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Il supercomputer privato più potente è di Eni e poggia su tecnologia HPE

Con l'avvio del sistema HPC4 Eni si porta a 22,4 petaflop di potenza di calcolo. Da top ten mondiale del supercomputing. Si basa su tecnologia HPE ed è costituito da 1.600 nodi ProLiant DL380

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Le aziende puntano decisamente sull'High Performance Computing come base tecnologica per migliorare il proprio business e in questa ricerca della massima potenza di calcolo l'italiana Eni ha fatto segnare un importante risultato. L'azienda ha infatti avviato un nuovo sistema di supercomputing denominato HPC4, che offre una performance di picco di 18,6 petaflop. Assommandoli alla potenza di calcolo del sistema già operativo HPC3, Eni può contare su un sistema integrato da ben 22,4 petaflop.

Eni sottolinea che questo valore pone HPC4-HPC3 nella top ten mondiale dei supercomputer. In effetti prendendo come riferimento la lista Top500 dello scorso novembre il sistema di Eni si collocherebbe al nono posto per potenza di picco, dietro al supercomputer giapponese Oakforest (da 24,9 petaflop) e scalzando Sequoia (20,1 petaflop). È anche più significativo che il sistema di Eni sia il più potente tra quelli non governativi e non istituzionali. Il primo paragonabile, anche per il settore di mercato in cui le aziende operano, è il sistema Pangea di Total da 6,7 petaflop.

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Il Green Data Center di Eni, ossia la combinazione di HPC3 con il nuovo HPC4, fa da supporto all'attività operativa dell'azienda, spaziando dalle fasi di esplorazione e sviluppo dei giacimenti sino alla gestione dei dati generati da tutti gli asset produttivi. HPC4, in particolare, gestirà l’esecuzione e l’evoluzione degli algoritmi dedicati all’imaging geofisico tridimensionale, alla modellizzazione dei sistemi petroliferi e all’elaborazione di modelli di simulazione di giacimento e di ottimizzazione degli impianti produttivi. Tutti gli algoritmi in uso sono stati sviluppati da Eni.

La combinazione del nuovo supercomputer e degli algoritmi proprietari permette tra l'altro di ridurre i rischi nella fase esplorativa ma anche - ha spiegato Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni - "di aumentare il livello di affidabilità, integrità tecnica e continuità operativa di tutti i nostri impianti, con benefici sia in termini di sicurezza che di impatto ambientale".

HPC4 è stato fornito da HPE ed è costituito da 1.600 nodi ProLiant DL380, ognuno dotato di due processori Intel a 24 core e due acceleratori Nvidia Tesla P100. I nodi sono connessi attraverso una rete ad alta velocità InfiniBand.
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