Adesso possiamo parlare tranquillamente di bolla finanziaria per il mercato della “nuova” Intelligenza Artificiale. Non perché qualcosa sia concretamente cambiato in queste settimane, tecnologicamente o finanziariamente, ma solo perché Sundar Pichai - il CEO di Alphabet, la casa madre di Google – ha ammesso che c’è della “irrazionalità” nell’attuale boom dell’AI.
Lo ha fatto nel corso di una intervista esclusiva alla BBC, nella quale ha anche indicato che, se la bolla finanziaria scoppiasse, nessuna azienda sarebbe immune dalle conseguenze, nemmeno Google. Insomma, a ben vedere non c’è niente di nuovo sotto il sole. Però l’accoppiata “Pichai + BBC” è abbastanza ufficiale e autorevole da sdoganare per tutti l’idea che una bolla esiste e che il problema va affrontato. Oddio, non esageriamo: diciamo semplicemente che lo si può considerare anche in pubblico senza scatenare l’ipersensibilità dei guru de noantri di LinkedIn, quelli che ai tempi delle criptovalute aggiungevano “+ETH” al nome ed erano tutti diventati “crypto evangelist”.
E pensa: a sdoganare la bolla non era bastato nemmeno Sam Altman, quello che la bolla l’ha fatta nascere, quando già lo scorso agosto aveva dichiarato che nel delirio della GenAI qualcuno perderà “una quantità fenomenale di denaro”. Più chiaro di così non si potrebbe, però pare che ad Altman si voglia credere più quando vende il futuro radioso di OpenAI che quando parla più seriamente, quindi niente. Gattopardescamente, però, questa nuova predisposizione al realismo finanziario dei leader dell’IT cam...