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Boomi: come cambia il mondo iPaaS

L'integrazione fra applicazioni e processi evolve quanto la digitalizzazione. Puntando, nel caso di Boomi, alle Event Driven Architecture.

Trasformazione Digitale Cloud
All'interno della variegata galassia di Dell Technologies, Boomi si occupa di un ambito che non è esattamente tra i più visibili. Ma è anche un settore di mercato che sta progressivamente crescendo di importanza. Grazie ad una progressiva evoluzione in cui proprio Boomi sta giocando un ruolo significativo. Parliamo del mercato dei servizi cosiddetti iPaaS, o Integration Platform as-a-Service. Una denominazione che rimanda fortemente al cloud, come tutto ciò che è in qualche modo "aaS". Ma il mondo iPaaS si sviluppa anche prima della "nuvola". Cavalcando il bisogno di integrazione che tutte le aziende hanno da diverso tempo.

Semplificando molto, possiamo vedere il mondo iPaaS come una evoluzione delle piattaforme di integrazione applicativa di un paio di decenni fa. Quando le applicazioni enterprise facevano fatica a dialogare fra loro, le piattaforme di integrazione hanno cominciato a fare da snodo per semplificare lo scambio dei dati. Aggiungiamoci nel tempo il SaaS, l'hybrid cloud, la coesistenza fra applicazioni legacy e cloud-native, in sostanza il fatto che una infrastruttura IT aziendale è sempre più fatta di una moltitudine di servizi, processi, applicazioni, dati... ed ecco perché del mondo iPaaS magari si parlerà poco, ma è sempre più importante.

Il ruolo sempre più chiave delle piattaforme iPaaS nasce anche dal fatto che queste assommano una gamma di funzioni crescente. Non parliamo più solamente di connettori fra applicazioni o bus per lo scambio di dati. L'obiettivo è offrire tutto quello che serve per una integrazione completa tra ambienti on-premise, cloud ibridi e cloud pubblici. Incentrando questa visione sul concetto, comune a tutta la digitalizzazione, che i dati sono l'elemento più importante. Molto più delle applicazioni.

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È una concezione sempre più estesa delle piattaforme iPaaS che, secondo gli analisti, stanno seguendo i principali attori del mercato. Boomi l'ha ulteriormente concretizzata all'evento Boomi World 2019 di qualche tempo fa. Mostrando tra l'altro come questo modello "iPaas 2.0" renda l'integrazione uno strumento molto versatile, e non solo di basso livello.

Uno dei concetti principali espressi al Boomi World, infatti, è che una piattaforma iPaas - nel caso di Boomi, la AtomSphere Platform - diventa il punto di vista ideale per valutare tutto l'andamento dei processi di business. Proprio perché è lo snodo attraverso cui, idealmente, dialogano applicazioni e servizi alla base di quei processi. Applicando funzioni di intelligence alla parte di integrazione, quindi, si possono trarre informazioni utili. Ad esempio, sapere quali applicazioni stanno spostando quali dati e con quale frequenza permette di capire quali processi - e quindi servizi agli utenti - sono più usati e più performanti.

Astraendo ulteriormente questi concetti si arriva a un altro punto importante dello sviluppo attuale di Boomi, ossia l'idea delle Event Driven Architecture. Il concetto di fondo qui è la possibilità di connettere fra loro tutti gli elementi e i componenti di una infrastruttura aziendale, di qualsiasi tipo siano. Applicazioni, processi, dispositivi IoT, social network, supply chain, servizi cloud e quant'altro. Senza particolari limiti.
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Quantomeno, senza particolari limiti in funzione della estendibilità della piattaforma iPaaS in questione. Ecco perché Boomi punta sull'integrazione con un ecosistema di partner e progetti collegati in vario modo all'integrazione: message broker, event mesh, data streaming, piattaforme publish/subscribe. Tra quelli citati esplicitamente troviamo Pravega per il data streaming, Solace e RabbitMQ per il messaging, i servizi cloud di AWS e Azure.

L'obiettivo generale è che gli utenti Boomi possano assemblare le proprie Event Driven Architecture combinando fra loro i componenti di cui hanno bisogno. Gli eventi raccolti "guidano" il flusso delle applicazioni e dei processi aziendali. Puntando a quella reattività che tanto spesso viene associata alla digitalizzazione.
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