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HPE Reimagine, i clienti al centro della scena

Nel corso di HPE Reimagine a Milano, Claudio Bassoli, VP Industry Segment Sales, Hewlett Packard Enterprise in Italia, racconta di un’Italia che si distingue nello scenario mondiale per best pratices innovative in alcuni mercati verticali. L'italia fa da pilota e da esempio per altre country in iniziative come HPE Innovation Lab e in alcuni casi clienti

Trasformazione Digitale
L’idea di fare parlare i clienti sul palco della seconda giornata dell'evento HPE Italian Summit 2018 è di Claudio Bassoli,  VP Industry Segment Sales, Hewlett Packard Enterprise in Italia, che ha modificato il format internazionale di HPE Reimagine (la giornata aperta ai clienti) strutturata in genere in approfondimenti tecnologici da parte di persone HPE, chiedendo proprio ad alcuni clienti di raccontare in una modalità ‘fast’ la loro storia di successo, da cui prendere spunto e magari replicare. Di grande effetto anche in plenaria l'intervento di Kate Swandorg, SVP Technology Communications and Strategic Alliances di Dreamworks, che ha raccontano il grande lavoro che c'è dietro la realizzazione di un film di animazione come quelli Dreamworks, enfatizzando ancora una volta la centralità del dato. 
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Claudio Bassoli, VP Industry Segment Sales, Hewlett Packard Enterprise in Italia
“Mi piace l’innovazione da tutti i punti di vista e questa è stata una sfida stimolante, valutata e ponderata. Ho preferito puntare sui progetti di innovazione in questa occasione di circa 20 clienti. Spesso i clienti faticano a condividere progetti di digitalizzazione soprattutto con aziende possibili concorrenti, però stiamo notando un’inversione di tendenza in quella che è la condivisione dei progetti di filiera, e comunque una maggiore apertura nel rendere pubblici questi progetti dalla forte carica trasformativa e innovativa. Il format è piaciuto e anche questo è un segnale di cambiamento”
, esordisce Bassoli.
Sul palco alcuni casi innovativi: in ambito di supercomputing spicca quello di ENI che di recente ha lanciato un data center HPC4 tra i primi 10 al mondo in ambito pubblico e primo in ambito privato ma anche il team di Formula 1 Aston Martin Redbull per innovare la telemetria in modo rivoluzionario, in cui la tecnologia HPC esprime le sue caratteristiche di modularità e flessibilità applicandosi in ambienti di medie dimensioni così come nell’area Mobile & Data Collection Engagement, relativa in particolare alle tecnologie di Aruba Networks con soluzioni di edge networking e utilizzo dell’AI per nuovi livelli di sicurezza integrata come nel caso di MSC Crociere con le navi del 21 secolo in grado di offrire un’esperienza di bordo con il digitale che si integra con l’esperienza fisica, rendendo la ‘passanger experience’ eccezionale. E ancora i casi di Yoox-Net-A-Porter che ha ripensato il modo di fare computing e Mediaset Goup.

