L'Amministraazione Trump starebbe per investire in diverse aziende statunitensi del mondo quantum computing, acquisendo in cambio una partecipazione azionaria
L'Amministrazione Trump ha dato un altro segnale che le tecnologie IT di frontiera - e a dire il vero anche quelle più tradizionali - sono in questo momento considerate di sensibile importanza strategica. A quanto riporta il Wall Street Journal, il Governo USA si starebbe preparando a replicare la strategia "fondi in cambio di azioni" che ha già fatto un certo scalpore nel caso di Intel, stavolta nel settore del quantum computing.
In sostanza, il Governo USA sarebbe intenzionato a concedere fondi federali ad alcune aziende di rilievo ma solo in cambio di una significativa partecipazione azionaria. Le aziende per ora coinvolte sono tutte nomi abbastanza noti del quantum computing: IonQ, Rigetti Computing, D-Wave Quantum, Quantum Computing, Atom Computing. Per le prime tre le trattative sarebbero già avviate, mentre per le altre due si sarebbe ancora a una prima fase esplorativa.
Le solite fonti anonime ma bene informate indicano che il Governo USA sarebbe disposto ad investire nelle imprese interessate almeno 10 milioni di dollari ciascuna. Non è chiaro però quanto effettivamente queste somme rappresenterebbero una vera nuova spesa perché, come è accaduto per Intel, i fondi usati potrebbero in effetti essere già coperti dal Chips Act lanciato dall'Amministrazione precedente.

Non è un mistero che Trump non sia mai stato un fan del Chips Act e di altri piani simili di investimento statale, che considera un po' troppo a fondo perduto. Se però gli investimenti pubblici sono erogati a fronte di una partecipazione azionaria dello Stato nelle imprese agevolate, lo scenario cambia.
L'impressione è che l'Amministrazione Trump abbia intenzione di replicare il modello-Intel in tutti i settori in qualche modo collegati alla sicurezza nazionale. Una mossa che tra l'altro ha senso anche finanziariamente: il valore delle azioni delle aziende partecipate dallo Stato sinora è salito dopo l'ufficializzazione degli accordi , quindi di fatto la spesa fatta dal Governo viene in parte immediatamente compensata.
Le reazioni delle aziende del quantum computing oggetto di questo interesse sono, a quanto si riporta, genericamente positive. L'elaborazione quantistica è certamente un campo di interesse per i Governi, date le sue potenzialità, ed è quindi ragionevole che chi lavora in questo campo si aspetti dallo Stato un riconoscimento del valore delle sue tecnologie. D'altro canto, legarsi troppo al Governo riduce lo spazio di manovra nella gestione della propria impresea e può anche diventare un rischio commerciale. Come aveva spiegato la stessa Intel ai suoi azionisti al momento della cessione delle sue quote allo Stato.