Nvidia entra in Intel e avvia una collaborazione tecnologica per sviluppare chip che integrino le sue tecnologie AI con la parte CPU x86 storica di Intel
Una partnership tecnologica ma anche l'acquisto di una quota della società che dovrebbe, fatti i conti, aggirarsi intorno al 3%: è l'accordo che Nvidia e Intel hanno definito e che comprende anche l'investimento - in cambio appunto di una partecipazione azionaria - di ben cinque miliardi di dollari della prima nella seconda.
È la terza operazione di questo tipo che il nuovo management di Intel mette in atto di recente, dopo quelle che hanno coinvolto prima la holding giapponese SoftBank (2 miliardi investiti per il 2% circa della società) e poi il Governo USA (il 10% delle azioni per lo sblocco di investimenti pregressi). In questo filone rientra anche la cessione del 51% di Altera a Silver Lake Technology Management, per tre miliardi di dollari.
Più che le somme di denaro coinvolte, comunque cospicue (10 miliardi di dollari che salgono a 19 se si aggiungono quelli sbloccati dal Governo USA), in queste operazioni conta probabilmente il segnale che viene dato al mercato, da tempo un po' perplesso sulle possibili vie di sviluppo di Intel. Da un lato l'azienda sta "potando" i suoi rami meno convincenti a breve termine, dall'altro sta portando a bordo realtà che garantiscono un suo sviluppo a medio-lungo termine.

Se nel caso del Governo USA questa "sostenibilità aziendale" a lungo termine deriva dalla strategicità di Intel come azienda statunitense della microelettronica, nel caso ora di Nvidia il tema di fondo è strettamente tecnologico: meglio collaborare con l'azienda leader attuale dell'AI che svenarsi nell'inseguirla lungo strade che non sono proprie. Così i tre miliardi in ballo vedono l'avvio di una collaborazione in cui ciascuna delle due aziende fa quello che sa fare meglio: componenti di AI per Nvidia e componenti x86 per Intel.
La parola chiave degli annunci ufficiali è infatti "customizzazione". Intel realizzerà per Nvidia dei chip custom in architettura x86 che - si intuisce, mancano ancora molti dettagli sulla collaborazione - faranno da CPU specializzate controparti delle GPU nelle architetture Nvidia per data center. La collaborazione riguarda anche il mercato del personal computing, con Intel che produrrà SOC custom sempre in architettura x86 ma con integrati chiplet-GPU Nvidia RTX. Si tratta di chip che dovrebbero essere alla base di una nuova generazione di AI PC decisamente griffati Nvidia.
Come accennato, mancano ancora molti dettagli sulla componente tecnologica dell'accordo Intel-Nvidia. L'impressione è che Intel si stia sempre più muovendo nella logica da tempo delineata dal CEO Lip-Bu Tan: progettare e realizzare chip innovativi (quasi) solo quando esiste già un cliente importante disposto a investire per tali nuovi sviluppi tecnologici. In sintesi: più anima "foundry" - a giustificare costi operativi sempre elevati - e meno anima di guida dell'innovazione microelettronica. Per ora, probabilmente va bene così.