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Commvault, dalla data protection al data management

Molti gli spunti di interesse alla user conference Commvault GO, su cui spiccano il nuovo corso dell’azienda con l'acquisizione di Hedvig e la nuova offerta SaaS

Tecnologie Trasformazione Digitale Cloud
Arrivato alla sua quarta edizione, Commvault GO ha offerto molti spunti di interesse, sia per chi partecipava per la prima volta sia per chi era presente anche negli anni precedenti. Alla User Conference della società attiva nella data protection, svoltasi a metà ottobre nell’area di Denver in Colorado, le novità di rilievo sono state soprattutto tre: il nuovo CEO Sanjay Mirchandani, arrivato in febbraio, una nuova divisione dedicata all’offerta SaaS Metallic, e soprattutto la prima acquisizione effettuata dall’azienda, quella di Hedvig.  

Prima acquisizione in assoluto

Di quest’ultima, ImpresaCity ne ha parlato a Denver con Don Foster, Vice President Storage Solutions di Commvault, che ha esordito sottolineando proprio la novità dell’operazione “non avevamo mai fatto acquisizioni, anche perché disponiamo di un ottimo development team, che sviluppa anche in tempi molto rapidi, come è stato dimostrato anche da Metallic, creato in meno di nove mesi, ma gli scenari cambiano ogni semestre e l’arrivo di Hedvig, che è attiva nell’ambito del software defined storage, ci consente di entrare nella conversazione del data management, di cui il governo del primary storage è una componente fondamentale, insieme al backup e alla data protection, che sono il nostro pane quotidiano”. 

Integrazione a breve

L’idea è quella di integrare le tecnologie Hedvig nelle soluzioni di protezione dei dati di Commvault, in modo tale da potenziare le capacità di automatizzazione del data management e del provisioning storage, ampliando il supporto per applicazioni basate su container e microservice. Il tutto anche in ottica multicloud, dato che Hedvig, oltre a Commvault, supporta anche Veritas, IBM e Veeam, ed è da tempo in grado di integrarsi in maniera completa con AWS, Microsoft Azure e Google Cloud.

Quanto ai tempi di integrazione, Don Foster spiega che “il target che ci siamo posti è quello di fine anno-inizio 2020, con l’idea di fondo di avere tutto pronto con l’esordio del nostro nuovo anno fiscale, che comincia in aprile”. Ancora nessuna decisione invece in merito al brand: “l’acquisizione si è chiusa a inizio ottobre, ed è prematuro parlare di strategia di brand”, prosegue Don Foster, sottolineando che “l’importante è non disorientare i clienti”.

Sinergie in vista

Di Hedvig, ImpresaCity ha parlato anche con Gabriel Martin, Area Vice President Emea South di Commvault, chiedendo un po’ provocatoriamente se questa acquisizione non crei qualche fastidio sul mercato, pestando per così dire qualche piede. Rimanendo in metafora, Martin ha osservato che “il mondo è pieno di piedi, e appena esci fuori dal tuo terreno classico se ne pesta sicuramente qualcuno, ma allo stesso tempo si ha anche la possibilità di realizzare sinergie con altri. Per fare un esempio, alcuni nostri partner che già offrivano Hedvig come prodotto separato ma come parte della loro offerta complessiva, adesso potranno offrire Commvault con Hedvig in sinergia, dando luogo a un risultato maggiore della semplice somma dei due prodotti”.  
commvault 1I numeri salienti di Commvault

Italia in primo piano

Ma l’incontro con Gabriel Martin è stato anche l’occasione per avere un commento sull’andamento del business, soprattutto nell’area di diretta competenza del manager. Si tratta di un territorio molto vasto che comprende tra l’altro l’Italia, l’area iberica, Austria, Svizzera, Paesi Nordici e Israele. “Il Sud Europa, che gestisco da due anni e mezzo, sta performando molto bene: negli ultimi due anni fiscali abbiamo avuto una crescita del 70% complessivo. La migliore performance è stata quella dell’Italia, grazie al contributo di tutte le persone che operano sotto la direzione di Vittorio Bitteleri, che ha davvero fatto un ottimo lavoro in termini di cambiamenti, non tanto nelle persone quanto nel modo di operare”, ha spiegato Martin, sottolineando che “subito dopo l’Italia, le migliori performance sono state quelle della Francia e di Israele, che hanno contribuito a fare del Sud Europa una delle aree più performanti per Commvault, se non proprio la migliore”.

Nuova percezione

Tra i fattori di crescita, va anche citato, secondo Martin, il fatto che “abbiamo lavorato molto sulla percezione di Commvault da parte del mercato. Alcuni ci hanno talvolta visto come azienda con una proposta per così dire ‘difficile’, in quanto l’offerta e le tariffe erano complicate, con troppe modalità di acquisto a prezzi spesso diversi. Ma siamo riusciti a dimostrare che il prodotto non è complesso, e tutti, in primo luogo i partner, hanno capito che più che di una realtà si trattava di una leggenda. Abbiamo ribaltato la percezione lavorando molto anche con i clienti e semplificando l’offerta, riducendo le modalità di acquisto e lanciando Complete Backup & Recovery, soluzione unificata che è stata accolta molto favorevolmente dal mercato”.  

Verso nuovi traguardi

Del resto, fa notare Martin, “non è per caso che Commvault sia sul Magic Quadrant di Gartner da otto anni di seguito”, anche se “rimango convinto che ancora non abbiamo sviluppato tutto il nostro potenziale dal punto di vista della tecnologia: nel mercato backup ci sono molti vendor, ma le soluzioni affrontano diverse piattaforme, e per dare un valore ai clienti bisogna essere capaci di dare supporto al maggior numero possibile di tecnologie, anche perché le piattaforme enterprise sono complesse”.

Fare il backup e ovviamente anche il restore di tutte le tecnologie presenti oggi in azienda, da SAP a Hadoop ai diversi database, come Oracle, SQL, Cloudera o MongoDB, “è molto complesso, ma non basta”, prosegue Martin, "nel senso che bisogna anche essere flessibili per spostare i dati da un data center dall’altro, dal data center verso il cloud e viceversa, oppure tra i diversi cloud, oppure fare data recovery sul cloud. Insomma, lo scenario sta cambiando tanto e si sta arricchendo di numerose possibilità, tanto che una soluzione di backup per l’enterprise deve essere capace di operare su qualunque tecnologia e su qualunque scenario: Commvault è l’unica in grado di farlo oggi”.
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