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L'Europa deve sfruttare meglio gli open data

Secondo un'analisi di Capgemini Consulting, un maggior utilizzo dei dati aperti porterebbe le pubbliche amministrazioni dell'Ue risparmiare fino a 1,7 miliardi di euro entro il 2020.

Tecnologie
Nel contesto dell'avvio di un portale europeo dedicato agli open data, Capgemini Consulting ha analizzato l'evoluzione di questo segmento in 32 paesi. Secondo le valutazioni della società di consulenza, lo sfruttamento dei dati aperti aumenta le transazioni, riduce i costi e genera nuova occupazione.
Utilizzando in modo ottimale e saggio questo potenziale, le pubbliche amministrazioni dell'Unione Europea potrebbero realizzare risparmi fino a 1,7 miliardi di euro entro il 2020. A ciò si aggiunge il fatto che, sempre secondo Capgemini Consulting, ne guadagnerebbero anche i consumi energetici, destinati a calare intorno al 16%. Nei prossimi quattro anni il mercato degli open data in Europa dovrebbe avere un valore complessivo di 325 miliardi di euro.
In questo contesto e per favorire la valorizzazione dei dati aperti, l'Ue ha dato vita a un portale che contiene a oggi 240mila set di dati pubblici (in settori come la sanità, i trasporti, l'education e altri) tutti accessibili liberamente da qualunque individuo.
La maturità degli open data è strettamente legata alle politiche messe in atto da ciascun paese. In Europa, solo uno su tre ha avviato iniziative per incoraggiare la promozione e l'utilizzo dei dati aperti. Resta molto lavoro da fare per sensibilizzare la popolazione, allargare le funzionalità dei portali o spingere più regolari pubblicazione di informazioni, allo scopo di moltiplicare le iniziative stimolare il riutilizzo dei dati aperti.
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