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Blockchain: JP Morgan Chase si fa la sua criptovaluta (o quasi)

È la prima grande banca a creare una valuta digitale e ad usarla, ma solo internamente e non seguendo i principi delle criptovalute alla Bitcoin

Tecnologie Trasformazione Digitale
JP Morgan Chase è la prima grande banca internazionale a creare una propria criptovaluta e ad usarla concretamente. Anche se questa mossa non va assolutamente considerata come un assist alle critpovalute più famose come Bitcoin, che anzi la banca statunitense ha sempre criticato e considerato poco più che una truffa. Tanto da impedirne l'acquisto mediante le sue carte di credito. E infatti la nuova valuta digitale, battezzata JPM Coin, opra su una base molto diversa da quelle in stile Bitcoin.

Che cosa effettivamente sia JPM Coin lo ha spiegato sinteticamente Umar Farooq, responsabile delle iniziative Blockchain di JP Morgan Chase: "È una valuta digitale progettata per fare pagamenti istantanei usando le tecnologie blockchain. Scambiare valore tra controparti diverse su una blockchain richiede una valuta digitale, ed ecco perché abbiamo creato JPM Coin".

Dalla spiegazione si intuisce già che l'elemento positivo chiave per JP Morgan Chase è l'utilizzo di blockchain e dei ledger distribuiti, non la filosofia di Bitcoin. A confermarlo è lo scenario d'uso che la banca ha individuato per JPM Coin: il trasferimento immediato di denaro tra conti istituzionali di grandi clienti, individuati e identificati direttamente dalla banca.

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JPM Coin serve quindi a gestire una operazione tradizionale - i bonifici bancari, specie internazionali - utilizzando un sistema diverso dalla classica rete Swift: la blockchain Quorum creata dalla stessa JP Morgan Chase, a cui possono accedere solo realtà bene identificate (è, in gergo tecnico, una blockchain permission-based). Usare una blockchain invece delle reti interbancarie tradizionali ha il vantaggio della velocità: il trasferimento di valore è istantaneo, mentre normalmente richiederebbe almeno un paio di giorni.

JPM Coin appare quindi più come una necessità tecnica per usare blockchain che una vera valuta. Oltretutto il suo valore è definito a priori (un dollaro americano) e non dipende dall'esecuzione nel tempo di operazioni di mining. Un JPM Coin viene "emesso" a fronte del deposito in banca di un corrispondente dollaro. Non è quindi una criptovaluta, cosa anche logica considerando la (poca) considerazione che JP Morgan Chase ne ha sempre avuto.

Per ora JPM Coin sarà usato in alcuni test con clienti scelti da JP Morgan Chase. In futuro non si esclude che il sistema definito dalla banca statunitense si estenda oltre la rete Quorum, come anche che comprenda altre valute e tipi di clienti diversi. Ma sempre restando nell'ambito delle transazioni business-to-business.
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