Nei primi tre mesi dell’anno il mercato globale dei celluari è cresciuto dello 0,7%. Sono i dati che emergono dai numeri rilasciati da Gartner. Le dinamiche più positive sono state registrate grazie all’incremento nella vendite di smartphone e dalle ottime performance nell’area Asia Pacifico. I risultati in quest’ultima regione sono riusciti a compensare la debolezza della domanda che si è manifestata pressoché in ogni altro paese. Samsung mantiene la prima posizione con un market share del 23,6% con un vantaggio rispetto a Nokia che si fa sempre più consistente. La share dell’azienda finlandese è pari al 14,8%. Terza Apple al 9%. Posizioni di mercato conseguenti la crescita a doppia a cifra per Samsung, che incrementa il proprio volume del 13% e Apple le cui vendite hanno evidenziato un balzo del 16%. Nokia in controtendenza con una decrescita del 24%. La share di mercato di Nokia si è così ridotta del 4,9%. La ragione della sotto-performance di Nokia, secondo quanto affermato da Gartner, è da attribuire al progressivo declino del mercato cellulare tradizionale. Buone notizie, invece per quanto riguarda la performance della nuova generazione smartphone Lumia basata su Windows 8: nel primo trimestre dell’anno se ne sono vendute 5, 1 milioni di unità. Numeri, questi ultimi, che non sono ancora sufficienti a permettere a Nokia di qualificarsi al meglio nella dimensione di nuova generazione. Il successo di Nokia, secondo Gartner, è un successo relativo, in quanto il mercato smartphone tende ad espandersi in volume. Una tendenza che premia soprattutto altre aziende, tanto è vero che Nokia, pur avendo registrato vendite maggiori nel comparto smartphone rispetto all’analogo trimestre 2012, è passata in termini di market share dall’ottava alla decima posizione. Infine, le vendite di smartphone costituiscono ormai quasi il 50% delle vendite complessive dei cellulari; 49,3% rispetto al 44% del primo trimestre 2012. Per un 50% degli utenti il passaggio da dispositivi tradizionali a smartphone non è scontato, o quanto meno non avverrà a ritmi particolarmente entusiasmianti. Le ragioni di ciò? Da una parte il fatto di considerare la tecnologia tradizionale, good enough, sufficiente per rispondere a esigenze fondamentali, dall’altra la barriera del costo di accesso.
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