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Jim Whitehurst non è più Presidente di IBM

Jim Whitehurst resta Senior Advisor del board di IBM ma la sua posizione passa decisamente in secondo piano. Ed altre modifiche al top management non aprono a Red Hat.

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Per gli ottimisti che vedevano lo "spirito" Red Hat permeare sempre più la nuova casa madre IBM, con conseguenze importanti anche a livello manageriale, c'è una brusca battuta d'arresto. Jim Whitehurst, ex CEO di Red Hat e da qualche tempo Presidente di IBM, lascia la sua posizione. La notizia è stata comunicata dallo stesso CEO di IBM, Arvind Krishna, insieme ad altre novità che riguardano il top management della società.

Krishna spiega che Jim Whitehurst ha giocato un ruolo fondamentale "nell'articolare la strategia di IBM" nei quasi tre anni in cui è stato nella società, dopo l'acquisizione di Red Hat. E ovviamente che ha contribuito in maniera chiave a far operare insieme le persone e i modelli di sviluppo di Red Hat e IBM. Ma Jim Whitehurst "ha deciso di abbandonare la carica di Presidente" e continuerà invece nel ruolo di Senior Advisor per tutto il board.

Un dettaglio che non mette in secondo piano quanto la novità sia - almeno per chi sta all'esterno di IBM - completamente inaspettata. Il ruolo di Jim Whitehurst nella fusione di IBM e Red Hat è stato chiave sin dall'inizio. Come è evidente che la strategia open hybrid cloud di IBM sia tecnologicamente basata intrinsecamente sulle piattaforme di Red Hat. E come la presenza in primissima linea di Whitehurst è servita inizialmente a far assorbire ai sostenitori (dipendenti, operatori IT, anche clienti) di Red Hat l'unione con IBM, ora il suo passaggio ad un ruolo di secondo piano protrebbe non essere visto con favore.
ibm red hatJim Whitehurst con Ginni Rometty all'epoca dell'annuncio della fusione Red Hat - IBM Arvind Krishna sottolinea che la strategia di IBM resta quella che conosciamo. Anzi che IBM ora è in un momento chiave del suo percorso. Con una "opportunità unica" per crescere sfruttando il rilancio delle economie mondiali post-Covid, rilancio che certamente avverrà anche attraverso la maggiore digitalizzazione delle imprese. Proprio per sfruttare questa opportunità avvengono ora alcuni cambi di management di cui la semi-fuoriuscita di Whitehurst è il più eclatante.

Tra quelli di rilievo c'è il passaggio di Rob Thomas al ruolo di Senior Vice President Global Markets, ruolo che viene lasciato libero da una veterana di IBM: Bridget van Kralingen. Quest'ultima sarà per un anno Senior Vice President Special Projects e poi andrà in pensione. Tom Rosamilia diventerà Senior Vice President Cloud and Cognitive Software, dopo aver rivestito diversi ruoli manageriali IBM sempre in ambito software. L'unica faccia nuova non-IBM è il nuovo Senior Vice President of Systems: Ric Lewis viene da HPE.

Nessuna delle annunciate modifiche al vertice riguarda manager Red Hat, quindi niente nuove trasfusioni di sangue rosso nel blu del top management di IBM. Il che non lascia ben sperare i fautori della trasformazione progressiva di Big Blue in Big Purple.
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