Rischio mobilità per 54 lavoratori T-System Italia
Redazione ImpresaCity Faci Vicenza, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca hanno indetto uno sciopero e proclamato lo stato di agitazione per tutelare 54 dipendenti di T-System Italia a rischio mobilità.
54 lavoratori della T-System Italia, controllata di Deutsche Telecom, sono a rischio mobilità.
Tra i dipendenti interessati, in particolare, 14 sono già stati trasferiti l'anno scorso presso una società esterna, e altri 40 sono in procinto di essere ceduti ad Ots, azienda IT della provincia di Varese.
Per tutelare i loro diritti, il coordinamento vicentino della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), insieme a Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca, ha indetto uno sciopero per il 13 aprile e proclamato lo stato di agitazione del lavoratori da oggi al 30 aprile.
Il trasferimento dei lavoratori, spiega un comunicato della Fabi, è conseguenza diretta della cessione da parte di T-System di quattro rami aziendali (Centro stampa, Ufficio Procedures, Ufficio System run e Logistica), operazione che aveva ignorato le richieste del sindacato.
Come spiega Giuliano Xausa, coordinatore di Fabi Vicenza, il rischio per i lavoratori interessati è quello di "essere inquadrati dalla nuova società proprietaria con un contratto diverso da quello del credito, area alla quale da sempre appartengono".
Tra i dipendenti interessati, in particolare, 14 sono già stati trasferiti l'anno scorso presso una società esterna, e altri 40 sono in procinto di essere ceduti ad Ots, azienda IT della provincia di Varese.
Per tutelare i loro diritti, il coordinamento vicentino della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), insieme a Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca, ha indetto uno sciopero per il 13 aprile e proclamato lo stato di agitazione del lavoratori da oggi al 30 aprile.
Il trasferimento dei lavoratori, spiega un comunicato della Fabi, è conseguenza diretta della cessione da parte di T-System di quattro rami aziendali (Centro stampa, Ufficio Procedures, Ufficio System run e Logistica), operazione che aveva ignorato le richieste del sindacato.
Come spiega Giuliano Xausa, coordinatore di Fabi Vicenza, il rischio per i lavoratori interessati è quello di "essere inquadrati dalla nuova società proprietaria con un contratto diverso da quello del credito, area alla quale da sempre appartengono".
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