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La fotografia del mercato IoT in Italia

Bene ma non benissimo: c'è uno sviluppo ma bisogna accelerare, secondo l'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Industria 4.0
Circa 93 milioni di oggetti connessi per un giro d'affari, tra prodotti e servizi, che arriva a sei miliardi di euro: è il ritratto del settore Internet of Things in Italia a fine 2020 che fa l'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Un mercato che ha subìto una particolare battuta d'arresto (-3% in valore tra 2020 e 2019) dopo anni di crescita a doppia cifra. Una brutta notizia che comunque accomuna tutti i principali mercati IoT delle nazioni occidentali.

In ordine di giro d'affari, il podio del mercato IoT nazionale è costituito da tre casi d'uso.
Smart Metering & Smart Asset Management nelle Utility, con un valore di 1,5 miliardi (-13% anno su anno). Nel 2020 sono stati installati altri 2,7 milioni di contatori gas connessi presso utenze domestiche, portando la diffusione al 69% del parco complessivo. E ben 4,8 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione, raggiungendo il 50% del totale dei contatori elettrici.
Smart Car, con un fatturato di 1,18 miliardi di euro (-2%) e 17,3 milioni di veicoli connessi (il 45% del parco circolante in Italia)
Smart Building: vale 685 milioni di euro (+2%) ed è legato prevalentemente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici

Subito dietro troviamo altri casi d'uso, meno "redditizi".
Smart Logistics (610 milioni di euro, +4%), con soluzioni usate per la gestione delle flotte aziendali e di antifurti satellitari e ben 1,9 milioni di mezzi per il trasporto merci connessi tramite SIM
Smart City (560 milioni di euro, +8%), che vede un aumento del numero dei progetti avviati dai Comuni e i primi esempi di successo di collaborazioni fra pubblico e privato.
Smart Home: 505 milioni di euro, in flessione (-5%)
Soluzioni smart per la fabbrica: 385 milioni di euro, +10% di crescita
Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility (265 milioni di euro, -20%), legato principalmente al monitoraggio di gambling machine utilizzate per il gioco d’azzardo (740.000), ascensori (580.000) e distributori automatici (130.000).
Smart Agricolture (140 milioni di euro, +17%), trainata da soluzioni per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole, macchinari connessi e robot per le attività in campo.
iot

L'IoT industriale

Secondo l'Osservatorio, il mercato IoT tiene e tornerà a crescere perché gli utenti percepiscono i vantaggi delle applicazioni smart e IoT. Le imprese, in particolare, riescono a ottimizzare i propri sistemi e processi. Questo sta favorendo in particolare la crescita dell’Industrial IoT in Italia, con una positiva riduzione del divario fra grandi aziende e PMI in termini di consapevolezza e propensione a innovare in ottica 4.0.

Le applicazioni più diffuse sono legate alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 66% dei casi), soprattutto per il controllo in tempo reale della produzione e dei consumi energetici, poi quelle di supporto alla logistica (Smart Logistics 27%), guidate dalla tracciabilità dei beni nel magazzino o lungo la filiera, e lo Smart Lifecycle (7%), con progetti per migliorare lo sviluppo di nuovi modelli e l’aggiornamento dei prodotti.

Certo l’emergenza pandemia ha portato le imprese a rivedere le proprie priorità in termini di avvio di progetti e di investimenti. Nel 2020 solo il 15% delle PMI e il 12% delle grandi aziende ha considerato prioritario attivare iniziative di I-IoT. Il 22% delle grandi imprese ha aumentato il budget dedicato ai progetti IoT per l’Industria 4.0 (il 14% lo ha ridotto), contro solo l’11% delle PMI (il 12% lo ha diminuito).
iot infrastrtuttura 1Va poi notato che il mercato Industria IoT si sta progressivamente spostando dalla vendita del solo hardware alla vendita di servizi aggiuntivi. Spiccano i servizi di tipo informativo (84%, come le notifiche push in caso di evento avverso), e quelli per l’energy management (45%). La possibilità di attivare questi servizi passa dalla capacità di analizzare, gestire e valorizzare i dati raccolti da impianti e macchinari connessi, che però è ancora scarsa sia nelle grandi aziende (solo il 38% usa i dati) sia nelle PMI (39%), a causa di scarse competenze e risorse finanziarie e della difficoltà di integrazione tecnologica.

Tra Smart City e reti IoT

I disagi dei lockdown hanno mostrato che le città sono "organismi" che dovrebbero funzionare meglio, una constatazione che in teoria dà linfa al concetto delle Smart City. Ed è vero che c'è un interesse crescente sul tema: secondo l'Osservatorio, nel 2020 l’89% dei Comuni italiani con più di 15mila abitanti lo vede come rilevante e per il 47% l’emergenza lo ha reso ancora più prioritario. Ma c'è una generale incertezza: non si accelera come si potrebbe e il 46% dei progetti censiti nel triennio 2018-2020 è ancora in fase pilota. Il problema di fondo? Principalmente la mancanza di competenze e di risorse finanziarie. Altri ostacoli sono legati alla burocrazia, alle resistenze interne e alla difficoltà di coordinamento fra Comuni ed altri attori.

Dall'osservatorio del Politecnico di Milano arriva poi un segnale chiaro: va bene che si parli tanto di 5G, ma per ora le reti per l'IoT si fanno con altro. Metà del mercato in valore è legato alla connettività cellulare tradizionale, che conta circa 34 milioni di connessioni. Il resto è legato ad altre tecnologie e conta 59 milioni di connessioni. Tra le tecnologie "altre" spicca la crescita delle reti Low Power Wide Area (LPWA), in primis SigFox e LoRaWAN, che hanno raggiunto il milione di connessioni.

E il tanto atteso 5G? C'è da aspettare perché si sono rallentati i lavori di definizione delle specifiche tecniche del 5G ad opera del 3rd Generation Partenership Project (3GPP), in particolare per quanto riguarda il supporto alle applicazioni safety critical e industriali. Occorrerà aspettare almeno un anno dal rilascio delle specifiche tecniche, inizialmente previste a giugno 2020 e ora posticipate al 2021, prima di assistere al lancio di prodotti commerciali.
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