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Red Hat, 25 anni sull’onda dell’Open Source

Gianni Anguilletti alla guida della filiale italiana racconta i risultati dell’esercizio fiscale 2018, con un fatturato in crescita del 21% e l’Italia distintasi nel panorama europeo. L’Open Source è il paradigma di riferimento da un quarto di secolo, alla base dell’approccio del vendor all'innovazione condivisa, non solo del business aziendale ma dell'economia nel suo complesso

Trasformazione Digitale
Il consueto incontro annuale con la stampa di Gianni Anguilletti, Regionale Director – Italy, Turkey, Israel, Greece and Cyprus, Red Hat per commentare a caldo i risultati dell’esercizio fiscale chiuso lo scorso 28 febbraio (FY2018 – anno solare 2017), quest’anno assume un valore ancora maggiore per quella che ama definirsi la Open Source Enterprise Company, in quanto nel 2018 si celebrano alcune ricorrenze importanti: i 25 anni di storia aziendale (è stata fondata il 26 marzo del 1993 da Marc Ewing e Bob Young, ndr), i 20 dell’Open Source (coniato nel 1998 facendo riferimento alla proprietà intellettuale del software, passando da ‘free software’ a ‘open source’), nonché alcune più legate ai manager come i 10 anni in azienda del presidente e Ceo Jim Whitehurst e i 12 dello stesso Anguilletti.
strategiasviluppo
“Un altro anno di successo straordinario
– afferma con soddisfazione Anguilletti, riferendosi ai 2,9 miliardi di dollari di fatturato messi a segno nel 2017, in crescita del 21% sull’esercizio precedente, in cui spicca la crescita del 42% riportata dalle tecnologie non afferenti il sistema operativo Red Hat Enterprise Linux (Rhel), relative alle componenti di sviluppo e integrazione applicativa e alle ‘emerging technologies’ oggi ribattezzate ‘strategic produtcs’ – tra cui JBoss, OpenShift, il Cloud nelle declinazioni Iaas e Paas e lo storage.
Un vendor multi prodotto e multiservizio, protagonista di riferimento nel mercato Open Source e in senso lato nel mercato IT: “Basti dire che ciascuna linea di prodotto di Red Hat presa singolarmente potrebbero rappresentare le prime cinque società open source nel mercato IT per dimensioni e ricavi,” sostiene Anguilletti.

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Gianni Anguilletti, Regionale Director – Italy, Turkey, Israel, Greece and Cyprus, Red Hat Il quarto trimestre dell’anno fiscale 2018 ha inoltre rappresentato il 64esimo trimestre di crescita in termini di fatturato e di utili: “Non credo che nessun’altra azienda dell’IT possa vantare questo pedigree. Si può essere fortunati qualche volta ma non in modo così continuativo,” enfatizza Anguilletti che ricorda i 25 anni di storia aziendale cresciuta sia in modo organico e per acqusizioni: “Sono 33 quelle fatte in questo quarto di secolo e ciò che ci inorgoglisce e che di nessuna di queste aziende oggi esiste una singola riga di codice ‘closed source’, considerando che non tutte erano open source. Ad ogni acquisizione per essere fedele alle sue radici che la vogliono ‘open by default’ Red Hat ha fatto seguire il rilascio del codice sorgente delle aziende acquisite.”
Risultati che hanno rafforzato ulteriormente l’impegno di Red Hat come maggiore contribuente di una serie progetti Open Source e ha alimentato la crescita organizzativa aziendale. Oggi l’azienda conta 12 mila dipendenti in 35 paesi e 85 uffici nel mondo e collabora con un esteso ecosistema di partner -  hardware vendor, software vendor e partner di canale. Una realtà in salute con risorse finanziarie che ammontano a circa 2,5 miliardi di dollari di cash e asset: “La miglior garanzia per clienti e partner di solidità finanziaria necessaria per alimentare l’innovazione tecnologia richiesta dal mercato che il vendor asseconda sia in modo organico attraverso sviluppi tecnologici sia attraverso acquisizioni di altre aziende”.

Strategia di sviluppo: innovazione tecnologica e modello organizzativo
Le linee strategiche di sviluppo che hanno decretato il successo aziendale passano ancora una  volta dall’evoluzione tecnologica in termini di completezza funzionale (mettendo a disposizione un portfolio infrastrutturale esteso), apertura (per lasciare libertà di scelta al cliente di adottare in toto tutto il porftolio o singole componenti), flessibilità (espressa dal mantra ‘any application, anytime ed anywhere’) – nonché dall’evoluzione organizzativa che tocca persone (squadra che vince non si cambia), processi di verticalizzazione di mercato e focalizzazione.

