Autore: Redazione ImpresaCity - Tempo di lettura 3 minuti.

Qual è oggi la strategia più indicata per adottare un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità e governance dei dati?
Da questo punto di vista, la strategia più indicata è quella che concilia la capacità di astrazione e l’utilizzo di tecnologie open source. L'astrazione consente di disaccoppiare le applicazioni dall'infrastruttura sottostante, mitigando i rischi di dipendenza tecnologica e ampliando le alternative, riducendo al contempo gli impatti economici in caso di cambiamenti futuri. Questo permette di creare un'architettura omogenea che supporti carichi di lavoro su diverse infrastrutture, facilitando lo spostamento delle applicazioni dai data center privati al cloud, o viceversa, ma anche tra cloud provider diversi, in base a esigenze contrattuali, di risorse stagionali, confidenzialità o resilienza.
L'open source garantisce flessibilità tecnologica e ottimizzazione dei costi, a differenza delle soluzioni proprietarie che vincolano le aziende a ecosistemi specifici. Basato su standard aperti, facilita il cambio di fornitore e lo spostamento di applicazioni e dati, riducendo costi e complessità migratorie.
È però necessario considerare che, specialmente nei contesti enterprise complessi, astrazione e open source da soli potrebbero non soddisfare le necessità di tutti i contesti applicativi. In queste circostanze diventa quindi cruciale mappare tutti i requisiti per individuare i trade-off possibili e giungere a una “lock-in acceptance” che sia consapevole e sostenibile.
Quali sono le tecnologie o le architetture più avanzate come per esempio container, orchestrazione, open source, che consentono di gestire ambienti cloud eterogenei come un unico ecosistema integrato e sicuro?
Per gestire ambienti eterogenei su cloud pubblico, ma anche on premise, non basta un orchestratore di container, serve puntare all’adozione di una piattaforma ibrida che offra un punto di controllo unificato e, soprattutto, una capacità di astrazione e automazione che vada oltre una singola tipologia di workload.
Red Hat ha sempre posto l'accento su questo tema, considerandolo fondativo per la nostra strategia e ottenendo riconoscimenti dagli analisti di mercato. Negli ultimi anni, abbiamo investito in diversi progetti comunitari volti a creare una piattaforma agnostica che non solo sia in grado di supportare i container per lo sviluppo di applicazioni cloud-native, ma anche di centralizzare e uniformare la gestione delle macchine virtuali e dei carichi di lavoro legati all'intelligenza artificiale, inclusi il training e il serving di modelli. L'obiettivo è consentire alle aziende enterprise l'esercizio di governance e sovranità nel modo più ampio possibile.
L'automazione pervasiva è un altro pilastro tecnologico cruciale. Serve da collante per dialogare e orchestrare l'intero stack, a prescindere dalla sua posizione e dai tipi di workload. Una piattaforma di automazione enterprise dovrebbe permettere di applicare policy, configurazioni e patch di sicurezza in modo coerente su ambienti eterogenei, garantendo anche sicurezza e conformità grazie alla segregazione dei ruoli, alla scalabilità e all'accesso a contenuti certificati e supportati. Tutto questo è per esempio possibile con Red Hat Ansible Automation Platform.
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