Lo indica lo studio AI Diffusion Report, dal quale emerge anche che in Italia l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa è al 25,8%: in linea con Usa e Germania ma sotto a Francia, Spagna e UK
A distanza di ttre anni dalla comparsa dell'intelligenza artificiale di ChatGPT, sono interessanti i risultati del primo AI Diffusion Report, uno studio globale sviluppato dal Microsoft AI for Good Lab che analizza dove l'intelligenza artificiale viene maggiormente utilizzata, sviluppata e costruita.
Il report, alla sua prima edizione, si basa sull'analisi di dati telemetrici aggregati e anonimi provenienti da oltre un miliardo di dispositivi, integrati con dati di terze parti per fornire una stima solida e coerente della diffusione reale dell'Intelligenza Artificiale a livello globale.
Il dato che spicca su tutti è quello che l'AI è la tecnologia che si diffonde più rapidamente nella storia umana, con oltre 1,2 miliardi di utenti raggiunti in meno di tre anni, un ritmo di adozione superiore a quello di internet, dei personal computer e degli smartphone.
Tuttavia, lo studio evidenzia anche un significativo divario nella sua diffusione: i benefici dell'AI non si stanno distribuendo in modo uniforme a livello globale. Il report identifica tre forze che guidano l'avanzamento di ogni tecnologia trasformativa: i Frontier builders, i pionieri che espandono i limiti dell'AI, gli Infrastructure builders, gli ingegneri e le aziende che forniscono la capacità di calcolo e la connettività, e gli Users, individui, aziende e governi che applicano la tecnologia. Solo quando queste tre forze evolvono insieme il progresso può davvero accelerare.

Tra gli altri dati principali emersi dall'AI Diffusion Report, si segnalano:
Adozione record e divario globale: l'adozione dell'Intelligenza Artificiale nel Nord del mondo è quasi il doppio (23%) di quella nel Sud del mondo (13%). Questo divario è strettamente correlato al PIL pro capite e all'accesso a quelle che il report definisce le fondamenta dell'AI: elettricità, internet, data center, competenze digitali e lingua. Quasi quattro miliardi di persone, metà della popolazione mondiale, non dispongono ancora delle basi necessarie per utilizzare l'AI.
Leader a sorpresa nella diffusione: i tassi più elevati di adozione dell'AI si osservano in paesi come Emirati Arabi Uniti (59,4%), Singapore (58,6%), Norvegia (45,3%) e Irlanda (41,7%). Questi dati indicano che una forte infrastruttura e una buona diffusione delle competenze digitali possono guidare una rapida adozione.
La posizione dell'Italia: l'Italia registra un tasso di diffusione dell'AI del 25,8% tra la popolazione in età lavorativa. Questo dato colloca il nostro Paese leggermente al di sopra della media del Nord Globale (23%) e in una posizione simile a quella di altre grandi economie come gli Stati Uniti (26,3%) e la Germania (26,5%), ma risulta più basso rispetto al contesto europeo e a Paesi come la Francia (40,9%), la Spagna (39,7%) e il Regno Unito (36,4%).
Concentrazione delle infrastrutture: l'infrastruttura dell'AI rimane fortemente concentrata. Gli Stati Uniti e la Cina ospitano insieme circa l'86% della capacità di calcolo globale (misurata in gigawatt di consumo energetico dei data center). Questi due Paesi sono anche leader per numero e performance dei modelli di AI.
La barriera linguistica: la lingua è un fattore determinante per l'adozione. Metà dei contenuti del web, il dataset principale per l'addestramento dell'AI, è in inglese, una lingua parlata nativamente solo dal 5% della popolazione mondiale. Questo crea una barriera sistemica all'accesso.