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Lenovo, quando l’IT diventa Intelligent Transformation

Di scena al Transform 2.0 di New York l’accordo strategico con NetApp e la nuova linea ThinkShield di soluzioni per la cybersecurity

Tecnologie Trasformazione Digitale Cloud
New York - Buona anche la seconda. E sempre nella Grande Mela. Dove Lenovo ha organizzato a metà settembre la seconda edizione dell’evento Transform. Nel solco tracciato lo scorso anno, quello della Intelligent Transformation, Yang Yuanqing, Presidente e CEO di Lenovo, ha sottolineato in apertura che il nuovo corso del colosso sta dando ottimi risultati, ben suggellati tra l’altro dall’ultima trimestrale, resa nota a metà agosto, e caratterizzata da una solida crescita a doppia cifra, come non accadeva da dieci trimestri. Non a caso, quindi, Yang Yuanqing ha parlato di “ulteriore accelerazione della nostra trasformazione sulla base di questi numeri”, con parole che poi hanno trovato pieno significato nel corso della giornata, caratterizzata tra l’altro dagli annunci dell’accordo strategico e della relativa joint-venture con NetApp e della nuova linea ThinkShield, una soluzione completa per la gestione della sicurezza IT. 

Oltre mille partecipanti
E di sicuro non è altrettanto per caso che l’incontro newyorkese sia stato chiamato “Transform 2.0”: quello che sembrerebbe a prima vista un abusato vezzo mutuato dalle release software è in realtà la vera cifra dell’evento, nel quale Lenovo ha mostrato tutta la propria potenza di fuoco di fronte agli oltre 1.000 intervenuti, tra clienti e partner, con nomi di rilievo quali Intel, Microsoft, Nutanix, DXC, Citrix, Veeam e VMware. Dai prodotti alle soluzioni, ce n’era davvero per tutti i gusti, con vere e proprie chicche di innovazione come il sistema di raffreddamento per server Neptune oppure il nuovo ThinkPad X1 Extreme, fresco del debutto di fine agosto all’IFA di Berlino e primo della pluripremiata linea di laptop premium di casa a includere la grafica discreta Nvidia. Logico quindi che Yang Yuanquing abbia voluto enfatizzare come “possiamo dire di avere un programma completo per l’Intelligent Transformation”, con punti di forza quali “la più vasta gamma di offerta di device al mondo, la leadership nel data center e le soluzioni verticali intelligenti basate su algoritmi, fondate sulle partnership che abbiamo costruito nel corso degli anni”.

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Yang Yuanquing, Chaiman e CEO di Lenovo nel keynote di apertura di Transform 2.0

Verso la trasformazione intelligente
L’intelligenza è un concetto che è risuonato più di una volta durante Transform 2.0, e non solo perché si trattava del tema dell’evento, che era appunto “Empowering intelligent transformation”, ma proprio in quanto per Lenovo la vera essenza della digital trasformation è quella di essere una “Intelligent Transformation”, il cui acronimo non a caso è proprio IT, che ha la sua cifra nella realizzazione di soluzioni complete con funzionalità intelligenti, che siano in grado di trasformare il business delle aziende e allo stesso tempo migliorare l'user experience. Ma soprattutto è una trasformazione intelligente in quanto è guidata dalle nuove tecnologie, come in primis l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, l'Internet of Things, la blockchain e il 5G.

