Stiamo vivendo una fase di significative innovazioni tecnologiche che cambieranno in modo rilevante diversi aspetti della nostra vita quotidiana
di professionisti e anche di cittadini.
In questo senso la tecnologia è inevitabile: prodotti e servizi (anche pubblici) evolvono, i cittadini-utenti devono in qualche modo adeguarsi. Per questo si parla giustamente molto di inclusività tecnologica e del rischio di creare un divario tra chi sa usare le nuove tecnologie e chi no. Se avete mai cercato di traghettare verso il magico mondo dello Spid un “over 75” allergico agli smartphone, sapete che quel rischio è assolutamente concreto.
Le tecnologie devono essere “sostenibili” anche in questo senso: la loro diffusione non dovrebbe essere pagata con la sostanziale marginalizzazione di intere fasce della popolazione. Non dovrebbe cioè avere un costo sociale. O quantomeno, non un costo sociale
significativo.
Non è un problema delle tecnologie in sé, ma di come vengono applicate nella realizzazione di nuovi prodotti e servizi. Come al solito, insomma, tutto alla fine dipende sempre dalle persone e dalla loro attenzione alle ricadute di ciò che ideano...