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Veeam, una scarsa gestione dei dati può far perdere anche 20 milioni di dollari all’anno

L’indagine Cloud Data Management Report 2019 indica tra l’altro che il 73% delle aziende non è in grado di garantire agli utenti un accesso ininterrotto a dati e applicazioni

Sicurezza Cloud
Secondo una ricerca effettuata per Veeam Software, tre aziende su quattro (il 73%) ammettono di non essere in grado di garantire agli utenti un accesso ininterrotto a dati e applicazioni. Una scarsa gestione dei dati può costare a un’azienda fino a 20 milioni di dollari l’anno, dato che evidenzia l’impatto devastante che le interruzioni possono avere su fatturato, produttività e fiducia da parte dei clienti. Lo studio evidenzia però che le aziende stanno fortunatamente agendo per combattere questo problema: il 72% prevede di adottare strategie di Cloud Data Management, spesso sfruttando le possibilità offerte dal cloud ibrido, per avere successo e ottenere un maggior valore dai loro dati.

L’edizione 2019 dello studio Veeam Cloud Data Management Report, condotta da Vanson Bourne, ha intervistato oltre 1.500 manager del business e dell’IT in 13 Paesi tra cui l’Italia, evidenziando che queste figure professionali sono consapevoli dell’importanza che la gestione dei dati riveste per il successo del loro business, indicando tra i benefici una maggiore produttività nell’immediato e la possibilità di effettuare una vera business transformation nel futuro.  

Viviamo in un’era caratterizzata dai dati e l’imperativo per le aziende è quello di proteggerli, gestendoli in modo tale che siano sempre disponibili e sfruttandone il valore per generare crescita. Tutto questo non è più un lusso per pochi, ma una vera e propria necessità di business. Esistono significative opportunità e un reale vantaggio competitivo per coloro che gestiscono i dati in modo efficace. È opportuno chiedersi se si è fiduciosi nel fatto che i dati di business saranno sempre disponibili. Se non si è certi di questo, è tempo di agire e il nostro studio dimostra che molti non stanno agendo in modo sufficientemente veloce”, ha commentato Ratmir Timashev, co-founder and Executive Vice President (EVP) of Sales & Marketing di Veeam.

Non solo: quasi la metà degli intervistati ammette che la protezione dei dati è indispensabile per poter sfruttare gli investimenti che le aziende hanno in atto, come cloud ibrido, Big Data, Intelligenza Artificiale e Internet of Things, mentre solo il 37% delle aziende ha molta fiducia nelle attuali soluzioni di backup, e la maggioranza (73%) degli intervistati ammette di non essere in grado di soddisfare le richieste degli utenti. Ciò inibisce l'adozione di strumenti e processi che possono determinare vantaggi di business, e gli intervistati riconoscono che molto lavoro deve essere fatto: Più della metà delle aziende che hanno preso parte all’indagine sta cercando di implementare soluzioni di Intelligent Data Management e multi-cloud a livello enterprise per risolvere questo problema.
veeam reportSecondo gli intervistati, i benefici prodotti dall’implementazione di iniziative digitali sono molteplici: in media, sono stati stimati 124 milioni di dollari di fatturato aggiuntivo per azienda ogni anno. I risultati della ricerca mettono però in luce la una grande disparità in termini di investimenti in digital transformation e alcune delle maggiori economie mondiali rischiano di dover recuperare un grosso ritardo. Il 41% delle imprese giapponesi e il 48% di quelle brasiliane hanno descritto “matura” la gestione dei dati, rispetto a poco più di un quarto delle aziende in Francia e Germania, e all'11% nel Regno Unito. 

Assistiamo allo sviluppo di una corsa globale verso la digitalizzazione, e alcune delle economie più avanzate al mondo rischiano di rimanere indietro quando si tratta adozione digitale. È essenziale che le organizzazioni creino le giuste fondamenta per gestire in modo intelligente i loro dati e proteggere il loro futuro. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende devono essere allineate internamente e IT e business devono collaborare per risolvere sfide culturali e di competenze”, ha concluso Ratmir Timashev.
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