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NetApp Data Driven Academy, la gestione del dato fa tappa qui

Nel nuovo format aperto a clienti e partner in scena nei giorni scorsi a Bologna e Roma, il vendor racconta l’evoluzione della propria strategia e gli annunci tecnologici più recenti che vanno a rafforzare il modello Data Fabric, alla base della Data Driven Society. I nuovi contesti innovativi di AI, Cloud, DevOps ed Enterprise Applications in un disegno hybrid multicloud. Sul palco le testimonianze di alcuni clienti

Trasformazione Digitale Cloud
Un format tutto nuovo quello della NetApp Data Driven Academy, l’evento annuale di NetApp Italia aperto a partner e clienti, dipanatosi nei giorni scorsi nelle due tappe di Bologna e a Roma (20 e 27 giugno).
Un format che, di fatto, si sostituisce alla tradizionale Partner Academy per diventare Data Driven Academy con l’obiettivo di avvicinare i clienti ai partner, a cui passare gli stessi messaggi: evoluzione della strategia e le novità tecnologiche più recenti.pozzoni
Marco Pozzoni, Country Sales Director, NetApp Italia
Una giornata intensa di relazioni ed ecosistema che ha visto succedersi sul palco manager di NetApp e rappresentanti delle Alleanze Tecnologiche (Brocade, Cisco, OneClickApp, Nvidia, Veeam) nonché i cloud service provider come AWS, Microsoft Azure e Google Cloud, con cui il vendor tesse relazioni strategiche per affrontare in combinata le dinamiche di mercato, ma anche alcuni clienti (Aruba.it, C.E.S.I.A, Università Bologna, Chiesi Farmaceutici, Ducati Motor Holding, Illumia, Roma Servizi per la Mobilità e Unione Italiana Tabaccai) a testimoniare la loro esperienza di ‘gestione del dato’. Un momento di approfondimento delle dinamiche del mercato e della visione di NetApp sul dato, su come ‘consumarlo’ al meglio indipendentemente dai modelli di business. Sì, perché oggi il dato è il filo conduttore di ogni processo all’interno di quella che è sempre di più una Digital Economy.

