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Industry 4.0: al manufacturing serve più resilienza cyber

In cinque punti, una riflessione su quali possono essere gli accorgimenti strategici per rendere il settore manifatturiero più resiliente ai crescenti attacchi informatici

Industria 4.0 L'opinione

Nell’era Industry 4.0, la digitalizzazione del settore manifatturiero sta evolvendo rapidamente grazie alla crescente e consapevole adozione di tecnologie avanzate per attività che spaziano dalla pianificazione strategica alle attività operative end-to-end. Tuttavia, implementare soluzioni innovative come l'Internet of Things (IoT) o l'automazione per aumentare produttività ed efficienza può portare al rischio di dover far fronte a un incremento degli attacchi informatici.

Secondo un recente rapporto del World Economic Forum, la maggiore velocità di connessione e la disponibilità di quantità di dati sempre più ampia nell'ecosistema manifatturiero ne ha amplificato la vulnerabilità. Per tre anni consecutivi il comparto manifatturiero è stato il principale bersaglio dei cyber attacchi: è stato infatti vittima di circa il 26% di tutti gli attacchi registrati, di cui il ransomware ha rappresentato il 71% degli incidenti. Interruzioni di questo tipo, capaci di causare la chiusura di uno stabilimento anche per un giorno intero, possono avere ripercussioni significative su tutta l'organizzazione: ritardi nelle consegne, perdita di affidabilità del brand o possibili migrazioni dei clienti verso la concorrenza.

Sono molte le normative e le linee guida internazionali in materia di sicurezza informatica che i produttori industriali sono tenuti a rispettare. Per esempio, il NIST Cybersecurity Framework negli Stati Uniti, la Direttiva NIS2 e il Cyber Resilience Act nell'Unione Europea, tutte rivolte all’obiettivo di proteggere processi aziendali e dati critici. Garantire la conformità a queste regolamentazioni può risultare talvolta particolarmente complesso e oneroso.



Di fronte all'aumento delle minacce cyber e delle pressioni normative, è essenziale porre la massima attenzione alla cyber resiliency. Di seguito sono presentate quattro strategie che i player del settore manifatturiero possono adottare per potenziare la propria capacità di resilienza.

Come assicurare l’operatività minima

Per le imprese manifatturiere, la tolleranza per i tempi di inattività operativa è molto bassa e garantire la continuità aziendale è fondamentale: per questo è necessario identificare gli asset che assicurano l’operatività minima, ovvero quegli elementi indispensabili per gestire i processi aziendali critici, le risorse chiave e i dati che li supportano. Per garantire che l'impresa sia resiliente dal punto di vista informatico, i leader del settore manifatturiero devono identificare gli elementi cruciali per le attività operative, che vanno dai sistemi che gestiscono lo stabilimento alle infrastrutture che alimentano la supply chain e questi asset devono essere protetti con la massima priorità. È altresì importante considerare i tempi di ripristino degli asset stessi e determinare il periodo minimo di inattività tollerabile per consentire ai sistemi di ripristino di operare efficacemente. Una volta stabiliti questi criteri fondamentali, i leader industriali possono avvalersi della collaborazione di esperti per implementare le corrette strategie di resilienza aziendale mirate a garantire che i sistemi aziendali e i dati siano sempre disponibili e possano essere recuperati in modo affidabile entro il tempo medio di ripristino.

Un piano per dismettere gli Asset Legacy

Poiché i produttori industriali si affidano a sistemi legacy per gestire l’operatività, è importante effettuare regolarmente un inventario degli asset e valutare quali necessitano di un aggiornamento. I sistemi obsoleti possono infatti presentare vulnerabilità critiche a causa della mancanza di patch aggiornate, che li renderebbe più esposti agli attacchi. Inoltre, sono meno affidabili poiché gestiscono carichi di lavoro superiori a quelli per cui sono stati progettati.


Valutazioni di gestione del rischio tramite terze parti

Il settore manifatturiero ha un complesso ecosistema di partner che presenta diversi potenziali rischi in termini di sicurezza informatica e conformità normativa. Gli input critici sono fondamentali per la produzione e, in caso di mancanza, le stesse operazioni potrebbero rallentare o subire arresti, con conseguenze significative per l’azienda. È essenziale allineare la strategia di gestione del rischio dei fornitori agli obiettivi aziendali e aggiornare regolarmente il registro dei rischi e i report relativi. È inoltre fondamentale avere una mappatura delle relazioni con i fornitori esterni, nonché di piani alternativi per garantire il reperimento degli input nel caso in cui i fornitori con cui si collabora non fossero più in grado di fornirne.

Una cultura olistica di resilienza

La maggior parte degli incidenti informatici può essere attribuita a errori umani che, inconsapevolmente, vanno ad agevolare le violazioni. La Gen AI contribuisce ad aumentare il rischio di manipolare con successo tali attori inconsapevoli, consentendo l'esecuzione di attacchi di phishing realistici e sofisticati. Inoltre, permette di sviluppare malware in grado di eludere i controlli convenzionali con maggiore efficacia. Mantenere un costante focus sulla sicurezza informatica è cruciale per garantire non solo la sicurezza ma anche la gestione dell’organizzazione aziendale. La consapevolezza e la comprensione devono evolvere man mano che gli attacchi diventano più frequenti e complessi. Promuovendo una cultura di attenzione alla cyber security e di sano scetticismo, le organizzazioni mettono i dipendenti in grado di navigare nel panorama di minacce in continua evoluzione e di rimanere al sicuro dal punto di vista informatico.

Queste strategie aiutano l'industria manifatturiera a proteggersi dalle minacce e a raggiungere la resilienza informatica e il successo nel contesto digitale contemporaneo, garantendo un ambiente operativo sicuro e sostenibile.

Federico Botti è Vice President Security & Resiliency Practice di Kyndryl Italia

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