Pubblico e privato a macchia di leopardo

Se i casi sul palco testimoniano un’Italia capace di evolvere e innovare verso i nuovi scenari digitali ce n’è un’altra che va a rilento: L’Italia va a macchia di leopardo con l’innovazione; sia nell’ambito delle aziende private sia nel settore pubblico si notano realtà molto innovative che hanno interiorizzato i processi evolutivi e stanno innovando in differenti settori merceologici utilizzando tecnologie ICT dell’era digitale. Non c’è un settore che tira più di un altro. Notiamo un processo trasversale sia nell’ambito delle aziende manifatturiere – discrete e continue, così come in logistica, retail, servizi, finance – bancario e assicurativo. Le aziende che innovano vogliono tenere il passo con una competizione sempre più globale e non locale, con necessità di fare cose nuove dotandosi e utilizzando i benefici delle nuove architetture: infrastrutture in grado di trattare una grande quantità di dati, con un time-to-market veloce, estendendo modelli di business esistenti oppure creandone nuovi. Sono aziende che hanno virato verso tecnologie come quella ‘componibile’ di Synergy, o l’iperconvergenza, il software defined e la mobility moderna al fine di creare nuove user experience e migliorare i loro business”, racconta. dreamworks
Kate Swandorg, SVP Technology Communications and Strategic, Dreamworks, tra Stefano Venturi, Presidente e AD di HPE Italia e Claudio Bassoli
Anche la Pubblica Amministrazione avanza in modo simile al settore privato, con velocità differenti: “Ci sono PA che hanno sviluppato una cultura organizzativa moderna in una logica digitale partendo con lo sviluppo di nuovi ambiti applicativi utilizzando già nuove tecnologie cloud-based facendo ricorso a tecnologie ‘composable’ e innovative, riducendo i costi di gestione in modo drastico e velocizzando il time to market delle applicazioni. Tecnologia quindi come fattore abilitante la trasformazione; finché uno non se ne dota non vive la trasformazione e quindi non si crea nuova cultura”, chiarisce.
Un progetto che sta contribuendo a fare comprendere a fondo la potenza trasformativa della tecnologia più innovativa di HPE è quello HPE Innovation Lab – tecnologia a chilometro zero a casa dei partner da fare toccare con mano ai clienti – che oggi coinvolge 19 strutture partner in tutta la Penisola (diventeranno 21 entro il prossimo settembre, ndr): Un investimento significativo di HPE e i partner più innovativi per consentire alle aziende del territorio e alla PA di provare e testare l’innovazione digitale,” sottolinea Bassoli. Un progetto tutto italiano che fa da best pratices nel mondo, che altre country intendono replicare.
“A livello mondiale HPE crea momenti di condivisione di best pratices e scambio di informazioni tra paesi europei e anche in altre geografie come Usa, Asia e Cina, e in questo meccanismo molto spesso la filiale italiana si distingue nel fare cose innovative, ponendosi come azienda pilota e facendo da apripista in alcuni segmenti di mercato. Un esempio su tutti? Alla filiale italiana è stato riconosciuto il primato in termini di competenze e conoscenze nell’ambito delle crociere navali, quando si sa che gli Usa a Miami hanno rappresentano il punto di riferimento mondiale del mercato delle navi da crociera”, afferma.
Una digitalizzazione quindi che sta avvicinando i diversi paesi:Mentre spesso nel passato ciò che valeva per l’Italia non valeva per altri paesi, oggi la digitalizzazione abbatte i confini tra paesi, che pur avendo connotazioni locali specifiche hanno necessità di trasformazione digitale comparabili”, commenta Bassoli. 

Laboratori 'verticali' 

Nel panorama mondiale quindi l’Italia si distingue per avere sviluppato profonde conoscenze  su segmenti verticali specifici convogliate in centri di expertise: è il caso di quello sui ‘Media’ a Roma, quello ‘Smart City’ (First Lab) a Firenze, quello Industria 4.0 per le Pmi a Cernusco sul Naviglio (MI).
Nella sede di Cernusco S/N HPE è in procinto di avviare un altro laboratorio di innovazione in partnership con un cliente finale in cui entrerà tutto l’ecosistema di quello specifico mercato verticale con l’obiettivo di sviluppare attività congiunte di filiera,” anticipa. Anche se ancora oggi il ‘vertical’ al centro del laboratorio non è stato svelato, l’idea che ci siamo fatti è che sarà il comparto navale (non solo navi da crociera) in cui proporre ambienti infrastrutturali snelli e veloci che mettono la filiale e il clienti al centro di competenze mondiali.
img 5790Bassoli infine precisa che il laboratorio italiano Industria 4.0 per le Pmi si distingue dal centro di competenza Manufacturing 4.0 in Germania focalizzato sulle aziende di grande dimensioni; quello italiano guarda alle Pmi, aziende tipiche del Belpaese con un approccio molto diverso. HPE è molta attenta al lavoro sulle filiere industriali e in questo senso sta notando che le grandi aziende italiane del settore manifatturiero iniziano a mettere in esecuzione progetti di Industria 4.0 che oltre al rinnovo degli apparati di produzione riguardano anche la connessione di questi apparati in rete con la parte computazionale sia in ambito edge sia in quello di back end, la parte centrale di computazione. Progetti di sistema che faranno da traino per le piccole e medie aziende che costituiscono la filiera al fine di accelerare l’innovazione”, conclude. 
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