La Data Authority della Data Driven Society
Marco Pozzoni, Country Sales Director, NetApp Italia,
apre la giornata rimarcando subito alcuni risultati messi a segno nell’anno trascorso dall’ultima Partner Academy a partire dalla posizione sul mercato All Flash: “Per tutto il calendar year 2018 NetApp Italia è stata proclamata da IDC come leader di mercato in questo segmento; numero 1 anche a livello Emea e n.2 a livello mondiale. Siamo inoltre una realtà che sta crescendo maggiormente nel mondo San, dove, per un vendor nato nel mondo Nas, non è stato così facile farsi spazio tra i protagonisti, e siamo altresì il vendor che cresce di più nella tecnologia NvMe; procediamo veloci anche nell’ambito dell’iperconvergenza e nel mercato Cloud Data Services dove vantiamo partnership con i i cloud provider più importanti come AWS, Microsoft e Google Cloud”.
Risultati che danno soddisfazione al vendor ottenuti grazie a un ecosistema di partner di cui ha guadagnato una’estrema fiducia soprattutto nell’ultimo biennio.
Una realtà da un giro d’affari di 6.15 miliardi di dollari, oltre 100 uffici a livello mondiale e più di 10 mila dipendenti che evolve da storage vendor a ‘data management company’, ponendosi sul mercato in veste rinnovata con un focus d’azione più esteso di quello di 25 anni fa: “La focalizzazione in ambito NAS è durata per fino al 2010; successivamente l’azienda è evoluta verso scenari tecnologici sempre più innovativi come flash, virtualizzazione, software defined per muoversi oggi in una dimensione Data Driven guidata dai dati, che trova nel Data Fabric il suo elemento fondante”, chiarisce Pozzoni.
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Nel mondo Data Driven i Data Thrivers vincono
Come si usa dire, oggi il dato è il nuovo petrolio: l’asset aziendale di ogni organizzazione.
Secondo una ricerca IDC condotta sul tema della Digital Transformation entro il 2020 il 90% delle corporate strategies  indicano i dati come asset fondamentale e oltre il 98% delle organizzazioni aspira a creare un cultura data-driven; tuttavia solo il 22% ha già raggiunto tale obiettivo.
Ma cosa significa sfruttare il dato? Sempre da una ricerca IDC condotta nel 2017 su 3.000 Cio a livello mondiale emerge che chi riesce a sfruttare meglio il dato – i Data Thrivers - è in grado di acquisire vantaggi competitivi maggiori di chi non adotta tale approccio, ottenendo un’efficienza operazionale sei volte superiore, una crescita di profittabilità e di nuovi clienti di 3 volte maggiore e un fatturato e una customer satisfaction di almeno due volte superiori.
“La Data Driven non è una buzzword, è realtà e la digital transformation ne è lo scenario abilitante. Tutti i settori ne sono impattati e quelli che non sfrutteranno il dato a proprio beneficio per migliorare i processi, creare nuovi i modelli di business facendo leva su tecnologie innovative per accrescere la soddisfazione dei clienti e incrementare il proprio vantaggio competitivo nel lungo termine sono destinati a scomparire entro il 2027”, sottolinea Pozzoni.
E oggi è in atto un’accelerazione di questo viaggio digitale ed è in questo panorama che NetApp vuole giocare la partita come Data Authority nel mondo hybrid multicloud proponendo un unico approccio per gestire in modo olistico i dati e consentire alle aziende clienti di modernizzare le proprie infrastrutture IT attraverso tecnologie flash-cloud connected, senza dove necessariamente reingegnerizzare le tecnologie data center esistenti ma innestando tecnologie abilitanti Flash e creando esperienze cloud-like; costruire cloud per accelerare nuovi servizi e ‘inspirare’ l’innovazione attraverso il cloud, sfruttando le risorse messe a disposizione dai cloud provider in modo armonico. 
Un approccio che si sostanzia nel concetto di Data Fabric, coniato nell’ottobre 2014 che punta alla creazione di un ecosistema in cui NetApp abilita la portabilità dinamica del dato in massima sicurezza, conservandone l’efficienza, controllandone la gestione e dando la massima libertà di posizionamento del dato; un modello per abilitare le organizzazioni a scoprire, utilizzare, automatizzare e ottimizzare l’utilizzo del dato; semplificando, unificando e integrando i dati ovunque essi siano (on premise, public cloud, multicloud, private cloud) in modo trasparente e protetto all’interno di un ecosistema: “NetApp vuole essere il partner strategico al vostro fianco per fare esperienze cloud il più trasparente possibile”, enfatizza Pozzoni, riveolgendosi a partner e clienti. 
Una strategia che oggi si declina su quattro linee tecnologiche innovative: Intelligenza Artificiale, DevOps, Cloud, Enterprise Applications.
"L’AI è un nuovo modo di interpretare e sfruttare il dato a proprio favore”, dice Pozzoni. Il 75% dei business executive crede che l’AI permetterà loro di muoversi in nuovi business e creare nuovi prodotti e servizi ed è una delle tecnologie cavalcata da NetApp a braccetto con Cisco ed Nvidia, il cui sviluppo, secondo il vendor, si realizzerà nel cloud, con un’esplosione di prodotti e soluzioni e servizi che diventeranno nel tempo soluzioni ibride.
L’Hybrid multicloud si affermerà invece come lo standard infrastrutturale de facto, per rispondere a requisiti di flessibilità e libertà di scelta delle grandi organizzazioni senza effetti di vendor lock in spostando e riversando dati e workload da un cloud all’on premise o viceversa, ponendosi invece come paradigma di elezione per le sue caratteristiche di semplicità soprattutto per le aziende di dimensioni più piccole.
E poi ci sono le nuove logiche di sviluppo applicativo moderno con l’affermarsi dei container per consentire la portabilità delle applicazioni e dei workload tra ambienti diversi da on premise e cloud, permettendo di sviluppare applicazioni in tempi più rapidi del passato, e l’accelerazione delle Enterprise App da tenere accese e abilitare nei nuovi ambienti, nonché IoT ed Edge Computing per cui si prevede una crescita fino a 20 miliardi di unità IoT entro il 2020 e un’attività di ‘data processing’ sempre più vicino all’utente finale. Device IoT, sensori e dispositivi che genereranno sempre più dati grazie anche al 5 G, in cui la latenza fa la differenza e porta al real time.
“Tutti sono chiamati a operare in una logica Data Fabric in modo da ottenere ciò che ogni business 'data driven' ricerca: realizzare la promessa del cloud, abilitare una public cloud experience on premise, alimentare le applicazioni enterprise sviluppandole e rendendole disponibili più velocemente del passato e accelerando il viaggio verso la nuova frontiera dell’AI”, conclude Pozzoni.

