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Syneto semplifica la gestione del dato con Hyper Echo

Syneto ha presentato una nuova soluzione che unifica data management, data resilience e data restore.

Tecnologie

Syneto ha presentato Hyper Echo, una nuova piattaforma che concilia in un’unica soluzione hardware e software le funzioni di data management, data resiliency e data restore. Come ha spiegato il CEO Vadim Comasescu, Hyper Echo è la risposta alla complessità all’origine dei molti problemi di security che le aziende oggi si trovano ad affrontare. Lo scenario è quello ormai noto: la pandemia e il conflitto ucraino hanno accelerato il processo di digitalizzazione a una velocità che le infrastrutture tradizionali non sono riuscite a gestire.

Il risultato è che infrastrutture realizzate 15-20 anni orsono sono state modificate strada facendo nel tentativo di arginare le vulnerabilità, generando in realtà problemi di gestione e di sicurezza a causa dell’aumentata complessità. Restringendo il campo alla conservazione del dato, quello che è avvenuto è che alle tradizionali soluzioni di backup su NAS sono stati affiancati prodotti per il disaster recovery e altri per la conservazione dei dati air gapped. Inoltre, la maggior parte delle aziende ha creato ambienti separati per il test e lo sviluppo.

I NAS sono facilmente attaccabili e cifrabili da remoto. Le soluzioni di disaster recovery sono più avanzate, ma richiedono lunghi tempi per il ripristino e presentano molte incognite che possono impedire di fatto il restore rapido dei dati (ad esempio se manca un tassello nei backup incrementali). L’archiviazione su nastro, che è la soluzione air gapped più diffusa, genera problemi nella ricerca, nel ripristino, nell’indicizzazione e nel management.


Syneto ha stimato che una infrastruttura tipica conta almeno sei componenti differenti, ciascuno da gestire in modo separato. Sono questa complessità e la necessità di gestione separata a originare problemi di sicurezza e di gestione. Comanescu è quindi convinto che “per riportare l’infrastruttura tradizionale in sicurezza occorre risolvere la complessità, con una rivoluzione che ripensa il modo in cui l’infrastruttura stessa viene costruita”.

Dal problema alla soluzione

Hyper Echo è una linea di appliance plug and play hardware basata su un software di nuova generazione sviluppato da Syneto negli ultimi due anni e mezzo, partendo da zero e sfruttando solo le innovazioni e i concetti tecnologici più innovativi e recenti. È una soluzione unica, che consente una gestione a 360 gradi del dato secondario nella sua interezza e che promette immutabilità del dato, tempi ripristino prossimi allo zero, management sigle-clic e ambiente semplice da gestire.

Echo Data Management si basa sul concetto 3D del dato: il data management, la data resiliency e il data restore, che Comanescu identifica come le tre criticità delle infrastrutture attuali. I vantaggi apportati alla parte di management includono l’automazione, l’approccio one-click, e lo sfruttamento di tecnologie innovative quali AI e Machine Learning. Sul fronte della data resiliency sono predisposte politiche e metodi che rendono il dato resiliente, fra cui la più importante è l’immutabilità del dato, che lo rende inattaccabile in quanto non può essere cancellato, sovrascritto o modificato.


Terzo e ultimo, il data restore è snello e veloce: si parla di una manciata di secondi. Il segreto è nei recovery point che vengono creati dal sistema: oltre ad essere immutabili, sono slegati dalla catena tipica dei backup incrementali. Ciascun recovery point è indipendente, perché include un’immagine full pronta per essere ripristinata, annientando le criticità della catena tradizionale. Un’altra rivoluzione è legata al concetto di logical air gap: non è più fisico come con le soluzioni a nastro, ma al pari di queste non è raggiungibile via rete in quanto non è rilevabile tramite protocolli standard. È quello che si definisce un hidden phisical storage, uno storage fisico completamente nascosto e non disponibile, che resta protwetto dagli attacchi cyber.

Riferendosi in generale a tutta la piattaforma, il CEO sottolinea un altro aspetto importante per la security. Il sistema operativo Syneto OS nasce come software cloud native basato sul modello dei microservizi e dei container. Significa che tutte le funzionalità interne sono isolate: se un criminale informatico attacca una funzione non avrà accesso a tutto il sistema, ma solo al container attaccato.


In tutto questo c’è anche un aspetto poetico: ogni servizio microcontainerizzato ha un nome. Il software che gestisce l’interazione si chiama Minerva, quello a cui fa capo lo storage si chiama Giove, la gestione dell’automatizzazione dei task è stata battezzata Chronos. La gestione dell’import dei dati è affidata a Marte, mentre l’evoluzione verso cloud e hybrid cloud è di competenza di Mercurio.

La parte hardware è altamente scalabile sia in verticale (per aggiungere capacità di storage) sia in orizzontale per aumentare la potenza computazionale. Ha lo stesso tipo di deployment tipico degli hyperseries, quindi plug and play, e prezzi a partire da 25.000 euro. Il team di prevendita è già al lavoro per lo sviluppo progettuale, le consegne inizieranno a settembre.

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