Come ripartire dalla Network Security, il “caso” LumIT. Una guida pratica e una esclusiva video intervista con Paolo Ferrari, Ceo di un system integrator di eccellenza come LumIT che insieme a Fortinet sta costruendo un ecosistema ad alto valore per le imprese del territorio
LumIT è un system integrator italiano ed è uno dei leader in ambito network security e application security. Paolo Ferrari è un manager giovane ma con le idee chiare e con queste parole nei giorni scorsi ha aperto a Impresacity le porte della “sua” nuova sede milanese.
Una storia, quella di LumIT che affonda le radici in dieci anni di corsa e investimenti in competenze, sicurezza e in un ecosistema di eccellenza come quello creato in collaborazione con Fortinet e messo al servizio delle imprese italiane (una collaborazione che sarà al centro di uno straordinario evento streaming il prossimo 7 luglio, qui tutti i dettagli per partecipare). «Cerchiamo nuove tecnologie – racconta il manager in questa esclusiva video intervista -. La crescita continua e la continua ricerca di innovazione sono il nostro Dna.
Guarda l'intervista esclusiva con Paolo Ferrari numero 1 di LumIT
Questa vocazione ci ha permesso di crescere come competenze e anche come spazi visto che stiamo inaugurando una nuova sede a Sesto San Giovanni alle porte di Milano».Il cuore, il centro di gravità permanente della rivoluzione “sicura” di LumIT è il suo LumIT Lab. «LumIT Lab è un incubatore dove sviluppiamo soluzioni di sicurezza per la gestione del dato, la sicurezza del workspace e soprattutto framework di automation. Siamo pionieri proprio nell’ambito dell’ automazione e lo siamo grazie ad un duro lavoro di ricerca, sviluppo e costruzione di professionalità».
Network security alla prova della nuova normalità
E poi c’è la nuova normalità, l’emergenza sanitaria, la corsa verso il lavoro da remoto e le reti che rapidamente hanno perso ogni tipo di confine, perimetro, barriera. Una sfida su cui in questi mesi proprio LumIT si è trovata in prima linea al fianco di Fortinet. «Questi mesi di emergenza hanno sconvolto il nostro modo di lavorare – racconta Ferrari -. Il nuovo attore delle infrastrutture IT aziendali è il remote working. Ovviamente ci sono aspetti positivi legati alla maggiore autonomia per il dipendente e alla possibilità di lavorare per obiettivi. Dall’altra parte però il remote working ha trasformato la sicurezza e imposto un repentino cambio di passo a tutti.Prima si proteggeva l’ufficio, la sede aziendale… oggi serve una logica dinamica in cui si diventa capaci di seguire e proteggere l’utente dovunque si trovi. Abbiamo dunque messo in campo nuove logiche di sicurezza maggiormente focalizzate sull’identità, sul device e sul dinamismo. Questa è la nuova realtà della network security e con questa realtà occorre fare i conti subito».
Paolo Ferrari e Cesare Radaelli di Fortinet, una partnership di grande valore per le imprese italiane
Network security e nuova normalità, le quattro regole d’oro
Ma come si mette al sicuro una Rete alla prova della nuova normalità e della corsa verso il lavoro da remoto?
«Le regole della nuova network security sono semplici ma tremendamente efficaci – racconta Ferrari -. Detto che il primo passo è stato fatto, ovvero l’attivazione stessa di reti remote per permettere agli utenti di essere “continui” anche da casa, la prima regola è affidarsi ad un system integrator, un partner di prossimità di assoluto valore e fiducia. Oggi non sono ammesse incompetenze e nemmeno fughe in avanti verso offerte poco strutturate.Il secondo passo è scegliere un vendor affidabile e di assoluto valore esattamente come Fortinet con cui abbiamo da tempo, non a caso,una partnership solida, innovativa.Il terzo passo è quello di ripensare completamente la sicurezza in ottica dinamica, liquida e in grado di prendere la forma di device, persone, dati che si muovono fuori e dentro l’impresa come mai prima d’ora. Un ulteriore passo da fare nella applicazione delle policy di sicurezza e infine quello di cercare anche di automatizzarle, questo permette di aumentare il livello di sicurezza e dare più flessibilità oltre a ridurre gli errori umani nella loro applicazione».
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