Annunci di grande portata
Tocca a Roberto Patano, Manager Solution Engineer, NetApp Italia, sintetizzare le novità racchiuse negli annunci del 18 giugno scorso: ”Uno degli annunci più vasti fatti da NetApp negli ultimi anni”.
Non c’è azienda che nel suo percorso verso il digitale non stia valutando dove stare oggi ed evolvere domani, in un mondo in cui tutto è definito dai dati: è questo l’assunto da cui partire. I modelli emergenti però sono ancora costruiti su data center tradizionali e c’è tutto un nuovo mercato che, come detto, sta esplodendo legato a AI, Deep Learning, IoT e nuove soluzioni per rispondere a esigenze di trattamento dei dati completamente diverse in modo veloce, flessibile e scalabile. C’è quindi la necessità di trasformare i data center tradizionali in modo digitale e in chiave moderna portando all’esterno l’infrastruttura, adottando nuovi modelli di consumo, spostandosi facilmente da cloud pubblici a privati, costruendo 'private cloud' interni e creando infrastrutture basate su microservizi mantenendo la totale visibilità e gli inshigt in un mondo che si fa sempre più hybrid multicloud.
Gli annunci più recenti vanno appunto in questa direzione nell’ottica di completare l’ecosistema Data Fabric.patano
Roberto Patano, Manager Solution Engineer, NetApp Italia
Data Fabric: Any Cloud, One Experience
Gli annunci NetApp a livello infrastrutturale per modernizzare le infrastrutture tradizionali offrono la possibilità di movimentare le informazioni da un ambiente all’altro favorendo un’esperienza hybrid multicloud. In concreto, significa comprendere lo stato dei propri dati, applicazioni, sistemi e servizi; integrare tutto per mantenere il controllo; automatizzare definendo delle regole, monitorare lo stato del fabric e reagire, facendo sì che il dato sia disponibile quando e dove si ha la necessità, mettendo tutto in sicurezza attraverso accessi autorizzati.

