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Huawei, lo storage per l’era dell’AI

All’evento annuale IDI Forum di Monaco di Baviera sono andati in scena l’infrastruttura intelligente AI Data Lake con OceanStor e OceanProtect oltre all’esperienza di consolidamento storage di Engineering D.Hub

Tecnologie Tecnologie AI

Intelligenza artificiale generativa e storage. È stato il tema portante della quarta edizione dell’evento annuale IDI Forum di Huawei, tonato a svolgersi a Monaco di Baviera dopo che l’anno scorso aveva fatto tappa a Berlino. Una giornata molto densa, che ha riunito a fine aprile nella capitale bavarese un pubblico di esperti, clienti e partner sul tema “Data Awakening, Accelerating Intelligence with AI-Ready Data Infrastructure”.

Nel suo keynote di apertura del Forum, il cui acronimo sta per Innovative Data Infrastructure, Willi Song, President of European Enterprise Business di Huawei, ha evidenziato gli aspetti principali della presenza di Huawei in Europa, sottolineando che “nell’arco dei prossimi dieci anni, la trasformazione intelligente continuerà a rappresentare una grande opportunità per l’Europa, che vede anche la creazione di dati di alta qualità su larga scala, tramite laboratori dedicati ai dati e l’accelerazione dell’adozione dell’intelligenza artificiale, oltre allo sviluppo crescente di talenti nel campo dell’AI. Huawei continuerà a collaborare con i clienti e i partner europei per promuovere la trasformazione intelligente in tutti i settori, grazie anche ai nostri 29 centri di ricerca e sviluppo e ai 2 open lab in Europa. Inoltre, continueremo la nostra collaborazione con oltre 210 università europee per formare nuovi talenti nell’ambito ICT”.

Guardando avanti, ha proseguito Willi Song, “continueremo a promuovere la strategia all-flash e a utilizzare SSD avanzati i data center, con i nostri sistemi storage all-flash OceanStor Dorado che offre prestazioni eccezionali e affidabilità a tutta prova per le applicazioni mission-critical e con il nostro sistema di backup storage OceanProtect che utilizza algoritmi innovativi di riduzione dei dati per archiviare il 40% di dati in più nello stesso spazio”.


L’ora dell’AI Data Lake

A entrare nel vivo degli annunci ci ha pensato Peter Zhou, President of Data Storage Product Line di Huawei, che ha esordito sottolineando che “per essere pronti per l'intelligenza artificiale, dobbiamo prima di tutto essere pronti a saper utilizzare i dati. La continua evoluzione del processo di digitalizzazione del settore è anche un processo di trasformazione dei dati in termini di informazioni e conoscenza”. La risposta di Huawei a queste nuove esigenze è la soluzione AI Data Lake: integrando data storage, data management, resource management e la toolchain AI, la nuova soluzione offre un corpus AI di alta qualità e accelera l'addestramento e l'inferenza dei modelli, consentendo alle aziende di adottare al meglio l’AI.

Nel dettaglio, sono numerosi i prodotti e le tecnologie che fanno parte della soluzione AI Data Lake, a cominciare dalla gamma OceanStor A di storage per AI che offre performance di altissimo livello, passando per lo storage scale-out all-flash OceanStor Pacific, che vanta capacità di tutto rilievo, come sottolinea Peter Zhou nella sua presentazione: “OceanStor Pacific offre un'elevata densità, con due unità in grado di supportare quattro terabyte. Inoltre, per ciascun terabyte, il consumo energetico è di soli 0,25 watt, il più basso al mondo. Naturalmente, supporta dischi SSD di grandi dimensioni, insieme a una potente capacità di compressione e risparmio energetico”. Progettato per gestire con facilità dati su scala exabyte è particolarmente adatto per carichi di lavoro ad alta intensità di dati nei settori dell'istruzione, della ricerca scientifica, dell'imaging medico e dei media. Inoltre, il backup storage OceanProtect di Huawei offre prestazioni di backup 10 volte superiori rispetto alle altre opzioni mainstream e garantisce un'accuratezza di rilevamento degli attacchi ransomware del 99,99%.


Peter Zhou di Huawei in un momento del suo intervento

Novità anche nella piattaforma di gestione

A questi si aggiunge anche la piattaforma di gestione dati Huawei Data Management Engine, che integra varie funzionalità, a cominciare da Omni-Dataverse per aiutare a eliminare i silos di dati nei data center localizzati geograficamente e permette anche di recuperare dati da oltre 100 miliardi di file in pochi secondi, aiutando a elaborare i dati in modo efficiente e a sfruttarne pienamente il potenziale. Omni-Dataverse aiuta “a capire dove si trovano i dati e come utilizzarli, in particolare per garantire che tutti questi dati possano supportare la mobilità. Assicurarsi che i dati all’interno di un’organizzazione siano visibili, gestibili e disponibili è davvero importante come primo passo per costruire un database per l’intelligenza artificiale, anche perché quando l’AI entra in gioco nella costruzione di un database AI, la complessità aumenta ulteriormente”, fa notare Peter Zhou.

