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Gartner: chi sono i nomi da battere nella corsa all'AI

Gartner dà i voti ai provider tecnologici del mondo AI: chi sono le aziende che stanno facendo meglio in cinque ambiti verticali

Tecnologie AI

Tutti parlano di Intelligenza Artificiale e molti (vendor) la fanno anche. Ma chi sono quelli che si stanno avvantaggiando davvero nella metaforica corsa a primeggiare in un campo che - al netto della sua rapidità di sviluppo e di trasformazione - dovrà necessariamente vedere una riduzione nel numero dei player? Gartner ha scelto i suoi "campioni" selezionandoli attraverso una metodologia basata, principalmente, su sei criteri chiave che differenziano i principali fornitori del settore: capacità tecniche, implementazioni dei clienti, potenziale base clienti, modello di business, partnership chiave, ecosistema circostante.

Questa analisi metodica non è stata condotta sul comparto AI in generale, ma focalizzandosi su cinque categorie o sotto-mercati. L'ambito Data & Infrastructure comprende ad esempio chi realizza data platform per l'AI, chip specifici e servizi infrastrutturali per eseguire workload di AI. L'ambito Model & Agentic comprende invece chi sviluppa piattaforme per l'AI agentica, agenti autonomi per lo sviluppo software, LLM. C'è poi l'ambito Cybersecurity, con le soluzioni per l'AI security o il riconoscimento dei deepfake. Più ampi altri due comparti identificati ed analizzati da Gartner: Solutions, con le soluzioni applicative genericamente basate su AI, e Industry, a comprendere chi sviluppa soluzioni specifiche per settori verticali.

L'analisi condotta da Gartner è, nella sua totalità, ad accesso controllato. Ma gli analisti hanno pubblicato alcune conclusioni legate ad ambiti specifici. A partire dalla valutazione secondo cui Google è l'azienda da battere nella corsa alle piattaforme di AI agentica per le imprese. Secondo Gartner, lo stack tecnologico integrato per gli agenti AI di Google (che comprende modelli di ragionamento avanzati, protocolli e infrastrutture), il supporto alla sua adozione da parte delle imprese e l'uso di Google Deepmind per investire in innovatori "disruptive" nel campo dell'AI permettono, insiame, a Google di superare la concorrenza in termini di visione e innovazione.

Questo non vuol dire che a Mountain View possano riposare sigli allori. Gartner spiega anche che i concorrenti possono investire in innovazione dei modelli e nelle loro caratteristiche di scalabilità per colmare il divario. Inoltre, se è vero che il futuro dell'AI sarà fatto da ecosistemi di agenti esperti che collaboreranno per dare funzioni di automazione altamente specializzate, Google in questo campo è ancora un po' indietro. Non ha cioè ancora intrapreso passi significativi per creare agenti esperti in grado di risolvere problemi aziendali specializzati.

Seconda analisi resa pubblica da Gartner: Palo Alto Networks è l'azienda da battere nel campo delle piattaforme di sicurezza AI. Questo grazie all'ampio portafoglio di soluzioni di sicurezza, alla strategia di acquisizioni (come quella di Protect AI e l'acquisizione in corso di CyberArk), alla vasta base installata e ai solidi canali di distribuzione. Palo Alto Networks, spiega poi Gartner, "si è posizionata come un importante contributore alla ricerca sulla sicurezza dell'Intelligenza Artificiale, combinando in modo unico una profonda competenza interna con percorsi di crowdsourcing e open source".

Anche nel caso di Palo Alto, per, Gartner avvisa che tutto può cambiare. L'AI security - intesa come mercato di soluzioni per proteggere le applicazioni AI di terze parti e quelle custom ad-hoc, compresi gli agenti AI - è in rapida evoluzione. Con una concorrenza che si sta intensificando grazie a sempre più investimenti, nuove startup nel settore della sicurezza, nuovi operatori provenienti da mercati adiacenti.

C'è gloria anche per Microsoft, che è l'azienda da battere quando si tratta genericamente di AI implementata a livello enterprise. Il motivo è presto detto: Microsoft stessa e le sue soluzioni sono già di loro integrate profondamente nel tessuto delle grandi imprese e questo rappresenta un punto di partenza ottimale per la penetrazione e la diffusione delle soluzioni specifiche di AI. Un punto di forza a cui si aggiunge anche la solidità dell'ecosistema di partner che ruota attorno a Microsoft.

I pericoli per la casa di Redmond possono venire da concorrenti che sviluppano soluzioni e tecnologie specifiche - ad esempio in campo orchestration e sovereign/edge AI - o modelli di prezzo più convincenti. Ma resta il fatto che la "enterprisewide AI" è un ambito relativamente poco dinamico e che favorisce comunque i grandi player consolidati, non le nuove realtà anche se innovative.

Infine, e prevedibilmente, Gartner considera OpenAI come l'azienda da battere tra gli LLM Provider. Il che è abbastanza ovvio: OpenAI è in primissima fila nello sviluppo degli LLM più evoluti e sta facendo tesoro dell'essere stata la prima a portare i Large Language Model sul mercato più ampio possibile, grazie a ChatGPT. La domanda generata dal successo del suo chatbot la sta chiaramente favorendo, come anche l'inclusione delle sue tecnologie nelle piattaforme applicative di Microsoft. Inoltre, OpenAI sta portando avanti i suoi sviluppi anche nel campo dell'AI agentica.

Non è semplice per gli altri LLM provider colmare il gap, anche di percezione, che li separa da OpenAI. Però è possibile, secondo Gartner, se si riescono a "impacchettare" i propri modelli di AI in soluzioni adatte alle grandi imprese. O se si investe nello sviluppo di modelli che perseguono caratteristiche e valori che l'azienda di Sam Altman ogni tanto sembra trascurare, come l'AI etica e responsabile, lo sviluppo di modelli di piccole dimensioni o di modelli specializzati per domini verticali. C'è poi la strada di definire partnership con operatori - dai cloud provider agli sviluppatori di software applicativo - che non si sono specializzati molto (o affatto) nella creazione di modelli di GenAI ma che vogliono inserirli nei loro stack tecnologici.

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