Il cuore pulsante Ontap  9.6
Si innesta nei nuovi annunci la recente versione 9.6 del sistema operativo Ontap con interfaccia ridisegnata in chiave innovativa e reattiva in termini di semplificazione della gestione e del controllo dell’infrastruttura e funzionalità per portare l’alta disponibilità e la business continuity anche a livello entry level, nonché la possibilità gestire in modo affidabile ed efficiente la parte di encryption e un ulteriore miglioramento del supporto (3 anni full support, 2 di limited support e 3 di self service).
Per rendere le infrastrutture pronte per il cloud e l’hybrid cloud più efficiente, NetApp ha lavorato in termini di tiering (FabricPool per abbassare i costi dello storage primario distribuendo in modo automatico i dati ‘freddi’ nel cloud) e caching (FlexCache per accelerare il Tiering di secondo livello). Prosegue inoltre l’evoluzione di Ontap in termini Software Defined con l’introduzione di una licenza XL non solo per garantire flessibilità alla soluzione SD ma soprattutto velocità in ambienti di produzione.
La dotazione hardware del vendor mette in campo una delle famiglie Flash più complete sul mercato: dopo il recente annuncio della soluzione AFF320 All Flash midrange NvmE ent-to-end con latenza high end, da segnalare la nuova soluzione entry level AFFC190 di facile configurazione e con un prezzo molto abbordabile e appetibile a un’utenza tipicamente italiana Smb.
licensing
I vantaggi del cloud nell’on premise e viceversa
Alla volontà di andare dal data center verso l’esterno si affianca quella di portare l’esperienza del cloud pubblico all’interno dell’infrastruttura. Da leggersi in questo senso le due novità NetApp Kubernetnes Service on NetApp HCI – fornisce un motore di deployment Kubernates automatizzato, marketplace per le applicazioni con NetApp HCI, e Cloud Volumes on NetApp HCI, storage persistente dalle performance elevate, offerto tramite un'esperienza utente ottimizzata e semplificata su tutti i principali cloud pubblici, ora estesa on-premise con NetApp HCI, con l’obiettivo di consentire agli sviluppatori di costruire e sviluppare servizi cloud dove ritengono più opportuno, permettendo alle applicazioni di muoversi liberamente nell’infrastruttura verso e da ogni tipo di cloud, consentendo la mobilità dei servizi con i container per il private cloud, evitando quello che oggi è il ‘vendor lock in’ che potrebbe trasformarsi domani in 'cloud lock in'.
E dopo la disponibilità del servizio Cloud Volumes per Microsoft Azure per i file NetApp (oltre a quella già esistente su AWS), oggi si realizza il completamento con la disponibilità per Google Cloud in ottica multicloud.
Il nuovo Cloud Volumes ONTAP for Google Cloud offre performance, disponibilità e funzionalità di data protection necessarie alle organizzazioni per eseguire le proprie applicazioni business-critical in Google Cloud.
novita
Risorse on premise utilizzate e gestite in chiave moderna
Dopo l’estate è inoltre atteso l’arrivo di Fabric Orchestration, un tool per gestire le risorse ovunque esse siano ma anche automatizzare tutte le operazioni (backup, archiviazione, tiering, …), e poi Cloud Insights – una soluzione  multipiattaforma per controllo, gestione e visualizzazione delle risorse partendo da un servizio cloud con il  controllo anche di HCI e 'containerizzazione', nonché Active IQ – un’applicazione che permette di tenere sotto controllo in modo predittivo l’infrastruttura anche dal cellulare.
Da segnalare nuove offerte a consumo per consentire ai clienti di gestire, utilizzare e pagare in modo flessibile in ambienti di multicloud ibrido, in due opzioni: Consumo del cloud per NetApp HCI. I sistemi on-premise sono offerti sotto forma di modello di pagamento mensile radicalmente semplificato; Cloud Volumes Service on-premise, un servizio di storage dei dati NetApp on-premise a consumo completamente gestito.

Ecosistema dei partner = NetApp
All’interno della Data Driven Academy si è voluto mantenere un momento dedicato esclusivamente ai partner, una sorta di Partner Academy con l’obiettivo di raccontare attività, iniziative e progetti relativi ai partner di canale nel corso di quest’anno (vi racconteremo nel dettaglio a breve su ChannelCity). mari
Salvatore Mari, Channel & Alliances Sales Manager, NetApp Italia
Salvatore Mari, Channel & Alliances Sales Manager, NetApp Italia, passa un messaggio molto chiaro alla platea: “Il canale non è parte della strategia di NetApp; è la strategia di NetApp, senza se né ma”.
Le linee guida delle attività e le opportunità per i partner (presentate già a Madrid al recente NetApp Partner Executive Forum, qui il reportage) si inseriscono quindi nella Data Driven Society e poggiano su disegni Data Fabric customizzati sulle esigenze dei clienti. 

Data Fabric in Action: la sfida della gestione del dato
Sul palco dell'evento le testimonianze di aziende che hanno scelto NetApp per la gestione del dato. 
clienti
Aruba.it