Storage in primo piano
È invece stato Kirk Skaugen, President del Data Center Group di Lenovo, a entrare più nel vivo del piatto forte della giornata: l’accordo con NetApp, numero due globale dell’external storage dietro a DellEMC e numero uno nell’ambito flash, che pone Lenovo in grado di “offrire il più grande portafoglio di prodotti e soluzioni per lo storage e il data management della sua storia, in grado di rivolgersi al 90 per cento delle esigenze del mercato storage, al posto dell’attuale 15 per cento”. Nelle parole di Kirk Skaugen e in quelle di Brad Anderson, Senior Vice President e General Manager della Business Unit Cloud Infrastructure di NetApp, è stato sottolineato come le due aziende siano nella posizione adatta per proporre congiuntamente nuove soluzioni storage e di gestione dati all'avanguardia, grazie ai rispettivi punti di forza tecnologici e di supply chain allargata. Ma soprattutto, la partnership è immediatamente operativa: le prime soluzioni, ThinkSystem DE e DM Series (qui qualche dettaglio in più sui primi prodotti), sono infatti già disponibili, ma l’obiettivo più ampio è quello di sviluppare una gamma completa di prodotti storage a marchio Lenovo, che coniughi le soluzioni flash di NetApp con l’infrastruttura ThinkSystem di Lenovo, capitalizzando sul software NetApp e sulle capacità produttive e di supply chain di Lenovo, ritenuta all’avanguardia da più parti.  

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Anche una joint venture
Non solo: Lenovo e NetApp hanno anche rivelato una nuova joint venture in Cina, che prevede di iniziare le proprie operazioni dalla prossima primavera e che sarà dedicata alle soluzioni storage e di data management studiate per l’ecosistema del mercato cinese, che è attualmente quello a mostrare la maggiore crescita. Infine, altro piatto forte di Transform 2.0 è stato l’annuncio di ThinkShield, linea omnicomprensiva di soluzioni per la sicurezza IT studiata per proteggere sia i dispositivi sia le identità e le credenziali degli utenti, lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti e delle informazioni

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Obiettivo acquisizione?
Se l’accordo con NetApp nasce chiaramente nel segno del cloud ibrido, con l’obiettivo di competere con maggiori frecce al proprio arco con HPE e DellEMC, i primi commenti durante l’evento di New York si incentravano sul fatto che l’accordo tra Lenovo e NetApp potrebbe costituire a ben guardare il primo passo verso l’acquisizione. Non fosse altro che per il fatto che sia HPE sia DellEMC hanno notoriamente rafforzato il proprio portafoglio in ambito storage proprio tramite acquisizioni. Ma per ora si tratta solo di speculazioni. Corroborate però dalla circostanza, notata più volte nel corso dell’evento newyorkese, che i vertici di Lenovo non hanno perso alcuna occasione per sottolineare il carattere “internazionale” della società, proprio per scrollarsi di dosso la connotazione di azienda cinese, fatto che potenzialmente, 
con l’attuale amministrazione Usa, potrebbe costituire un ostacolo all’acquisizione. 

Internazionalità alla ribalta
In una conversazione con la stampa italiana, Luca Rossi, che dall’ufficio di San Paolo in Brasile occupa la posizione di President Emea e Latin America oltre che quella di Vice President di Lenovo, ha snocciolato alcuni dati significativi: “disponiamo di 34 siti produttivi e di Centri di Ricerca e Sviluppo in tutto il mondo, siamo presenti in 160 Paesi con 60 filiali dirette e 50mila dipendenti, per un fatturato nell’ordine dei 50 miliardi di dollari all'anno, ma soprattutto rappresentiamo al nostro interno numerose culture diverse. Solo per fare un esempio, nel nostro Comitato esecutivo vi sono 14 persone, tra cui due italiani (lo stesso Rossi e Gianfranco Lanci, Presidente e COO dell’azienda, NdR), di sette nazionalità diverse che vivono tutti in Paesi diversi. Questo è il tratto che ci contraddistingue rispetto a molti competitor: una cultura internazionale costantemente arricchita dalle diversità, alla quale noi attribuiamo massima rilevanza”. Di sicuro il carattere davvero “internazionale” di Lenovo è innegabile, ma forse può aiutare anche il fatto di aver acquisito nel corso degli anni business “made in Usa” come i ThinkPad e i ThinkSystem di IBM o i telefonini di Motorola. Marchi solidamente yankee da cent’anni. 

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