All’evento di Barcellona di inizio dicembre, la strategia per un cloud ibrido orientato all’AI vede un pilastro fondamentale nelle reti sempre più smart anche grazie all’integrazione con Juniper Networks
Barcellona – Edizione europea, anzi Emea, a inizio dicembre per l’evento Discover di HPE, a sei mesi dall’analogo appuntamento di Las Vegas, che ha riunito nel capoluogo catalano clienti e partner per una due giorni particolarmente intensa e ricca di spunti all’insegna del tema “Discover What Is Next”, dove la sinergia tra networking, cloud e AI promette di ridisegnare l'IT.
Sottolineando che quest’anno “segna il decimo anniversario da quando abbiamo iniziato a esistere e a operare come azienda indipendente”, Antonio Neri, CEO di HPE, ha voluto rimarcare di essere “molto orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato insieme negli ultimi dieci anni, e ancora più entusiasta di ciò che ci aspetta”.
Ma oggi quello che definisce tutto è l’AI, che “sta trasformando il nostro futuro più velocemente di qualsiasi tecnologia precedente: l’AI generativa ha cambiato il modo in cui lavoriamo, aiutandoci a creare e a operare più velocemente, in modo più intelligente ed efficiente”, ha proseguito Antonio Neri, sottolineando che “con l’AI agentica, l’intelligenza artificiale non è più soltanto uno strumento, ma è attivamente coinvolta, automatizza i flussi di lavoro, prende decisioni in tempo reale e guida l’efficienza del business. Non solo: nell’azienda agentica, sarà responsabilità dell’IT gestire i flussi di lavoro digitali e migliaia di agenti AI specializzati che opereranno in tutta l’organizzazione. E con l’AI fisica, questi progressi prendono forma nel mondo materiale: le macchine intelligenti stanno diventando sempre più diffuse, trasformando il modo in cui costruiamo, ci muoviamo e viviamo”.

Arrivare a questi nuovi traguardi non è però semplice, ha ammonito Antonio Neri nel suo keynote a Barcellona, in quanto l’AI “introduce nuovi requisiti: richiede performance e scalabilità, per le quali molti ambienti esistenti non sono stati progettati, e rende ancora più cruciale la sostenibilità dell’IT. Sono tutte sfide interconnesse: agire su una influisce sulle altre, e l’aumento della complessità rende pressante la necessità di migrare verso soluzioni più sicure, sovrane e scalabili HPE è qui per aiutare, concentrandosi sui tre pilastri fondamentali dell’IT moderno: networking, cloud e AI”.
La sinergia tra networking, cloud e AI è la base di un’architettura IT moderna, e “progettare correttamente questa architettura è essenziale, perché l’AI sarà valida solo quanto lo sono i dati e l’infrastruttura che la alimentano, con il networking in primo piano per sbloccare tutto il potenziale di cloud e AI”, ha proseguito Antonio Neri, ricordando che “a luglio abbiamo completato l’acquisizione di Juniper Networks e oggi con l’unione tra HPE Aruba Networking e Juniper Networks abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di creare il miglior business di networking al mondo, per offrire la migliore esperienza possibile sia agli operatori sia agli utenti finali, con una nuova generazione di reti e un portafoglio IT completo, cloud-native e AI-native, che integra uno stack moderno e completo di networking e sicurezza”.

