Dell cede il controllo di VMware per andare verso due aziende più autonome. Ma anche verso un dividendo da quasi dieci miliardi di dollari.
Vale decisamente il vecchio detto:
tanto tuonò che piovve. Dopo essere stato ventilato innumerevoli volte e in tante forme, lo
spinoff di VMware da Dell Technologies diventa realtà. La casa madre
ha deciso di cedere la quota di maggioranza (81%) che detiene in Vmware e di dare vita così, entro fine anno, ad
una VMware di nuovo indipendente. Il motivo della decisione è ufficialmente quello che si dà in tutte le operazioni di questo genere: le due società indipendenti potranno crescere meglio - e "
sbloccare significativo valore per gli stakeholder", si sottolinea - rispetto a quanto potrebbero fare insieme.
In realtà
le cose non sono proprio così immediate. Dell e VMware sono state combinate così a lungo e così profondamente che la separazione richiede una notevole cautela. Per questo Dell ha badato a sottolineare che, anche dopo lo spinoff, le cose continueranno per diversi anni ad
andare come sono andate sinora. Più in dettaglio, Dell Technologies e VMware definiranno un
accordo commerciale di cinque anni, estendibile poi di anno in anno, che "
mantenga i vantaggi e l'allineamento strategico della relazione attuale".
Lo scopo dell'accordo è tra l'altro tutelare la stabilità e lo sviluppo dei prodotti
che integrano tecnologie di entrambe le aziende, come VxRail, VeloCloud o VMware Cloud on Dell EMC. Come anche formalizzare la collaborazione tecnologica su
una decina di temi chiave come edge computing, modernizzazione delle telco,
5G. E garantire che le soluzioni VMware possano ancora essere veicolate dal
canale Dell e finanziate con i Dell Financial Services. In questo senso va sottolineato che il canale Dell ha rappresentato il 35% circa del giro d'affari di VMware nell'anno fiscale 2021. E che negli ultimi tre anni VMware ha "mosso" qualcosa come
quattro miliardi di dollari in finanziamenti Dell.
L'impressione è che Dell badi bene a
rassicurare il mercato sul fatto che non perderà l'accesso alle tecnologie VMware, sottolineando però parallelamente che la stretta integrazione tra le due aziende non è più un valore indispensabile. Le dichiarazioni da comunicato stampa indicano che Dell può "
accogliere nuove opportunità attraverso un ecosistema aperto".
E lo stesso
Michael Dell, Chairman CEO di Dell Technologies, nel confronto con gli analisti di mercato ha sottolineato che "
Per quanto abbiamo avuto grandi sinergie di fatturato tra VMware e Dell Technologies negli ultimi quasi cinque anni, il mercato non sembra apprezzare una combinazione hardware-software". Così quella che i suoi manager ora chiamano "core Dell" forse può muoversi meglio da sola.
Difficile poi non vedere nell'operazione anche un modo efficace di
portare denaro in cassa per ridurre l'indebitamento della casa madre. Con lo spinoff, VMware distribuirà un
dividendo straordinario da 11-12 miliardi di dollari che farà contenti tutti gli azionisti. E di cui Dell Technologies prenderà ovviamente la gran parte: 9-10 miliardi di dollari che porteranno il debito non collegato ai servizi finanziari
da circa 33 miliardi di dollari a poco più di 24. Una bella boccata d'ossigeno che aiuterà Dell nelle valutazioni degli operatori finanziari.
Le strade dopo la separazione
Attenzione però a considerare lo spinoff come una semplice
operazione di chirurgia finanziaria. Sarebbe riduttivo, crediamo, perché comunque le cose per le due aziende cambiano. Di sicuro in prospettiva e nella percezione del mercato.
Per molti anni
VMware è stata considerata il gioiello della corona di Dell Technologies: tecnologie d'avanguardia, forte crescita, stretto legame con i modelli più in voga dell'IT. Lo spinoff non dovrebbe farle paura, sebbene perda la massa critica di Dell e
si trovi da sola in un mercato sempre più agguerrito e innovativo. E
l'addio di Pat Gelsinger, che a questo punto è ben arduo non collegare allo spinoff,
non è un buon segno. Come anche sarà da valutare l'effettivo andamento dell'accordo "gattopardesco" per cui tra Dell e VMware
cambia tutto perché però non cambi niente per cinque anni.
E
la "core Dell"? Nella call con gli analisti finanziari è stato ben evidenziato che l'azienda
si considera leader nei mercati in cui compete: server, PC, sistemi di storage esterni, infrastruttura IT per il cloud, sistemi iperconvergenti, storage software. E che per Dell il suo portafoglio software
sostanzialmente non cambia con l'uscita di VMware, per via dell'accordo quinquennale. Il messaggio, semplificando, sembra che una
Dell più "agnostica" sul software sia comunque
in linea con il modello IT multicloud che è il preferito delle imprese.
Lo spinoff di VMware appare in questo senso come il
benservito definitivo alla vecchia impostazione della "Federation" di epoca EMC, anche se lo stesso messaggio era arrivato già chiaramente con la
cessione di RSA. E c'è la sensazione che le componenti software siano ora di fatto
considerate meno strategiche e da portare in casa attraverso collaborazioni e partnership. Considerando la strada seguita da altri grandi nomi
come IBM o
come HPE, si nota una
marcata differenza. Quanto questa possa pesare concretamente, lo dirà in prospettiva il mercato, smentendo o confermando le parole di Michael Dell sul valore della combinazione hardware-software.