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Obiettivo Safe City: i dati ci sono, bisogna condividerli

Poche amministrazioni locali hanno messo in atto sistemi per condividere dati e coordinare interventi nei casi di emergenza. E questo riduce l'efficacia degli interventi stessi.

Sicurezza Tecnologie
Le Smart City hanno tanti volti perché ci sono tanti modi in cui una città può essere smart e così migliorare la sua vivibilità, per come è percepita dai cittadini. Un miglioramento considerato oggi essenziale riguarda la sicurezza ed è per questo che il tema delle Safe City è tra i più gettonati. E per andare verso una città smart e sicura c'è ancora, a quanto pare, parecchia strada da fare. Lo testimonia una ricerca condotta dalla svedese Hexagon su un campione di 91 Comuni italiani con popolazione superiore ai ventimila abitanti.

Il nodo principale che emerge dall'indagine è la poca condivisione delle informazioni nei casi di emergenza. In una città, anche piccola, qualsiasi emergenza richiede il coinvolgimento di diversi soggetti che dovrebbero agire sinergicamente. Alcuni sono prettamente istituzionali (Enti locali, forze dell'ordine, gestori dei servizi pubblici...), altri no (utility, grandi aziende del territorio, gestori dei servizi di telecomunicazioni...) e altri sono un po' nel mezzo (scuole, ospedali).

In caso di emergenza queste realtà dovrebbero condividere informazioni e risorse, magari sotto il controllo di una cabina di regia unificata. Ma questo raramente accade, non perché manchino in generale le informazioni ma perché queste non vengono condivise nel modo migliore possibile. Una condivisione che idealmente dovrebbe vedere anche una integrazione tecnologica dei sistemi di monitoraggio ambientale.

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Questo monitoraggio al momento viene affidato in larga prevalenza - il 74 percento circa dei Comuni del campione - a reti di videosorveglianza gestite a livello municipale. E qui sta parte del problema, perché solo pochissimi Comuni (2,2 percento del campione) integrano tali sistemi con quelli di altri operatori non istituzionali, perdendo così una prima importante possibilità di raccogliere, e condividere, informazioni.

Lo stesso vale per un altro tipo di strumento apprezzato dagli amministratori locali: i sistemi informativi per l’analisi del territorio. Sono adottati nel 48 percento dei Comuni del campione ma solo nel 22 percento dei casi sono stati implementati meccanismi per la condivisione delle informazioni tra gli assessorati interessati. E quella cabina di regia auspicata in precedenza - concretamente, una centrale operativa integrata e unificata - esiste sono nell'11 percento dei Comuni analizzati.

Safe City: piccolo è bello?

È anche una questione di dimensioni, come spesso si indica quando si parla delle Smart City? In parte sì. Ma contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare, le grandi città sono quelle che sembrano avere più problemi nelle loro integrazioni tecnologiche. Secondo l'indagine di Hexagon, infatti, le amministrazioni più capaci di creare ambienti di Safe City sono nei centri di dimensione medio-piccola: Faenza, Livorno, Macerata, Pordenone, Aosta, Cremona, Lodi, Pavia. L'unico grande centro altrettanto "virtuoso" è Bari, tra l'altro l'unico catalogato positivamente al Sud Italia.

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Serve insomma un salto di qualità, per passare dalla gestione caso per caso dell'emergenza a una strategia razionale e preventiva. Non solo per arrivare a una gestione oggettivamente migliore delle emergenze, ma anche per aumentare il senso di sicurezza dei cittadini in un momento in cui la loro percezione soggettiva è davvero molto bassa.

"L’obiettivo è migliorare la qualità e l’efficienza della gestione delle emergenze nella loro totalità, consentendo di non disperdere gli sforzi e incrementando il coordinamento tra gli operatori delle forze di sicurezza pubblica e di tutti gli attori che incidono sul funzionamento della città stessa... Si tratta di una nuova modalità attraverso la quale garantire sicurezza pubblica, basata su sistemi tecnologici complessi in grado di incrociare ed elaborare dati, con il fine di aumentare la capacità situazionale di chi deve prendere rapidamente decisioni nel corso di un’emergenza", ha commentato Angelo Gazzoni, country manager di Hexagon in Italia.
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