È qui che si arriva al punto di svolta per HPE, ovvero quello dell’accelerazione della convergenza tra cloud, AI e networking, dove quest’ultimo è l’elemento cruciale, con un networking che diventa per l’AI e con l’AI, nel senso che le reti sono sempre più guidate e gestite dall’AI in un disegno di AI-driven networking, e sono al tempo stesso essenziali per sostenere i progressi dell’AI, grazie a performance senza precedenti.
Questa doppia valenza strategica delle reti è emersa molto chiaramente anche dalle parole di Rami Rahim, Executive Vice President, President e General Manager, Networking di HPE, intervenuto nel keynote di apertura, che ha sostenuto senza troppi giri di parole che “ci troviamo di fronte a un’enorme opportunità per offrire soluzioni rivoluzionarie e per dare uno scossone allo status quo del settore del networking. Con le richieste senza precedenti che oggi gravano sulle reti, capacità che fino a poco tempo fa erano solo prototipi da laboratorio sono diventate indispensabili: assistenti virtuali, sistemi di raffreddamento a liquido e componenti co-packaged non sono più semplici progetti di ricerca. E gli investimenti combinati di HPE e Juniper ci pongono in una posizione unica per affrontare questa sfida, offrendo reti che non solo garantiscono connettività sicura e affidabile, ma reti in grado di guidarsi da sole. Offrendo reti auto-configuranti, auto-ottimizzanti e auto-riparanti, diamo agli amministratori di rete e ai team IT la possibilità di concentrarsi su iniziative strategiche e obiettivi di lungo termine, invece di gestire le operazioni quotidiane. Di più: reti ‘future-ready’ e autonome sono la risposta che praticamente ogni team IT stava aspettando”.

Entrando nel dettaglio dell’AI applicata al networking, Rami Rahim ha evidenziato che “le nostre forze combinate aprono nuove possibilità, con le nostre due piattaforme AIOps di punta: Aruba Central e Juniper Mist, che risultati concreti e misurabili. Grazie all’adozione di queste piattaforme, i clienti hanno registrato fino al 90% di riduzione dei ticket di intervento e delle chiamate onsite, oltre a una drastica diminuzione del tempo dedicato alle operazioni manuali di rete. Ciascuna soluzione è unica e convincente a modo suo, e le due piattaforme si completano a vicenda. Aruba Central eccelle nei deployment on-premise, nel private cloud e nelle architetture di virtual private cloud, mentre Mist è stata progettata nativamente per il cloud. Insieme possiamo supportare qualsiasi modello di implementazione: indipendentemente dalla scelta, si ottiene una robusta piattaforma di gestione basata su un’AI avanzata e su uno dei data lake più grandi del settore, per creare una nuova generazione di intelligenza di rete capace di offrire insight più rapidi, operazioni più intelligenti ed esperienze migliori”.
Nelle parole di Rami Rahim, l’approccio è semplice: “stiamo incrociando le funzionalità delle due piattaforme e, nel tempo, le differenze attuali scompariranno. Ma anche se per qualcuno questo potrebbe sembrare un obiettivo lontano, non lo è: nei pochi mesi trascorsi dalla conclusione della fusione abbiamo già compiuto passi significativi per unificare esperienza e funzionalità. Per esempio, Mist ARX e i Large Experience Models, che insieme offrono AIOps di riferimento per il settore riducendo drasticamente i ticket e accelerando i deployment, stanno arrivando su Aruba Central. Allo stesso tempo, il profiling dei client basato sull’AI di Aruba Central e gli Arc Insights, che portano la potenza delle AIOps fino al client con un’interfaccia moderna e intuitiva, stanno arrivando su Mist. E, cosa fondamentale, questi progressi non avverranno tra anni o mesi: sono ormai molto vicini alla disponibilità generale. E questo è solo l’inizio”.

