va dall'hardware in su, sino alle piattaforme di AI in senso stretto.

Anche un nome che gioca nell'IT decisamente a tutto campo come Lenovo ha collegato i segnali di ripresa dei risultati finanziari del trimestre più recente - il secondo dell'anno fiscale 2023-24 - a quanto di buono è stato fatto e presentato sinora in campo AI. In particolare alla visione "AI for All" che è stata, tra l'altro, dettagliata di recente all'evento Lenovo Tech World di Austin.

"Come concetto in sé l'AI non è certamente nuova - ricorda in questo senso Emanuele Baldi, Territory Manager, Italy di Lenovo - ma lo sono la disponibilità di grandi potenze di calcolo e lo sviluppo di soluzioni verticali sempre più efficaci basate appunto sull'Intelligenza Artificiale". Oggi quindi l'AI può veramente essere "for all", come indica Lenovo stessa, e non più solo patrimonio di imprese particolarmente "visionarie".Emanuele Baldi, Territory Manager, Italy di Lenovo

"Tutto è ancora molto in divenire - spiega Baldi - ma siamo comunque davanti a un cambiamento epocale: oggi le aziende non possono non pensare di valutare l'uso dell'AI nei loro processi. E infatti stimiamo che il 6% delle imprese italiane stia già facendo qualcosa in campo AI". Una percentuale ancora bassa, che rappresenta un ampio margine di crescita: più le aziende punteranno verso l'AI, più saranno necessari investimenti in tecnologie abilitanti.

L'AI distribuita

Queste tecnologie non sono solo algoritmi e Large Language Model. Servono anche "ferro" e infrastruttura per supportare le piattaforme e le applicazioni AI-based. E serve anche una strategia e una visione tecnologica che traguardino uno sviluppo in cui l'AI è potenzialmente di casa ovunque, dal data center sino alla periferia della rete. Nella stessa evoluzione - fatte le debite distinzioni - che ha interessato gli ambienti cloud.

"Il tema chiave oggi è la 'diaspora' dell'infrastruttura, che una volta poteva anche essere limitata alle quattro mura del data center ma che ora si distribuisce ovunque", spiega Alessandro de Bartolo, Country General Manager, Infrastructure Solution Group, Italy di Lenovo. È ovvio che l'AI segua i dati là dove vengono generati, perché sono i dati che la alimentano, e questo richiede vendor che sappiano diversificare di conseguenza la loro offerta.

Il modello "ibrido" dell'AI previsto da Lenovo si sposa con questa tendenza architetturale, perché prevede l'esecuzione delle funzioni di AI lungo tutto il continuum ideale che va dal centro alla periferia della rete - Lenovo parla di approccio, e di portafoglio prodotti, pocket-to-cloud - supportando tra l'altro modelli privati, pubblici e customizzati, perché la privacy delle informazioni date in pasto all'AI sarà un tema chiave del prossimo futuro.

In questo scenario Lenovo può giocare ovviamente la carta di essere storicamente uno dei principali vendor tecnologici infrastrutturali e, in tempi di AI, non guasta affatto che la sua divisione ISG (Infrastructure Solutions Group) abbia una forte e positiva esperienza in campo HPC. Un ruolo sempre più importante viene però giocato anche dalla parte servizi, quindi dalla divisione SSG (Solutions and Services Group).Alessandro de Bartolo, Country General Manager, Infrastructure Solution Group, Italy di Lenovo

"La parte ISG può fornire tutti i 'building block' infrastrutturali che servono, la componente SSG porta invece in particolare le competenze progettuali e i servizi di implementazione che sono sempre necessari per i progetti AI. I quali rischiano spesso di essere complessi, specie nella fase di integrazione", spiega de Bartolo. Non a caso, l'offerta del Solutions and Services Group evolve progressivamente verso la parte a valore di progettazione.

L'AI "ibrida" di Lenovo richiede anche una marcata apertura verso le terze parti, cosa che tra l'altro si sta concretizzando attraverso un programma di certificazione rivolto alle startup di settore. Che possono così entrare a far parte del Lenovo Cloud Marketplace, dando la garanzia alle aziende utenti che le loro soluzioni sono integrabili facilmente con le piattaforme Lenovo ThinkSystem e ThinkAgile. "Questo ci dà il vantaggio - spiega de Bartolo - di rivolgerci ai clienti di un particolare mercato, ad esempio il manufacturing, potendo presentare subito soluzioni di AI sviluppate per quello specifico settore".

Aspettando nuovi device

Le future architetture di AI distribuita dovrebbero rappresentare un nuovo impulso per il mercato dei device, PC in primis. Mercato che oggi viene per l'ennesima volta dato per debilitato oltremisura, dopo il rilancio del biennio della pandemia. Come quest'ultima, anche il boom dell'AI dovrebbe dimostrare che per certe cose il buon vecchio personal computer è ancora la soluzione più indicata. A patto che la sua concezione sia al passo con i tempi.

"Lo smart working 'da pandemia' prima e l'hybrid working poi - spiega Emanuele Baldi - non hanno semplicemente rilanciato le vendite dei PC. Hanno creato l'esigenza di un prodotto nuovo e diverso dalla concezione tradizionale, quantomeno per le caratteristiche di cybersecurity e protezione dei dati, oltre che di produttività e collaboration".

Lo stesso accadrà per una nuova generazione di device collegati all'AI, ossia in grado di eseguire localmente funzioni e modelli di Intelligenza Artificiale, in maniera mirata. "Non ci aspettiamo che per la spinta evolutiva dell'AI cambino i volumi della base installata - spiega Baldi - ma prevediamo un suo refresh più rapido, in cui molti utenti cercheranno per le loro macchine potenza e caratteristiche diverse da quelle attuali".

Certo non tutti gli utenti finali avranno bisogno dei nuovi "AI PC", e bisognerà anche vedere come i vari vendor declineranno ciascuno a suo modo questo concetto, ancora non precisamente definito. Ma "il mix di prodotto sarà più sbilanciato verso l'alto, perlomento in alcuni settori", prevede Baldi. Gli annunci delle Nvidia e Intel del caso hanno già dato qualche indicazione in questo senso, lasciando immaginare che nel prossimo futuro gli AI PC non saranno magari mainstream, ma nemmeno la piccola nicchia che alcuni pensano.

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