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Il parere di Dynatrace

Risponde Emanuele Cagnola, Regional Vice President, Italy & Switzerland di Dynatrace

Autore: Redazione ImpresaCity - Tempo di lettura 3 minuti.

Qual è oggi la strategia più indicata per adottare un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità e governance dei dati?

La strategia più efficace è dotarsi di una piattaforma cloud-agnostica basata su container, orchestratori come Kubernetes, microservizi, API standard, storage disaccoppiato. Questo consente di spostare workload o dati tra on-premises, cloud privato e cloud pubblico. In questo senso, la piattaforma di terza generazione Dynatrace risponde alle esigenze di ambienti aziendali estesi, dinamici e complessi ridefinendo l'osservabilità per andare oltre le informazioni e promuovere l'automazione in ambito IT, cloud, sicurezza e operazioni aziendali. Inoltre, una strategia ibrida e multicloud richiede che tutti gli ambienti – on-prem, cloud, ibridi – siano visibili e governabili in modo unificato. Qui entra in gioco l’osservabilità avanzata e la centralizzazione dei dati: Dynatrace promuove la sua componente Grail, un data-lakehouse che mantiene il contesto in tutti i tipi di dati: log, metriche, tracce, eventi e per l’accesso real-time ai dati nel cloud Google. Questo tipo di piattaforma abilita la governance dei dati attraverso catalogazione, monitoraggio di utilizzo, controllo degli accessi e supporto agli SLA dei vari ambienti. Inoltre, con strumenti come il nuovo Live Debugger che supporta ambienti multi-cloud (inclusi AWS, Azure, GCP) consentendo debug senza interruzioni, si favorisce l’operatività cross-cloud e la compatibilità degli ambienti.

Infine, governare un modello ibrido o multicloud significa stabilire politiche comuni di sicurezza, cifratura, accesso, qualità dei dati e compliance che valgano su tutti gli ambienti. Significa inoltre introdurre automazione per far rispettare queste policy (policy-as-code), monitorare costi, performance, rischi, sovrapposizioni e silos. La strategia deve prevedere: definizione di un catalogo dati comune con metadati e destinazioni; mappatura del rischio vendor-specifico; strumenti per orchestrarne la distribuzione tra cloud; controllo continuo dei costi e della compliance.

Quali sono le tecnologie o le architetture più avanzate come per esempio container, orchestrazione, open source, che consentono di gestire ambienti cloud eterogenei come un unico ecosistema integrato e sicuro?

La gestione di ambienti cloud eterogenei - che includono infrastrutture multi-cloud (AWS, Azure, Google Cloud) e ambienti ibridi con sistemi on-premise - richiede architetture e tecnologie capaci di garantire visibilità, interoperabilità e sicurezza end-to-end. Le soluzioni più avanzate si basano su approcci cloud-native e guidati dall’osservabilità, che utilizzano intelligenza artificiale, automazione e standard aperti, come OpenTelemetry, Kubernetes e API-first design.

Un’architettura moderna per l’integrazione multi-cloud adotta una pianificazione basata su microservizi e container orchestration, supportata da service mesh per il controllo del traffico e delle policy di sicurezza. L’integrazione è resa possibile da piattaforme di gestione unificata che automatizzano il provisioning, il monitoraggio e la compliance. In questo contesto, Dynatrace rappresenta una piattaforma chiave per l’osservabilità e l’automazione intelligente. Il motore di intelligenza artificiale Davis AI di Dynatrace analizza in tempo reale metriche, log e trace distribuite, individuando automaticamente anomalie e correlando eventi lungo l’intera catena applicativa. La piattaforma consente una visione unificata di infrastrutture, servizi e dipendenze, indipendentemente dal cloud provider. Inoltre, grazie a Dynatrace Grail, i dati vengono normalizzati e contestualizzati in modo sicuro, abilitando automazioni predittive e decisioni operative basate su insight affidabili. In sintesi, Dynatrace integra e protegge ecosistemi cloud eterogenei trasformandoli in un’unica piattaforma intelligente, osservabile e autosufficiente.

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Qual è oggi la strategia più indicata per adottare un modello ibrido e multicloud che riduca i rischi di lock-in e garantisca interoperabilità e governance dei dati? La strategia più efficace è dotarsi di una piattaforma cloud-agnostica basata su container, orchestratori come Kubernetes, microservizi, API standard, storage disaccoppiato. Questo consente di spostare workload o dati tra on-premises, cloud privato e cloud pubblico. In questo senso, la piattaforma di terza generazione Dynatrace risponde alle esigenze di ambienti aziendali estesi, dinamici e complessi ridefinendo l'osservabilità per andare oltre le informazioni e promuovere l'automazione in ambito IT, cloud, sicurezza e operazioni aziendali. Inoltre, una strategia ibrida e multicloud richiede che tutti gli ambienti – on-prem, cloud, ibridi – siano visibili e governabili in modo unificato. Qui entra in gioco l’osservabilità avanzata e la centralizzazione dei dati: Dynatrace promuove la sua componente Grail, un data-lakehouse che mantiene il contesto in tutti i tipi di dati: log, metriche, tracce, eventi e per l’accesso real-time ai dati nel cloud Google. Questo tipo di piattaforma abilita la governance dei dati attraverso catalogazione, monitoraggio di utilizzo, controllo degli accessi e supporto agli SLA dei vari ambienti. Inoltre, con strumenti come il nuovo Live Debugger che supporta ambienti multi-cloud (inclusi AWS, Azure, GCP) consentendo debug senza interruzioni, si favorisce l’operatività cross-cloud e la compatibilità degli ambienti. Infine, governare un modello ibrido o multicloud significa stabilire politiche comuni di sicurezza, cifratura, accesso, qualità dei dati e compliance che valgano su tutti gli ambienti. Significa inoltre introdurre automazione per far rispettare queste policy (policy-as-code), monitorare costi, performance, rischi, sovrapposizioni e silos. La strategia deve prevedere: definizione di un catalogo dati comune con metadati e destinazioni; mappatura del rischio vendor-specifico; strumenti per orchestrarne la distribuzione tra cloud; controllo continuo dei costi e della compliance. Quali sono le tecnologie o le architetture più avanzate come per esempio container, orchestrazione, open source, che consentono di gestire ambienti cloud eterogenei come un unico ecosistema integrato e sicuro? La gestione di ambienti cloud eterogenei - che includono infrastrutture multi-cloud (AWS, Azure, Google Cloud) e ambienti ibridi con sistemi on-premise - richiede architetture e tecnologie capaci di garantire visibilità, interoperabilità e sicurezza end-to-end. Le soluzioni più avanzate si basano su approcci cloud-native e guidati dall’osservabilità, che utilizzano intelligenza artificiale, automazione e standard aperti, come OpenTelemetry, Kubernetes e API-first design. Un’architettura moderna per l’integrazione multi-cloud adotta una pianificazione basata su microservizi e container orchestration, supportata da service mesh per il c
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