L’evoluzione tecnologica e …
Nel 2017 l’azienda ha  messo a segno tre acquisizioni al fine di arricchire l’offerta aziendale: Codenvy, fornitore di tool di sviluppo di applicazioni cloud-native, l’offerta di Permabit è invece volta a rafforzare la proposta storage e di piattaforma aziendale con una tecnologia di deduplica, compressione e provisioning dei dati, e CoreOS, quella di maggior rilievo, una startup focalizzata su soluzioni Kubernetes e container-native che contribuirà a rafforzare la proposta OpenShift di Red Hat in ambito container.
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Gli ultimi 12 mesi hanno visto inoltre parecchi rilasci di prodotto a partire dalla release OpenShift Platform 3.7, con la proposizione di alcuni servizi per integrare tecnologie e servizi di AWS, la versione 12 di OpenStack migliorata in termini di performance e funzionalità tra cui spiccano servizi containerizzati gestibili su Openshift, l’ultima release della Cloud Suite - un'unica pacchettizzazione che include (Openshift Conteiner Platform, la piattaforma di gestione cloud CloudForms, l’automazione di Ansible, servizi componibili di OpenStack e Virtualization). L’azienda ha altresì investito nell’ambito Sap (con il rilascio di RHEL e di Red Hat Virtualization su Sap Hana): “Sap ha affermato che entro il 2022 saranno due i sistemi operativi supportati dall’offerta Sap e uno di questi è a marchio Red Hat”, dichiara Anguilletti. Ulteriori rilasci riguardano Ansible (integrato con Insight – quest’ultimo un primo passo verso l’Intelligenza Artificiale - e con CloudForms): “A mio parere Ansible è la migliore acquisizione nella storia di Red Hat al pari di quella di JBoss”. E anche lo storage (Cloud-Native Storage 3.6 e Ceph Storage) che Gartner ha posizionato tra i visionari nel Magic Quadrant 2017 relativo a ‘Distributed File System e Object Storage’.
Il tutto va a comporre una strategia di prodotto definita Open Hybrid Cloud collocabile in un disegno multicloud che poggia su tre pilastri principali in cui trovano posto tutte le tecnologie del vendor: Hybrid Cloud infrastructure - un’infrastruttura per la realizzazione di cloud ibridi; piattaforme applicative cloud-native - una suite di framwork e soluzioni di sviluppo e messa in esercizio di applicazioni cloud e non; gestione e automazione - tecnologie per automatizzare e gestire i processi degli ambienti cloud ibridi.
Anguilletti ci tiene a rimarcare un concetto: fermo restando il valore delle tecnologie strategiche e di frontiera che stanno macinando risultati crescenti, il sistema operativo Linux rimane centrale (con un peso di circa il 65-70%): “E’ e resterà il cuore delle altre tecnologie; l’innovazione tecnologica relativa alle infrastrutture e allo sviluppo applicativo passa oggi dai concetti di micro servizi e container, e questi ultimi non hanno ragion d’essere senza Linux”. E se gli investimenti più ingenti oggi sono indirizzati a cloud (Iaas e Paas), alla tecnologia container – “che ha un potenziale innovativo paragonabile a quello della virtualizzazione e del web” e ai relativi microservizi a medio termine nel radar del vendor si collocano Intelligenza Artificiale e Machine Learning.

… quella organizzativa
La direttrice evolutiva relativa all’organizzazione passa invece dall’investimento fatto sull’asset persone, attraverso il potenziamento dell’organico con nuove assunzioni e sviluppo delle competenze, cosi come da processi di verticalizzazione e segmentazione del mercato: “Da circa tre anni abbiamo impostato un modello di go-to-market che prevede la focalizzazione su alcuni mercati verticali quali il Telco, i Servizi Finanziari (banche ed assicurazioni) – e in altri due mercati quali Public Sector e Industry (manifatturiero).” Un processo di verticalizzazione su settori merceologici specifici che oggi si completa con un’ulteriore segmentazione in due macro segmenti (in base a dimensione e visibilità delle aziende) seguiti da due team interni dedicati: Strategic & Enterprise e Mid & Small Market. La focalizzazione è altresì massima sull’ecosistema di partner, che al proprio interno contempla operatori tradizionali - hardware e software vendor e system integrator – ma anche profili più innovativi come cloud provider, host provider e managed services provider. 
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Italia, best performer in Europa
Da parte sua l’Italia si è distinta come miglior Paese a livello europeo, nella geografia (Emea) che a sua volta è stata la migliore a livello mondiale. A contribuire a tale risultato le persone e altresì lo scenario macroeconomico oggi più favorevole rispetto al passato: “L’economia ha avuto un’inversione di tendenza e ciò ha contribuito a scaricare a terra la validità del nostro porfoglio, il team si è distintivo ancora una volta e una strategia go-to-market molto chiara, con focalizzazione su aree più strategiche e una segmentazione più rigorosa”.
Tra i fatti principali nel 2017 relativi alla filiale da segnalare l’approssimarsi ai 150 dipendenti (erano 100 l’anno prima), il rinnovo della stipula della Convenzione Consip a testimonianza del successo della precedente che punta ad agevolare l’acquisizione di tecnologie a marchio Red Hat da parte delle Pubbliche Amministrazioni, il prosieguo del programma Community Open Innovators lanciato circa 18 mesi fa indirizzato ai C-Level dei principali clienti; una community che crea momenti di networking e confronto per condividere esperienze, esigenze, successi ma anche criticità e verificare come Red Hat possa essere di supporto, dando voce al mantra aziendale ‘We growth when we share’.
Tra i casi di successo messi a segno nel 2017 da segnalare quello di Fasteweb - operatore telefonico oggi diventato cloud provider – che ha scelto le soluzioni Red Hat per offrire servizi di cloud ibrido e storage al mercato enterprise, così come Magneti Marelli che ha optato per prodotti Red Hat OpenStack per realizzare il proprio cloud interno ottenendo un incremento delle performance di quasi il 500% e Sogei, l’azienda informatica del Ministero delle Finanze che ha scelto le soluzioni Red Hat per gestire molteplici attività, in particolare la contabilità dei propri dipendenti con il progetto CloudyNoi PA. Le soluzioni Red Hat sono state adottate anche dalla divisione IoT di Vodafone Automotive in applicazioni di infoteinment.
“Il successo crescente dell’Open Source in generale e di Red Hat in particolare derivano in gran parte dal fatto che la trasformazione digitale in atto sta imponendo alle aziende di diventare delle ‘software company' e ciò sta determinando un aumento esponenziale di consumo di tecnologie e di software che impongono alle aziende di essere molto attenti all’innovazione e devono essere sostenibili dal punto di vista economico, caratteristiche fondanti e distintive dell’Open Source”, conclude Anguilletti. 
Il prossimo quarto di secolo poggia su queste basi.
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