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Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina sul mercato ICT

IDC stima pochi contraccolpi diretti per il mercato ICT, ma sanzioni e tensioni geopolitiche peseranno parecchio per tutte le imprese.

Mercato e Lavoro

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta avendo impatti importanti anche nei settori tecnologici. Non solo perché i due Stati sono fornitori di alcune materie prime importanti nei processi di produzione dei semiconduttori, ma soprattutto perché le sanzioni economiche contro Mosca influenzeranno anche il mercato dell'ICT. Più in generale, il conflitto rischia di generare macro-dinamiche negative di cui bisognerà tenere conto.

IDC ha cercato di stimare gli effetti del nuovo scenario geopolitico sulla domanda di soluzioni ICT e sui mercati tecnologici in generale. Effetti che sono già nella mente e nelle strategie dei decisori aziendali, tanto che - spiega appunto IDC - circa la metà di un campione di imprese analizzato ad hoc ha dichiarato di stare rivedendo il proprio budget tecnologico per l'anno in corso. E per il 10% del campione sono in arrivo "forti modifiche" alle intenzioni di spesa.

IDC sottolinea che il conflitto russo-ucraino avrà un impatto diretto sul mercato ICT globale tutto sommato limitato, perché Russia e Ucraina insieme fanno solo il 5,5% della spesa ICT europea e solo l'1% di quella globale. Il mercato ICT nelle due nazioni è destinato a frenare con decisione, ovviamente. Ma altrove la crisi potrebbe invece far aumentare la spesa tecnologica, per i nuovi investimenti che si prevedono negli ambiti Difesa e sicurezza (anche cyber security).

I veri effetti negativi della crisi sui vari mercati si dovranno ad effetti indiretti sulle supply chain delle imprese e sui costi dell'energia. Lato supply chain, la circolazione delle merci sarà in vario modo limitata e questo porterà problemi a diverse aziende, anche quelle che non hanno rapporti diretti con le nazioni in conflitto. Il consiglio di IDC alle imprese è quello di valutare se le proprie supply chain sono vulnerabili, e muoversi poi di conseguenza diversificando gli approvvigionamenti.

Lato energia, le nazioni che sono maggiormente dipendenti dalle forniture di gas dall'Est - tra cui l'Italia - dovranno modificare velocemente la composizione del loro mix energetico a breve termine. Sempre tenendo presenti - e non è semplice, ora - gli obiettivi a lungo termine legati alla decarbonizzazione. Questo potrebbe rappresentare un fattore positivo di sviluppo per le energie pulite, ma a breve termine saranno molto più evidenti le conseguenze negative del conflitto. I maggiori costi dell'energia metteranno in difficoltà il lavoro di tutte le aziende.

La guerra e le sanzioni hanno sostanzialmente fatto scomparire Russia e Ucraina dal mercato ICT. Per la guerra, certo, ma anche perché molte aziende globali che vi avevano attivato loro filiali hanno smesso di operare localmente. Questo comporta un doppio ordine di problemi. Da un lato, skill e competenze dei tecnici russi ed ucraini non sono più disponibili, sul mercato in generale. Dall'altro, più in particolare, le imprese che avevano attività e centri di sviluppo e/o supporto in Russia o in Ucraina devono compensare velocemente, in qualche modo, la loro disattivazione.Ragionando più a medio-lungo termine, IDC sottolinea che la crisi russo-ucraina può scatenare alcune macro-dinamiche i cui effetti non sono ancora completamente stimabili. Certo è prevedibile una maggiore volatilità dei mercati, come anche impatti negativi sull'Euro in quanto valuta della regione - l'Europa - più direttamente coinvolta nel conflitto. Nuove alleanze di mercato potrebbero definirsi per compensare quelle interrotte dalla guerra. E a proposito di guerra: nessuno vuole un conflitto mondiale "guerreggiato", ma una cyber-war estesa è sempre possibile. Con le aziende come vittime collaterali.

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