Negli ultimi anni Aruba.it ha vissuto una crescita esponenziale che ha coinvolto molti ambiti: oggi gestisce 8 milioni di caselle di posta elettronica standard, circa 6 milioni di PEC, oltre 120 mila server dedicati dislocati nei dati center e un numero comparabile di virtual machine. I data center sono cresciuti nel tempo passando dai due data center gemelli situati ad Arezzo, a un campus nell’area di Bergamo (dove è prevista la realizzazione di cinque data center distinti (di cui il primo è già saturo ed è in corso la realizzazione del secondo), mentre è in cantiere la realizzazione di un data center a Roma per dare copertura al mondo PA. “La crescita esponenziale del dato è stata affrontata in maniera ingegneristica da Aruba.it, andando ad analizzare le caratteristiche dei singoli servizi da offrire; per esempio, quello di posta elettronica certificata che richiede caratteristiche di resilienza estremamente elevate su cui abbiamo realizzate un sistema di Business Continuity  basato su tecnologie NetApp o altri servizi con elevate richieste di performance come gli ambienti multitenant nel cloud per i quali abbiamo adottato la scalabilità orizzontale basandoci su tecnologie All Flash per garantire elevate performance ma anche poter sfruttare i meccanismi di deduplica”, illustra Enrico Gloria, Senior IT Architect, Aruba.it.
Aruba.it è partner di NetApp da diversi anni:
“Lavoriamo in modo congiunto su Ducati ma non solo; oggi è in fase di collaudo un servizio di conservazione sostitutiva per la Regione Lombardia basato su tecnologie NetApp FAS, in evoluzione verso tecnologie Storage Grid. Guardiamo con molto interesse alle evoluzioni verso le tecnologie NvMe e soluzioni multitenant che permettono di concentrare maggiormente grandi wokload su storage in grado di erogare la potenza necessaria in termini di IOP, il tutto da trasformare in servizio. Un altro punto di attenzione va all’evoluzione dei servizi verso uno sviluppo di applicativi container-based e, in quest’ottica, guardiamo al software defined storage di NetApp”, conclude. 

C.E.S.I.A, Università Bologna
Per C.E.S.I.A, Università Bologna il 2019 è stato l’anno delle direttive Agid (Agenzia per l’IT) che fornisce le linee guida per la PA  in questo caso specifico per la riduzione dei data center). “Le indicazioni state quelle di migrare tutto il data center in cloud. Un’operazione non banale per il data center dell’Università di Bologna simile a una grande azienda con 6.000 dipendenti, 80 mila studenti che fruiscono dei servizi, 15-16 mila accessi al wireless, 160 access point collegati, una molteplicità di applicazioni. Di fronte alla necessità primaria di rinnovo del contratto di housing del secondo data center, l’Università ha optato per la migrazione del proprio sistema di disaster recovery su Microsoft Azure,” dettaglia Stefano Benassi, IT Manager, C.E.S.I.A, Università Bologna.
universitabolognaIl 2019 si caratterizza quindi come l’anno della migrazione in cloud del Disaster Recovery a cui farà seguito la migrazione di tutti i servizi ‘cloudizzabili’, dovendo rivedere anche il modello di utilizzo delle applicazioni (avendo 700 macchine virtuali) e decidere cosa portare in cloud e cosa lasciare on premise. “Abbiamo immaginato  un modello di cloud ibrido, evitando di fare lock in: siamo quindi partiti anche nell’utilizzo di tecnologie NetApp HCI; è partita così la nuova sfida dell’iperconvergenza”, conclude Benassi.

Chiesi Farmaceutici
Come racconta Arrigo Guzzon, Group ICT Architect la sfida di Chiesi Farmaceutici (multinazionale farmaceutica con oltre 6.000 dipendenti in grande crescita, 27 paesi nel mondo, tre stabilimenti in Italia, Francia e Brasile e un grande centro di R&D con 600 ricercatori) è quella di una difficile pianificazione, da qui la necessità di predisporre un’infrastruttura in grado di agire in modo proattivo alle richieste anche non preventivate.
chiesiDa oltre 10 anni ha in essere una relazione con NetApp
di cui negli ultimi anni ha sfruttato tutte le funzionalità di clustering per estendere la potenza dei sistemi storage sia in orizzontale sia in verticale e tenere il passo delle nuove esigenze: “Grazie alla tecnologia flash, al clustering e all’espandibilità a caldo dei sistemi NetApp riusciamo a tenere a bada la complessità”, afferma Guzzon. “Le prossime sfide di Chiesi della gestione del dato sono allineate a quelle di NetApp come AI e cloud: i ricercatori vogliono analizzare le differenti tipologie di dati e correlarli in modo innovativo attraverso AI e Machine Learning. Stiamo inoltre investendo nella Robotic Processing Automation per automatizzare la ripetitività operativa degli operatori ai terminali/Pc e stiamo investendo molto in IoT inserendo sensori intelligenti IoT nei farmaci”. Negli sviluppi futuri il cloud gioca un ruolo fondamentale: “Da tempo  facciamo SaaS e ora guardiamo a IaaS e PaaS e il nostro prossimo passo sarà adottare un’estensione virtuale degli spazi disco su hyperscaler”, conclude Guzzon.

