All’evento Velocity Day di metà luglio a Milano, di scena la suite completa di Infor pensata per il mondo industriale e una ricerca sui fattori chiave per generare valore oggi
Giornata molto densa quella del Velocity Day di Infor, tenutasi alle porte di Milano a metà luglio e organizzata da vendor di soluzioni cloud verticali per aziende, alla presenza dei principali partner italiani della società e di numerosi clienti ed esperti.
I temi centrali dell’incontro sono stati illustrati da Kirsten Allegri-Williams, Chief Marketing Officer di Infor, sottolineando che “per scoprire quali sono le aziende che riescono a generare valore continuo e quali pratiche portano davvero a risultati concreti, abbiamo condotto lo scorso anno un sondaggio su 3.600 organizzazioni in 14 Paesi e sette settori verticali di attività”.
La ricerca globale, denominata “Come il possibile diventa realtà”, ha identificato le caratteristiche distintive delle aziende ad alta produttività e le misure necessarie per generare valore in un mondo in rapido cambiamento. “Non sorprende che la maggior parte delle risposte fosse incentrata sulla tecnologia”, commenta Kirsten Allegri-Williams, spiegando che “alcune pratiche chiare aiutano le aziende con le migliori performance a restare in testa: mantenere processi solidi e guidati dai dati, fornire dati puliti e tempestivi per il processo decisionale, concentrarsi sul cliente e avere una base tecnologica pronta al futuro, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e alle nuove opportunità”.
Kirsten Allegri-Williams, CMO di Infor (anche nella foto di apertura)
Su tutto, emerge l’intelligenza artificiale generativa, dato che “il 96% dei manager C-suite si aspetta che l’uso dell’AI generativa aumenti le performance aziendali, anche se solo il 30% dei progetti raggiunge tali elevate aspettative: noi chiamiamo questo divario tra aspettative e realtà il ‘value void’, ovvero ‘vuoto di valore’, che non riguarda solo l’AI generativa, ma è reale e si manifesta in tutti i progetti di trasformazione, dato che il 70% delle trasformazioni digitali non raggiunge gli obiettivi attesi, e tra il 55% e il 75% dei progetti ERP fallisce”, evidenzia la CMO di Infor.
Le ragioni di questo “vuoto di valore” sono molteplici, prosegue Kirsten Allegri-Williams: “sistemi disconnessi, dati frammentati, innovazione stagnante nel periodo post-avvio, e altro. Evitare questo vuoto richiede velocità e agilità costanti, tecnologia specifica per lo specifico settore e un team altamente coinvolto, con una profonda conoscenza del mercato e dei requisiti dell’azienda. Per approfondire questo aspetto, abbiamo condotto uno studio con Forrester per esaminare in che modo l’industry cloud completo può aiutare le aziende a evitare il vuoto di valore. Prima dell’adozione, queste aziende sperimentavano le problematiche tipiche del value void. Dopo aver adottato Infor CloudSuites, i clienti hanno registrato un aumento medio della produttività tra il 30% e il 70% nei vari dipartimenti, una riduzione del 70% delle perdite di ricavi, oltre a ulteriori miglioramenti come la riduzione dei tempi di inattività, maggiore sicurezza, miglior visibilità dei dati e maggiore proattività nei confronti dei clienti. In media, i nostri clienti hanno ottenuto un miglioramento del ritorno sull’investimento pari al 114%”.

Non è quindi un caso se, come è stato sottolineato durante l’evento Velocity Day, oggi tra i clienti di Infor in oltre 200 Paesi ci sono 10 dei primi top 10 produttori del settore Food & Beverage, 16 dei primi 20 dell’Aerospace, 28 dei primi 50 nel Chemical, 15 dei top 23 della supply chain, e 9 sui top 10 dell’alberghiero mondiale, solo per citare qualche esempio.
Tornando invece all’indagine condotta da Infor, sono interessanti anche i risultati riguardanti più da vicino il nostro Paese. Infatti, se il 75% delle aziende italiane prevede un aumento della produttività fino al 20% o più nei prossimi 3-5 anni, esattamente in linea con la media globale, e se il 77% in Italia, analogamente al 78% globale, prevede di aumentare gli investimenti in tecnologia fino al 20% nei prossimi 3-5 anni, con l’83% le aziende italiane sono leggermente più ottimiste rispetto alla media globale (80%) per quanto riguarda il ruolo della tecnologia nel determinare il successo, superate solo da India (84%) e Cina (96%).
Ma lo studio ha anche evidenziato come le aziende manifatturiere di maggior successo ottengano risultati nettamente superiori rispetto alle concorrenti meno produttive grazie a un uso strategico della tecnologia in aree chiave. Si tratta di ambiti sui quali le aziende meno performanti dovrebbero concentrarsi per emulare i leader del proprio settore, come per esempio nei Processi e Sistemi: in Italia esiste un divario del 26% tra le aziende più e meno produttive nell’utilizzo delle tecnologie digitali per automatizzare i processi ripetitivi e a basso valore aggiunto, ovvero più del doppio rispetto alla media globale dell’11%, suggerendo un’adozione ancora limitata di queste tecnologie, ma allo stesso tempo un’enorme opportunità per migliorare le performance e generare valore.
Non solo: un’altra area chiave è rappresentata dal ruolo delle tecnologie avanzate nell’automazione dei processi decisionali in ambiti critici. In Italia esiste un divario del 32% tra i produttori più e meno performanti, rispetto alla media globale del 18%.

Ecco quindi che “gli attributi propri delle organizzazioni più produttive consentono di ottimizzare i processi, utilizzare tecnologie avanzate, prendere decisioni basate sui dati e mettere il cliente al centro. Questo approccio olistico, che spazia dall’automazione dei processi all’innovazione, all’uso dei dati fino al focus sui clienti, offre un percorso chiaro per creare valore reale e vantaggi competitivi”, conclude Kirsten Allegri-Williams.