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Buone cifre per il mercato italiano dell'IoT

La maggiore consapevolezza tecnologica delle imprese italiane spinge il mercato IoT, che tra prodotti e servizi arriva a un valore di 8,3 miliardi di euro

Trasformazione Digitale

La frenata del periodo pandemico la possiamo archiviare: è forse il segnale più importante che viene dall'analisi che l'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha fatto del mercato italiano dell'IoT nel 2022. Mercato che cresce in valore, toccando gli 8,3 miliardi di euro (+13% rispetto al 2021).

Sarebbe potuta andare anche meglio, perché "la carenza di semiconduttori e materie prime, insieme all’instabilità economica e politica con la guerra in Ucraina hanno parzialmente frenato lo sviluppo" del mercato, secondo Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT. Ma la buona domanda dei settori Smart Agriculture, Smart Building e Smart Factory, agevolata dagli incentivi, ha sostenuto il settore.

Una constatazione particolarmente positiva viene dal campo Industrial IoT, dove si vede che oggi l'appeal dell'Internet of Things è sentito tanto dalle grandi imprese quanto dalle PMI. Il 98% delle grandi imprese e l'87% delle PMI conosce le soluzioni IIoT. Ma, soprattutto, il 77% delle grandi aziende e il 58% delle PMI ha deciso di avviare almeno un progetto.

C'è quindi una confortante riduzione del gap tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza e diffusione dei progetti di Industrial IoT. Grazie in particolare alla spinta del Piano Transizione 4.0.

Non che tutto vada bene. Anzi, spicca la constatazione che le aziende si mettono in grado di raccogliere e monitorare informazioni dal campo ma poi, spesso, non sanno bene cosa farsene. Il 48% delle grandi aziende e il 70% delle PMI utilizza poco o per nulla i dati raccolti da dispositivi e macchinari connessi. Spesso per la mancanza delle giuste competenze, un freno all'analisi dei dati ma anche ai progetti IIoT in sé.

La struttura del mercato

Il mercato IoT italiano si è ormai articolato in molti sottoambiti. In ordine decrescente di giro d'affari nel 2022 troviamo Smart Car (1,4 miliardi di euro), mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management: 1,37 miliardi), Smart Building (1,3 miliardi), Smart City (830 milioni), Smart Factory (780 milioni), Smart Home (770 milioni), Smart Logistics (715 milioni), Smart Agriculture (540 milioni).

Tra le dinamiche principali sei vari sottoambiti va segnalato che il mercato utility è quasi in saturazione: lo smart metering ha già raggiunto la quasi totalità (84%) dei contatori gas domestici e la maggioranza (64%) dei contatori elettrici. Gli ambiti che stanno crescendo di sono Smart Agriculture (+32% anno su anno), Smart Factory (+22%) e Smart Building (+19%).

La crescita del mercato IoT porta ovviamente una crescita nel numero degli oggetti connessi attivi: nel 2022 erano circa 124 milioni. Il grande assente di questa crescita è ancora il favoleggiato 5G. Le connessioni cellulari in generale restano la minoranza del parco connesso (31%), mentre le tecnologie di comunicazione non cellulari sono la maggioranza.

In valore di mercato c'è più equilibrio: 45% per le soluzioni cellulari e 55% per le altre. Ma anche qui il tasso di crescita anno su anno (+15% contro +11%) premia le connessioni non cellulari, in particolare le reti LPWA (Low Power Wide Area).

Per un mercato che è cresciuto anche grazie agli incentivi economici all'innovazione, il PNRR è evidentemente una preziosa opportunità di crescita. Una spinta importante dovrebbe venire, nel prossimo futuro, dai fondi che sono stati stanziati per affrontare in particolare l'evoluzione delle infrastrutture energetiche. Qui l'IoT può giocare un ruolo chiave e mettere a frutto fondi che assommano a quasi 7 miliardi.

Da "mettere a terra" ci sono anche qualcosa come altri 25 miliardi di euro stanziati per l’innovazione in tre altri campi specifici: 14 miliardi per i sistemi produttivi in stile Smart Factory, 7 per la transizione digitale delle città, 4 per nuove forme "smart" di assistenza domiciliare.

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