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Akamai vuole fare l'hyperscaler "vero"

Akamai lancia una offerta di cloud IaaS/PaaS, portando su larga scala i servizi di Linode. E contando sulla sua infrastruttura pervasiva.

Cloud

"Stiamo realizzando il cloud di cui il prossimo decennio ha bisogno". Sembra la classica frase ad effetto che potrebbe usare uno qualsiasi dei tre grandi hyperscaler di cui trattiamo regolarmente, invece viene da un nome noto ma che non si associa immediatemente al cloud. Si tratta di Akamai, azienda ormai storica del mondo Internet (nasce nel lontano 1998) che ora ha deciso di giocare un ruolo di primo piano nel mercato del cloud infrastrutturale.

Akamai è una delle aziende più pervasive del mondo Internet e i suoi servizi sono largamente utilizzati. Sono però poco evidenti al grande pubblico, anche delle imprese, perché l'azienda americana si è specializzata soprattutto nelle infrastrutture e nelle soluzioni che velocizzano la distribuzione dei contenuti sull'Internet globale. In gergo, il suo business storico è quello delle CDN, Content Delivery Network.

In estrema sintesi, Akamai distribuisce i contenuti (dalle pagina web ai film in streaming) dei provider suoi clienti in tutta la sua infrastruttura di data center, nodi di accesso ed edge server distribuiti nel mondo. Quando richiediamo i contenuti di uno di questi provider, la richiesta viene evasa dal nodo Akamai più vicino a noi, in modo da distribuire i contenuti stessi con la minima latenza e con le prestazioni migliori possibili.

Negli anni Akamai ha costruito una Content Delivery Network che comprende - spiega l'azienda - 11 data center principali e oltre 14 mila nodi decentrati, posizionati in 135 nazioni, per complessivi 345 mila server. Una infrastruttura che l'azienda ha già definito in passato come di edge computing, ma offerta per applicazioni specifiche. Il cloud infrastrutturale IaaS/PaaS è altra cosa. O sarebbe meglio dire "era" altra cosa, perché è qui che ora Akamai mette piede.

I segnali erano già stati dati lo scorso anno, quando Akamai aveva acquisito Linode: con l'operazione si portava in casa un provider IaaS non certo di primo piano ma comunque apprezzato. E acquisiva - ora possiamo dirlo - la base su cui costruire una offerta Iaas e PaaS su larga scala. Che ora è stata ufficializzata con il nome di Akamai Connected Cloud.

Akamai Connected Cloud è in sostanza l'estensione di Linode a tutta l'infrastruttura Akamai. Il che potrebbe anche non bastare per confrontarsi con i grandi nomi del cloud, quindi l'azienda ha già pianificato la realizzazione di almeno altri dieci data center "core" entro quest'anno. Questi saranno affiancati da altri cinquanta nuovi siti decentrati che porteranno, spiega in particolare Akamai, "funzioni base di cloud computing in luoghi difficili da raggiungere e che oggi sono poco serviti dai cloud provider tradizionali".

Oltre che sulla presenza distribuita, Akamai punta anche sui prezzi per battere la concorrenza. In particolare punta su un modello di prezzi innovativo per i cosiddetti "costi di uscita" dei dati dal cloud. Quando un'azienda trasferisce dati dai suoi ambienti cloud verso i propri sistemi on-premise, paga una certa somma in funzione del volume di dati spostati e del percorso che i dati fanno. Si tratta di un costo "nascosto" del cloud che può essere rilevante per le grandi imprese che spostano molte informazioni.

Akamai intende portare a Connected Cloud un modello di costi "stile CDN" per questa parte del traffico dati. Altri dettagli non ce ne sono, ma si intuisce che i dati "in uscita" dovrebbero essere veicolati sulla rete capillare di Akamai e lasciarla solo quando sono molto vicini al punto di destinazione. Transitando poco sull'Internet pubblica, i costi di "egress" sono minori. Anche i principali hyperscaler offrono qualcosa del genere, ma attraverso circuiti di connettività dedicati che rappresentano un servizio aggiuntivo.

Al momento Akamai Connected Cloud propone in sostanza i servizi già offerti da Linode. Lato cloud computing l'offerta comprende risorse dedicate o condivise, a un costo mensile che Akamai indica come pari a circa un terzo di quello di AWS, a parità di configurazione delle macchine virtuali. Nel portafoglio Linode ci sono anche servizi di Kubernetes-as-a-Service, block e object storage, managed database. Tutto, si sottolinea, con tecnologie e approcci standard. Quindi - idealmente - con pochi rischi di lock-in e con apertura (inevitabile) agli ambienti di multicloud ibrido.

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