Tra virtualizzazione e copilot

Non solo: “come noto, lo scorso anno abbiamo introdotto il sistema di virtualizzazione DCS, che supporta molto bene la virtualizzazione della CPU”, aggiunge Peter Zhou, annunciando che “a partire da quest'anno, DCS continuerà a supportare la funzionalità di virtualizzazione anche per MTU e GPU. Se oggi, nella maggior parte dei cluster AI, le schede GPU vengono allocate una per una, senza mai suddividere le risorse all'interno di una singola scheda, con DCS noi invece offriamo la funzionalità di virtualizzazione per le GPU in mondo da sfruttare al meglio le risorse disponibili all’interno di una singola scheda”.

Non a caso, “raccomandiamo fortemente a tutte le organizzazioni di iniziare a considerare la funzionalità di virtualizzazione per GPU e MTU quando si avvia la costruzione di un database per l'intelligenza artificiale, anche perché questo permette di semplificare le attività di manutenzione e pianificazione”, sottolinea Peter Zhou, spiegando che “l’AI è anche stata integrata nel sistema di gestione dei dati, attraverso una funzionalità che chiamiamo Data Master. Si tratta a tutti gli effetti di una funzione di copilot per gli ingegneri: grazie a questo sistema di ottimizzazione, gli ingegneri possono regolare facilmente le operazioni di manutenzione e pianificazione, riducendo al minimo anche il rischio di errori”.

A quest’ultimo riguardo, rispondendo a una domanda di ImpresaCity, Peter Zhou ha evidenziato altri esempi di uso dell’Ai nello storage oltre al copilot per la manutenzione dell’infrastruttura: “per esempio, le funzionalità di rilevamento dei ransomware integrate nelle nostre soluzioni di data storage utilizzano la tecnologia AI per garantire una maggiore precisione, e un altro aspetto molto importante è rappresentato dagli algoritmi di compressione: abbiamo iniziato a integrare algoritmi AI anche per la compressione, rendendola più efficiente e adattabile ai diversi carichi di traffico. Questi sono solo alcuni esempi di come stiamo adottando l’intelligenza artificiale nel data storage, e questo a mio parere è solo l’inizio: personalmente, ho fiducia e grandi aspettative in questo ambito”.


Il caso Engineering D.Hub

Tra i partner europei intervenuti all’evento Huawei di Monaco, anche l’italiana Engineering: Ingrid Collu, Infrastructure Director di Engineering D.Hub, ha illustrato un importante consolidamento operato scegliendo lo storage Huawei per il gruppo tecnologico italiano, che ha ricordato essere un colosso “con 40.000 professionisti in 21 Paesi e un fatturato di 1,7 miliardi di euro, che offre servizi tecnologici in diversi settori, grazie anche a 11 piattaforme proprietarie”.

Nella sua posizione a capo dell’infrastruttura, Ingrid Collu ha constatato che “una trasformazione efficace nasce dall’incontro tra innovazione e affidabilità: l’infrastruttura moderna deve essere flessibile, ibrida e componibile, e soprattutto senza vincoli da parte dei vendor, oltre a dover essere automatizzata e intelligente in ogni livello, dalla gestione al monitoraggio”.

Non solo: “di fronte a sfide oggi sempre più presenti, come AI, edge computing, grandi quantità di dati non strutturati e servizi in tempo reale, è necessario fare affidamento a una nuova generazione di infrastrutture, più strategiche che tecniche, ed è anche per questo che abbiamo investito in tre data center di ultima generazione in Italia, resilienti e certificati per rispondere a requisiti specifici di ciascun settore”, ha proseguito Ingrid Collu, raccontando che per affrontare al meglio tutte le nuove sfide occorreva un partner che “condividesse la nostra visione di trasformazione e potesse supportare anche la nostra evoluzione, che ci ha portato a migrare da un approccio tradizionale verso un pool di storage unificato, basato sulla tecnologia OceanStor Dorado di Huawei”.

Un’infrastruttura data ready

I benefici non si sono fatti attendere, e si riassumono in maggiore scalabilità e affidabilità, con risparmi significativi, nell’ordine del 46% in meno sui costi totali di gestione. In particolare, Engineering D.Hub è passata da 14 a 4 sistemi di storage, da 3 a 1 fornitore, da 8 a 2 modelli di storage e da 54 a 24 rack unit, ottenendo un'efficienza energetica migliorata, con riduzione della CO2 del 54%.

Non solo: grazie agli strumenti di migrazione Huawei, Engineering è riuscita a ridurre il downtime a soli 5 minuti, evitando riavvii anche su server fisici. Ha inoltre realizzato un’architettura active-active tra i data center, con una disponibilità del 99,999%. Per il futuro, l’obiettivo di Engineering D.Hub è quello offrire ransomware protection “as a service”, grazie all’attivazione delle funzionalità OceanProtect con capacità di rilevamento fino al 99,99% grazie all’AI. Perché alla fine “l’intelligenza artificiale, come vediamo sempre più, non sta solo cambiando le applicazioni, ma sta trasformando anche le infrastrutture stesse e il modo in cui le concepiamo”, ha concluso Ingrid Collu.

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