L’unificazione Aruba-Juniper è anche sul piano hardware: a Barcellona si è infatti parlato anche del primo access point Wi-Fi dual platform, in grado di funzionare sia con Mist sia con Aruba Central. Nelle parole di Rami Rahim, questo offrirà “tranquillità e protezione dell’investimento, sapendo che l’hardware scelto funzionerà perfettamente con entrambe le piattaforme. Il rilascio è previsto per il terzo trimestre del prossimo anno, e chi parteciperà all’evento Discover a Las Vegas a metà 2026 avrà l’opportunità di vederlo in azione insieme alla prossima ondata di innovazioni”.
Il panorama delle novità non si esaurisce certo qui, visto che HPE ha anche presentato nuove soluzioni pensate per sostenere la crescita delle AI factory e dei workload di nuova generazione. Tra le principali novità spicca lo switch HPE Juniper Networking QFX5250, basato su tecnologia Broadcom Tomahawk 6, che con 102,4 Tbps di banda consente di collegare le GPU nei data center con elevate prestazioni, maggiore efficienza energetica e operazioni semplificate grazie all’integrazione di AIOps e raffreddamento a liquido. Accanto a questo, HPE introduce il router edge multiservizio MX301, una piattaforma compatta ad alte prestazioni pensata per portare l’inferenza AI più vicino alla fonte dei dati e supportare scenari enterprise, metro e mobile.
A queste novità si aggiungono anche quelle annunciate prima di Discover Barcellona, con le proprie soluzioni di rete per le AI factory realizzate in collaborazione con Nvidia e AMD: l’offerta si estende ora all’edge e al collegamento tra data center su lunga distanza, abilitando connessioni sicure e a bassa latenza tra utenti, cluster distribuiti e ambienti multi-cloud. In questo contesto si inserisce anche l’architettura rack-scale AMD Helios, la prima soluzione Ethernet scale-up del settore, progettata per l’addestramento e l’inferenza su modelli AI di dimensioni estreme, con prestazioni fino a 2,9 exaflop FP4 e una larghezza di banda scalabile di 260 TB/s.

Ovviamente, non sono mancati gli annunci più strettamente attinenti al cloud ibrido targato HPE, che poggia da tempo sul portafoglio GreenLake, ulteriormente ampliato con l’obiettivo di aiutare le imprese a modernizzare la virtualizzazione, semplificare le operazioni IT e accelerare l’adozione dell’AI. Un pilastro chiave è l’evoluzione di HPE Morpheus Software, che diventa una vera alternativa enterprise alla virtualizzazione tradizionale. Le nuove funzionalità migliorano sicurezza, resilienza e automazione per workload virtualizzati, cloud-native e AI, riducendo in modo drastico i costi di licensing. Tra le novità più rilevanti spiccano l’introduzione di sicurezza zero-trust con micro-segmentazione, il provisioning di rete automatizzato grazie all’integrazione con HPE Juniper Networking Apstra, il supporto a cluster geografici resilienti, l’estensione completa a Kubernetes e container, e l’integrazione nativa con Zerto e Veeam per la protezione continua dei dati e il disaster recovery. Sul fronte AIOps e gestione operativa, HPE rafforza l’approccio full-stack integrando Morpheus, OpsRamp e Zerto all’interno della suite HPE CloudOps Software, consentendo una gestione unificata di rete, compute e storage e semplificando le operazioni su ambienti ibridi complessi.
Grande attenzione anche all’ambito storage e dati: in collaborazione con Nvidia, HPE introduce nuove soluzioni per rendere i dati subito utilizzabili nei pipeline AI, come HPE Alletra Storage MP X10000 Data Intelligence Nodes, e potenzia HPE Private Cloud AI con GPU Nvidia Blackwell, software AI Enterprise in ambienti air-gapped e funzionalità avanzate di sicurezza e compliance. In parallelo arrivano nuove soluzioni di backup e data protection con le piattaforme HPE StoreOnce, progettate per ridurre drasticamente i tempi di ripristino e proteggere workload critici.
Infine, sul tema della sicurezza, HPE compie un ulteriore passo avanti con il Confidential Computing, lavorando con AMD, Intel e Nvidia per garantire la cifratura dei dati end-to-end, anche durante l’elaborazione, a supporto dei settori regolamentati e dei carichi AI più sensibili. Non solo: arrivano anche nuovi servizi GreenLake, come CloudPhysics Plus, Cloud Commit e un Marketplace potenziato, oltre a programmi finanziari specifici che rendono più semplice e conveniente l’accesso a software e infrastrutture avanzate sempre nel segno dell’hybrid cloud.