Prove tecniche di smarcamento. Sono quelle di Microsoft, che in questa incerta stagione geopolitica sceglie di giocare d’anticipo, almeno in Europa. Mentre dalle parti della Casa Bianca continuano a echeggiare toni muscolari e talvolta indigeribili, il colosso guidato da Satya Nadella mostra di voler prestare attenzione alle crescenti preoccupazioni dell’Europa in tema di sovranità digitale. E lo fa per bocca di Brad Smith, presidente e volto pubblico della diplomazia tech di Microsoft, che a fine aprile ha parlato di “digital commitments” verso l’Europa, citando impegni quali il rafforzamento dei data center europei, con un incremento della capacità del 40% nei prossimi due anni, il controllo locale sulle infrastrutture cloud, e soprattutto una governance europea supervisionata da un “board of directors” europeo composto esclusivamente da cittadini europei e operante in base al diritto europeo. Come riportato più in dettaglio a pagina 56, la promessa di Microsoft è che saranno protetti non solo i servizi cloud ma anche i dati degli utenti, grazie a vari elementi come il progetto EU Data Boundary, le opzioni di Confidential Compute in Azure, la gestione diretta delle chiavi di cifratura, e l’offerta Microsoft Cloud for Sovereignty, che danno ai clienti europei la possibilità di archiviare ed elaborare in maniera sicura i propri dati all’interno dell’Unione Europea.