▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Cisco: solo un’azienda su dieci è pronta per cogliere il potenziale dell’AI

Seconda edizione dell’indagine AI Readiness Index: solo il 13% delle imprese è ‘del tutto pronta’ per l’AI a livello di dati, con l’Italia ferma al 10%

Tecnologie

Si amplia il divario tra l’urgenza con cui le aziende ritengono di dover implementare l’AI e il loro livello di preparazione. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’indagine AI Readiness Index di Cisco, che ha coinvolto 8.000 aziende in 30 Paesi, Italia compresa, con l’obiettivo di capire quanto le aziende sono pronte a investire nell’AI, a implementarla e a utilizzarla.

In quasi tutte le imprese (nel 98% dei casi) l’urgenza di agire è aumentata nell’ultimo anno; nonostante ciò, la ricerca rivela che il livello generale di “prontezza” (readiness) delle imprese rispetto all’AI è in realtà diminuito. Oggi solo il 13% delle aziende è del tutto pronta a catturare il potenziale dell’AI; erano il 14% l’anno scorso.

L’evoluzione della situazione in Italia è leggermente diversa: il 9% delle aziende, un punto in più del 2023, risulta oggi totalmente pronta rispetto all’AI: il senso di urgenza è aumentato per tutte (95%) ma l’arco temporale disponibile per fare passi concreti è mediamente percepito come più ampio. Il 48% dei rispondenti italiani (11 punti in meno) rispetto al 59% a livello globale, pensa che ci sia meno di un anno di tempo.

Oltre a scoprire che solo il 13% delle aziende a livello globale sono del tutto pronte a implementare le loro strategie AI, dal report Cisco emergono alcuni altri dati molto significativi. In merito all’urgenza, la maggior parte (85%) pensa che 18 mesi sia il tempo massimo, ma oltre la metà (59%) pensa che restino appena 12 mesi. Come detto, il dato italiano è differente, con il 48% che ritiene di avere solo un anno di tempo.


Per la strategia, il 28% delle aziende globali interpellate risulta del tutto pronta dal punto di vista strategico. Per l’Italia questo dato scende al 19%. A livello globale, è la cybersecurity la priorità principale da curare per implementare l’AI, con il 42% dei rispondenti dichiara di aver raggiunto un livello avanzato in questo senso. L’infrastruttura, al 40%, è la seconda priorità; subito dopo ci sono le capacità di analisi dei dati e di gestione dei dati, citate tra le priorità nel 39% dei casi.

Riguardo agli investimenti, nei prossimi cinque anni circa il 30% dei budget IT sarà dedicato all’AI: quasi il doppio rispetto a oggi. Per circa la metà delle aziende, i progetti AI implementati nelle loro aree prioritarie non hanno raggiunto quest’anno risultati pari alle aspettative, ma il 59% pensa che l’impatto degli investimenti AI supererà le attese dopo 5 anni. Sono di questa opinione anche il 28% delle realtà italiane coinvolte.

Per l’infrastruttura, considerando il livello di preparazione complessivo, sono del tutto pronte dal punto di vista infrastrutturale il 15% delle aziende globali. In quest’area l’Italia registra un risultato inferiore, con un 10%. A livello globale il livello di arretratezza più significativa sul grado di preparazione delle aziende si è registrato quest’anno sul tema delle infrastrutture. Ci sono problemi in varie aree, tra cui la capacità di calcolo, le performance della rete nel data center e la sicurezza. Solo il 21% delle organizzazioni ha già le GPU necessarie per le esigenze attuali e future dell’AI. Il 30% dei rispondenti dichiara di essere già in grado di proteggere i dati nei modelli AI con crittografia end-to-end, audit di sicurezza, monitoraggio continuo, risposta immediata alle minacce.


Per i dati, la situazione a livello globale vede il 13% delle imprese “del tutto pronte” per l’AI dal punto di vista dei dati, con l’Italia ferma al 10%. A livello globale, circa un terzo (il 32%) dei rispondenti ritiene di essere pronto, dal punto di vista dei dati, ad adattare, implementare e sfruttare pienamente le tecnologie AI. La gran parte delle aziende (l’80%) riporta che vi sono delle inconsistenze, delle mancanze nel pre-processing e nella pulizia dei dati da usare nei progetti AI. Questa percentuale rimane quasi pari a quella registrata un anno fa (81%). Il 64% dei rispondenti ha dichiarato di ritenere di poter migliorare la sua capacità di tracciare l’origine dei dati.

Per gli skill, la carenza di personale qualificato è una delle sfide principali per quanto riguarda gli aspetti di infrastruttura, dati e governance, il che evidenzia ancora una volta quanto sia fondamentale il ruolo del capitale umano per portare avanti le iniziative AI. Solo il 16% delle imprese a livello globale ritiene di essere pronta in termini di competenze/personale. In Italia siamo al 13%. Il 24% dei rispondenti a livello globale dichiara che l'organizzazione in cui opera non ha sufficiente personale interno per implementare con successo progetti AI. Il 24% ritiene che sul mercato del lavoro nel settore non ci siano abbastanza persone con le competenze giuste per affrontare la crescente domanda di AI.

A livello di governance, sono del tutto pronte solo il 16% delle aziende globali interpellate e il 15% di quelle italiane. Parlando della completezza delle policy e dei protocolli adottati nelle loro organizzazioni, il 31% dei rispondenti a livello globale ha detto che sono complete. Il 51% ha detto che un ostacolo al miglioramento rispetto alla capacità di governance risiede nella carenza di personale, disponibile sul mercato del lavoro, con esperienza specifica sul tema, sull’etica e sulle normative legate all’AI.

Infine, sul tema della cultura aziendale in merito all’AI, a livello complessivo, pochissime realtà sono del tutto pronte ad abbracciare l’AI, e il dato è analogo anche per l’Italia: siamo al 9% delle aziende globali e al 7% di quelle italiane. A livello globale, la ricerca registra che il top management delle aziende ora risulta meno propenso ad abbracciare il potenziale di trasformazione dell’AI. Nel 66% dei casi i rispondenti dichiarano che la direzione aziendale ha una ricettività alta o moderata sul tema, ma l’anno scorso questo dato era all’82% del totale. Nel 30% delle organizzazioni si riporta che tra i dipendenti c’è una limitata volontà di adottare l’AI, se non una vera e propria resistenza a farlo.


Tra poco ci saranno solo due tipi di aziende: quelle che sono aziende AI e quelle che non sono più rilevanti. L’AI ci sta facendo ripensare tutto: richiesta energetica, capacità di calcolo, connettività ad alte prestazioni nei e tra i datacenter, requisiti dati, sicurezza e altro ancora. A prescindere da dove si trovano nel loro percorso AI, le aziende devono adeguare i data center che hanno e le loro strategie cloud per le nuove esigenze e avere un piano di adozione dell’AI, agile e resiliente, che possa evolvere”, commenta Jeetu Patel, Chief Product Officer di Cisco.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Abbonati alla rivista ImpresaCity Magazine e ricevi la tua copia.

Notizie correlate

Speciali Tutti gli speciali

Reportage

Red Hat Summit Connect 2024

Reportage

WPC 2024

Speciale

Speciale Data Center

Speciale

Speciale Hybrid Working

Reportage

Cybertech Europe 2024

Calendario Tutto

Gen 23
Nutanix Cloud Day Roadshow - Bari

Magazine Tutti i numeri

ImpresaCity Magazine


Leggi il Magazine

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter