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Lo European Cloud Competition Observatory dà i voti alla concorrenza nel cloud

Microsoft, Broadcom, SAP e Citrix sotto esame per le loro politiche di licenza: bene la prima, male la seconda, "attenzionate" le altre due

Cloud

Quanto sono aperti alla concorrenza i principali operatori globali che forniscono tecnologie e soluzioni ai cloud provider europei? Lo European Cloud Competition Observatory è nato - siamo alla terza edizione - per dare una valutazione di questo genere. Ma va piuttosto visto come una assai più circoscritta segnalazione dei comportamenti più o meno - di solito meno - virtuosi degli operatori le cui policy stanno avendo il maggiore impatto sulle aziende europee. Anche l'edizione di questo ottobre segue questa impostazione, concentrandosi su Microsoft, Broadcom, SAP e Citrix.

Per l'ECCO si è adottata una classificazione "semaforica" rosso/giallo/verde che dovrebbe semplificare la valutazione dei vari operatori che hanno adottato in passato pratiche commerciali giudicate sleali. Chi ricade nel verde si comporta in linea con gli obiettivi di equità: si è "comportato male" ma si sta redimendo. I provider "gialli" sono sotto esame: le pratiche anti-concorrenziali non si stanno risolvendo come possibile o come sperato. Va peggio per i "rossi": il loro comportamento è ancora da sanzionare.

L'Osservatorio rilasciato qualche giorno fa mette sotto i riflettori soprattutto i progressi compiuti da Microsoft nel suo rapporto contrastato con i cloud provider europei (il report è ad opera principalmente del Cispe). Il rapporto assegna a Microsoft lo status “verde”, perché l'accordo raggiunto dal Cispe con Microsoft, lo scorso luglio, ha portato a progressi che garantiscono ai fornitori di servizi cloud europei condizioni di parità. E, di conseguenza, a una concorrenza leale con la piattaforma cloud Azure di Microsoft. Questo è il secondo rapporto consecutivo che mostra un miglioramento del rating di Microsoft.

Valutazione opposta per Broadcom, che secondo il report continua a imporre "nuove forme di licensing non eque" ai cloud provider europei e ai loro clienti. Il rapporto sostiene che i cloud provider legati agli strumenti di virtualizzazione Broadcom/VMware oggi devono accettare drastici aumenti dei costi di licenza e lunghi vincoli contrattuali, oppure optare per fornitori alternativi. Cosa che nemmeno è sempre possibile, perché alcuni workload sono sono certificati solo per funzionare su VMware. E comunque, anche le transizioni tecnicamente fattibili possono richiedere molto tempo, con gli operatori costretti nel frattempo a pagare sia le licenze di Broadcom sia quelle del nuovo fornitore.

Secondo gli estensori del rapporto, le autorità antitrust dell'UE non sono state abbastanza attive e attente nel controllare il peggioramento dei comportamenti anticoncorrenziali di Broadcom. Tanto che il Cispe ha deciso di contestare l'approvazione, da parte della Commissione Europea, dell'acquisizione di VMware da parte di Broadcom. 

SAP e Citrix sotto esame

Lo European Cloud Competition Observatory segnala poi la situazione di due altri nomi noti: SAP e Citrix. Entrambe potrebbero sfruttare la loro posizione dominante per vincolare in modo sleale i clienti e impedire la concorrenza dei fornitori di servizi cloud europei. Non si chiedono azioni specifiche, ma nei prossimi messi l'Osservatorio "contatterà vendor e clienti per valutare i loro livello di preoccupazione".

SAP è già oggetto di una indagine attivata dalla Commissione Europea riguardo un complesso di politiche potenzialmente anti-concorrenziali legate ai contratti di supporto per gli ERP SAP. Queste politiche impedirebbero di fatto ai clienti di acquistare supporto e manutenzione anche da terze parti. Quello che preoccupa di più in questo momento sono però le segnalazioni dei clienti SAP che si sentono forzati a migrare dalle soluzioni SAP on-premise agli ambienti SAP in cloud, senza un percepibile vantaggio. A dire il vero, si tratta di un tema che alcuni user group tedeschi di SAP segnalano già da parecchio tempo.

A Citrix viene invece contestato di stare iniziando ad attuare politiche non eque di licensing simili a quelle di Broadcom, dato che anche Citrix ha deciso unilateralmente di passare da un modello di licenza perpetua a uno ad abbonamento. Gli utenti attuali sarebbero di fatto obbligati ad accettare questo cambiamento, se vogliono continuare a ricevere aggiornamenti tecnologici e supporto. Un passaggio che - segnalano i clienti - comporta anche un aumento significativo dei costi perché i prodotti usati sono ora organizzati in un numero minore di bundle, il che riduce la granularità dell'offerta.

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