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Hitachi Vantara, il valore della digitalizzazione

Trasformare i dati in valore con soluzioni DataOps di gestione a tutto tondo delle informazioni

Tecnologie Trasformazione Digitale Cloud
Hitachi Vantara è oggi sempre più legata alle strategie del gruppo giapponese di cui fa parte. Una strategia in forte cambiamento, come racconta Marco Tesini, Regional vice president Southern Europe e Country manager di Hitachi Vantara Italia, citando il “ritmo sempre crescente dell’innovazione, che condanna alla sparizione chi non si adegua. Bastano due indicatori per capire lo scenario: il 90 per cento dei dati di oggi sono stati creati negli ultimi due anni, e il 90 per cento delle aziende che nel 1955 erano presenti nell’indice Standard&Poor’s 500 non esiste più”. Non solo: oggi, “il tempo medio di vita di un’azienda presente nell’indice S&P 500 è di 14 anni, ma soprattutto il 75 per cento delle società oggi presenti nell’indice non esisterà più nel 2027, oppure sarà cambiata”, prosegue Tesini.  

Obiettivo digitalizzazione

La domanda che Hitachi, presente nel 2017 alla posizione numero 71 dell’indice S&P 500, si è quindi legittimamente posta è quella se fosse o meno destinata a scomparire, in base al destino prefigurato dalle implacabili statistiche. La risposta è stata sì, in assenza di un deciso cambiamento: è da qui che nasce quello che Tesini definisce “un ambizioso progetto di trasformazione” dell’intero gruppo Hitachi, presente come noto in molti settori, dove l’ambito “Information & Telecommunications” pesa per circa il 20 per cento. Al cuore di questa strategia di trasformazione, sottolinea Tesini, è “l’idea di digitalizzare rapidamente l’intero gruppo, utilizzando gli asset tecnologici di Hitachi Vantara, creata poco più di due anni fa”.

Italia in evidenza

Ma prima di vedere da vicino il ruolo di Hitachi Vantara nella trasformazione, a Marco Tesini interessa anche evidenziare il ruolo del nostro Paese nel quadro del gruppo Hitachi: “l’Italia sviluppa un fatturato di circa 3 miliardi di euro, con 12 legal entity, 6mila dipendenti, 6 stabilimenti produttivi, 3 centri di R&D e un polo di eccellenza come quello di Hitachi Rail, i cui Chief Operation Officer e Chief Financial Officer worldwide sono italiani, così come lo è il responsabile di tutte le operations nel mondo, e questo a tre anni dall’ingresso nel gruppo di Ansaldo Breda e Ansaldo STS”.
marco tesini hitachi vantara italiaMarco Tesini, Regional vice president Southern Europe e Country manager Italia di Hitachi Vantara

Affrontare la Society 5.0

Parlando di acquisizioni, Tesini sottolinea che Hitachi continuerà a farne, ma in ambiti molto specifici, anche per poter meglio rispondere alle sfide poste dalla “Society 5.0”, quella che arriverà dopo la quarta rivoluzione industriale, quella attuale.

In Giappone si stanno già ora verificando alcuni aspetti che noi stiamo appena cominciando a vedere, come la sovrappopolazione o la concentrazione di sempre più persone nelle aree urbane e altri fenomeni come la gestione dell’energia e dell’ambiente”, fa notare Tesini, e “l’idea del gruppo Hitachi è quella di utilizzare la rivoluzione dei dati, che è per sua natura democratica, per risolvere le questioni associate a questi fenomeni in divenire, utilizzando la forza di innovazione del gruppo nell’area digitale per portare benefici economici alle aziende e benefici sociali, realizzando quella ‘social innovation’ che si estrinseca in innovazione che aiuta a vivere meglio e rispetta l’ambiente”.

Numeri di rilievo

La digitalizzazione ha il pregio di creare una cross fertilization in diversi settori, se si associa alla creatività tipica delle persone. Ed è per questo che Hitachi Vantara, in quanto entità del gruppo attiva nelle diverse sfaccettature dell’IT, è oggi al centro del progetto di innovazione dell’intera Hitachi, di cui si pone come il vero enabler.

E questo avviene ovviamente anche in Italia, dove Hitachi Vantara è cresciuta in modo rilevante: “nell’arco degli ultimi tre anni abbiamo sostanzialmente raddoppiato le nostre dimensioni”, fa notare soddisfatto Marco Tesini, sottolineando che “nel 2018 siamo cresciuti del 18 per cento, confermando il trend a due cifre già visto nel 2017. Andando più in dettaglio, la crescita nel settore della Data center modernization, che “pesa” per l’80% del fatturato, è stata del 20%, mentre nell’Intelligent data governance l’incremento è stato vicino al 50%, e addirittura del 333% è stato quello dei Data driven insights. Sono aumentati anche i dipendenti in Italia, del 10%, arrivando a un totale di 100 persone”.

Con queste cifre, la filiale italiana si è distinta tra le migliori dell’intera Hitachi Vantara, i cui numeri per l’intero 2018 parlano di un fatturato di 3,5 miliardi di dollari, 1.400 tra nuovi clienti e partner, circa 2.200 dipendenti in più, 88 nuovi prodotti e l’importante acquisizione di Rean Cloud, azienda statunitense che è uno dei principali partner di AWS ed è attiva nelle soluzioni di migrazione nel cloud pubblico.
hitachi vantara

A tutto DataOps

Tornando alla strategia di Hitachi Vantara nell’ambito del gruppo, il nuovo ruolo è riassunto anche nel nuovo claim “Your DataOps Advantage”, che vuole proprio significare la centralità del dato e della sua gestione nella digitalizzazione. “Nella sua essenza, la trasformazione digitale si basa su due pillar: i dati e il loro trasporto, che avviene sulle reti. Noi ci occupiamo dei dati”, spiega Tesini, sottolineando “la nostra crescita in competenze e tecnologie su tutto ciò che ruota intorno ai dati. Se inizialmente eravamo concentrati solo sullo storage, oggi abbiamo riunito in Hitachi Vantara anche le soluzioni per estrarre valore dai dati e capitalizzare sui Big Data Analytics e l’IoT, con le offerte Pentaho e Lumada, e stiamo accelerando nel cloud con l’acquisizione di Rean”.

Ecco quindi che l’espressione DataOps assume il pieno significato di gestione a tutto tondo dei dati, elaborati e arricchiti in modo da trarne concreto valore di business, anche in considerazione del fatto che “attualmente solo il 5 per cento dei dati presenti in azienda viene effettivamente utilizzato”, conclude Marco Tesini.
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