Ducati Motor Holding
Come spiega Konstantin Kostenarov, CTO, Ducati Motor Holding, la necessità di una revisione completa del modello operazionale ha portato Ducati ha fare un reengineering delle competenze tecniche dell’IT per affrontare le sfide di innovazione e l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche: “Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto grossi passi verso il cloud, con un completo ridisegno del data center che ha previsto anche l’attivazione del sito remoto di disaster recovery. In questo disegno NetApp è il partner tecnologico che propone soluzioni innovative in grado di essere promotore di partnership di ecosistema, evitando a Ducati di doversi occupare di altre integrazioni. E’ quindi un partner che ci permette di evolvere alla velocità richiesta dai nostri prodotti che, pur avendo un ciclo di sviluppo abbastanza lungo, sono altamente flessibili. Si distingue inoltre per competenze cross e come partner con cui collaborare anche per i progetti a valore”.  
ducatiTra le prossime sfide di Ducati c’è quella dei veicoli connessi: è tra i primi infatti ad avere avviato un progetto ambizioso per interconnettere le motociclette. A bordo delle moto da corsa vi è infatti una ‘sensoristica’ molto evoluta. Come spiega il Cto le informazioni vengono messe a disposizione di molte aree di business: R&D al fine di sviluppare componenti sempre migliori; predictive maintenance nonché il reparto di omologazione per intervenire in tempi molto rapidi qualora una legislazione cambi vi sia la necessità di adeguarsi alla nuova normativa.
E ancora ... c'è la sfida di aumentare il perimetro della raccolta dati aggiungendo algoritmi di intelligenza artificiale evoluti non solo per attività di predictive maintanance ma anche per virtualizzare la sensoristica. Inoltre, Ducati con NetApp sta lavorando alla creazione di Data Lake per fornire informazioni non solo all’ R&D e ai team interni ma anche agli ingegneri di pista; un’ulteriore scommessa è quella di estendere l’idea di connettività tra umano e bike all’ambiente circostante (l’azienda sta lavorando a un radar ambientale per inviare informazioni al pilota al fine di fornirgli indicazioni relativi agli aspetti di sicurezza).

Illumia
Marco Facchini, Responsabile Infrastruttura e Sicurezza IT di Illumia, inquadra l’azienda con sede a Bologna, attiva nel mercato molto competitivo delle utility (elettricità) con un organico di 200 persone. Tra le sfide tecnologiche recenti affrontate c’è la migrazione su sistemi SAP lo scorso gennaio: “Una sorta di ‘Big Bang’ da cui siamo usciti vincitori in cui prodotti NetApp hanno giocato un ruolo fondamentale, permettendo di continuare a mantenere parte dell’infrastruttura scelta nel 2014 e introducendo nuovi componenti senza necessità di ulteriore know-how".
illumiaLa tecnologia NetApp risulta strategica per gestire l’annoso problema delle bollette, affrontato con la tecnologia Storage Grid o storage a oggetti: “Disponiamo di 14 milioni di file microscopici: abbiamo fatto una scelta di  gestione dei file nello stile dei cloud service provider passando dai sistemi FAS all’object storage. Siamo stati tra i primi a utilizzare l’object storage come back end per le applicazioni SAP. Lo storage grid si presta inoltre per sviluppi futuri garantendo maggior efficienza e flessibilità e nello stesso modo la tecnologia FabricPool si pone come forte abilitatore”, chiarisce Facchini.

Sul palco romano
A Roma le le testimonianze di Roma Servizi per la Mobilità e Unione Italiana Tabaccai.
Entrambi gli interventi si sono concentrati sulla necessità di semplificare l'infrastruttura garantendo continuità, i clienti hanno adottato due soluzioni differenti.
In particolare, come illustrato da Stefano Berionne, Senior IT Engineer di Roma Servizi per la Mobilità, l’azienda ha adottato NetApp HCI per consolidare i workload di datacenter e garantirsi la flessibilità e modularità nella crescita del dato senza impattare sui costi del software.
Unione Italiana Tabaccai, come spiegato da Marco Giuricin, IT Architect, ha invece optato per un'infrastruttura più classica, puntando sulla Business Continuity e sulla necessità di governare un business che deve essere always on, utilizzando il Data Fabric esteso a un service provider esterno.
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