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Il parere di OVHcloud

Risponde Dionigi Faccenda, Partner Program Manager di OVHcloud

Autore: Redazione ImpresaCity - Tempo di lettura 3 minuti.

Qual è oggi la strategia più indicata per adottare un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità e governance dei dati?

L'adozione di un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità richiede oggi un approccio fondato su tecnologie open source, standardizzazione e sovranità dei dati, come dimostra la strategia adottata da cloud provider europei. In prima linea tra questi, opera OVHcloud, la cui Data Platform rappresenta un esempio concreto per eliminare i vincoli proprietari: basandosi su standard aperti quali Apache Iceberg, Spark, Kubernetes, SQL ANSI e Python, la piattaforma assicura portabilità completa dei dati e delle applicazioni tra diversi ambienti cloud. L'interoperabilità è garantita dalla capacità nativa di integrare fonti eterogenee – da database tradizionali (MySQL, Oracle, MongoDB) a ecosistemi cloud esterni (Google BigQuery, Snowflake) fino a sistemi di streaming (Apache Kafka) – attraverso API standardizzate e il Lakehouse manager che orchestra l'intero flusso dati.

Per organizzazioni in settori regolamentati, OVHcloud offre l’opportunità di ospitare i dati sul territorio italiano grazie alla recente apertura di un data center e una prossima apertura di una zona a multidisponibilità (3-AZ) a Milano. Tutti i data center del gruppo garantiscono residenza dei dati nell'UE, compliance nativa con GDPR e protezione da normative extraeuropee, assicurando autonomia tecnologica e strategica. Il modello pay-as-you-go con future opzioni di capacity reservation permette inoltre prevedibilità economica e controllo dei costi. Questa combinazione di apertura tecnologica, governance sovrana e flessibilità operativa trasforma il nostro approccio in una strategia anti lock-in efficace, dove le organizzazioni mantengono pieno controllo sui propri dati, libertà di migrazione e capacità di costruire architetture multicloud realmente interoperabili senza dipendenze da vendor specifici.

Quali sono le tecnologie o le architetture più avanzate come per esempio container, orchestrazione, open source, che consentono di gestire ambienti cloud eterogenei come un unico ecosistema integrato e sicuro?

Il multicloud e il cloud ibrido non sono una somma di provider, ma un ecosistema coerente. Per realizzare questa visione e garantire interoperabilità, sicurezza e l'assenza di lock-in, vale la pena citare tre pilastri architetturali avanzati, centrali nella nostra strategia di Cloud Reversibile. Container e Kubernetes per l'Orchestrazione (Interoperabilità): la tecnologia fondamentale è la containerizzazione, guidata da Docker e orchestrata da Kubernetes. I container offrono l'astrazione perfetta dall'infrastruttura sottostante. Per l'orchestrazione, la nostra soluzione Managed Kubernetes Service funge da sistema operativo di questo ambiente eterogeneo, gestendo la distribuzione, la scalabilità e l'auto-riparazione delle applicazioni. Questo garantisce la massima interoperabilità e combatte il lock-in.

L'Open Source come fondamento (Controllo e Reversibilità): l'utilizzo di standard e tecnologie Open Source è un requisito non negoziabile per noi. L'Open Source assicura la trasparenza sui codici sorgente e l'aderenza a standard aperti, permettendo alle aziende di migrare facilmente i carichi di lavoro senza dipendere da API proprietarie. Questo principio è cruciale per il nostro modello di Cloud Reversibile, offrendo alle aziende il pieno controllo strategico.

Piattaforme di Gestione Unificata e Automazione (Coerenza e Sicurezza): per gestire l'eterogeneità come un unico ecosistema, utilizziamo API Standardizzate, con API coerenti che permettono agli sviluppatori di interagire con le risorse (storage, computing, networking) in modo uniforme, e Security by Design e Localizzazione, dove la sicurezza è integrata. Offriamo un Cloud Sovrano e le certificazioni di svariati Paesi che garantiscono l'isolamento dei dati e l'applicazione di policy di sicurezza coerenti su tutti gli ambienti gestiti, da server dedicati (Bare Metal) al Public Cloud.

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Qual è oggi la strategia più indicata per adottare un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità e governance dei dati? L'adozione di un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità richiede oggi un approccio fondato su tecnologie open source, standardizzazione e sovranità dei dati, come dimostra la strategia adottata da cloud provider europei. In prima linea tra questi, opera OVHcloud, la cui Data Platform rappresenta un esempio concreto per eliminare i vincoli proprietari: basandosi su standard aperti quali Apache Iceberg, Spark, Kubernetes, SQL ANSI e Python, la piattaforma assicura portabilità completa dei dati e delle applicazioni tra diversi ambienti cloud. L'interoperabilità è garantita dalla capacità nativa di integrare fonti eterogenee – da database tradizionali (MySQL, Oracle, MongoDB) a ecosistemi cloud esterni (Google BigQuery, Snowflake) fino a sistemi di streaming (Apache Kafka) – attraverso API standardizzate e il Lakehouse manager che orchestra l'intero flusso dati. Per organizzazioni in settori regolamentati, OVHcloud offre l’opportunità di ospitare i dati sul territorio italiano grazie alla recente apertura di un data center e una prossima apertura di una zona a multidisponibilità (3-AZ) a Milano. Tutti i data center del gruppo garantiscono residenza dei dati nell'UE, compliance nativa con GDPR e protezione da normative extraeuropee, assicurando autonomia tecnologica e strategica. Il modello pay-as-you-go con future opzioni di capacity reservation permette inoltre prevedibilità economica e controllo dei costi. Questa combinazione di apertura tecnologica, governance sovrana e flessibilità operativa trasforma il nostro approccio in una strategia anti lock-in efficace, dove le organizzazioni mantengono pieno controllo sui propri dati, libertà di migrazione e capacità di costruire architetture multicloud realmente interoperabili senza dipendenze da vendor specifici. Quali sono le tecnologie o le architetture più avanzate come per esempio container, orchestrazione, open source, che consentono di gestire ambienti cloud eterogenei come un unico ecosistema integrato e sicuro? Il multicloud e il cloud ibrido non sono una somma di provider, ma un ecosistema coerente. Per realizzare questa visione e garantire interoperabilità, sicurezza e l'assenza di lock-in, vale la pena citare tre pilastri architetturali avanzati, centrali nella nostra strategia di Cloud Reversibile. Container e Kubernetes per l'Orchestrazione (Interoperabilità): la tecnologia fondamentale è la containerizzazione, guidata da Docker e orchestrata da Kubernetes. I container offrono l'astrazione perfetta dall'infrastruttura sottostante. Per l'orchestrazione, la nostra soluzione Managed Kubernetes Service funge da sistema operativo di questo ambiente eterogeneo, gestendo la distribuzione, la scalabilità e l'auto-riparazione delle applicazioni. Questo garan
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