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Veeam, è tempo di radical resilience

Di fronte a uno scenario complesso hybrid multi-cloud caratterizzato da attacchi informatici sempre più severi e in crescita, Veeam risponde con la vision di Resilienza radicale che poggia su tre pilastri portanti: data security, data recovery e data freedom. Ne parla Stefano Cancian, country manager della filiale italiana

Trasformazione Digitale

Stefano Cancian, Country Manager di Veeam Italy (nella foto di apertura) è a capo della struttura italiana di Veeam dallo scorso giugno. Con lui inquadriamo lo scenario globale della Modern Data Protection, argomento di elezione del vendor, oggi caratterizzato da alcuni macro-trend che influenzano anche il panorama italiano. Il Country Manager parte da alcune evidenze emerse dal Veeam Data Protection Trend Report 2024, uno studio pubblicato a inizio 2024 da Veeam e condotta su circa un migliaio di aziende (non necessariamente clienti del vendor).

Emerge l'esplosione esponenziale dei dati in un’era densamente digitale; un trend in continua crescita che si trasforma in un'opportunità per molte aziende:Big data, business analytics e la stessa Intelligenza Artificiale determinano la necessità di trattare grandi moli di dati, nonché gestirli e proteggerli in un mondo molto complesso”, sottolinea Cancian.
Continua inoltre inesorabile il cammino verso il modello del cloud computing, nelle forme hybrid e multicloud: “Molto spesso le aziende non adottano solo una soluzione cloud, ma più soluzioni, rendendo il tutto più complesso per i responsabili IT termini di gestione e protezione del dato”, chiarisce il manager.
N C'è poi il trend relativo agli attacchi informatici, sempre diù diffusi e severi. Secondo il report targato Veeam risulta che il 76% delle aziende intervistate ha subìto almeno un attacco informatico negli ultimi 12 mesi: “Una percentuale molto significativa; una situazione diffusa e trasversale che riguarda e tocca tutti. Non una questione di ‘se’ ma di ‘quando’ e ‘come’ rispondere”. In tal senso, il 67% del campione sostiene di essere dotato di una soluzione backup nell’hybrid cloud. E il 32% degli intervistati di essere confidente sulla capacità di ripristinare i sistemi a seguito di un attacco informatico in meno di una settimana: “Questo però significa che circa il 70% delle aziende non crede di riuscire a riportare i sistemi in attività in un arco temporale di una settimana”, evidenziando una volta di più quanto il tempo di restore e di recovery stia diventando chiave per tutte le aziende.Come emerge dal report, inoltre, gli attacchi informatici sono la prima causa di interruzione del servizio IT anche in Italia e rappresentano un grosso limite alla trasformazione digitale delle organizzazioni; fondamentale, quindi, trovare una soluzione per proteggersi, veicolo per incrementare e accelerare la Digital Transformation. Non stupisce quindi che i budget IT nelle aziende aumentino nell’ ottica della protezione del dato e della sicurezza per rispondere in modo adeguato a tali problematiche. Si assiste inoltre a una sempre più forte integrazione tra le soluzioni di Data Protection e quelle di sicurezza, fenomeno osservato anche in Italia.

Non ultimo, il fenomeno emergente della trasformazione e modernizzazione delle applicazioni in ambito container: “Oggi molte aziende sono a buon punto nel processo di trasformazione applicativa tradizionale, mentre sono ancora indietro nella protezione di ambienti containerizzati molto più complessi e difficili da gestire”, chiarisce Chiancian.

La risposta di Veeam

Come spiega il country manager, di fronte a uno scenario complesso hybrid multi-cloud caratterizzato da attacchi sempre più frequenti, severi e in crescita, Veeam risponde con una vision di Radical Resiliance (resilienza radicale) che si sostanzia in una soluzione moderna in grado non solo di affrontare l’attacco senza indietreggiare ma capace di andare oltre facendo un ‘bounce foreward’, ovvero utilizzando la resilienza come elemento di differenziazione e vantaggio competitivo sul mercato.

In questo senso, lo sviluppo della tecnologia Veeam poggia su tre principali pilastri: data security, data recovery e data freedom. Nel primo caso si tratta di una protezione a più livelli progettata per la massima tranquillità nel cloud ibrido per anticipare l'identificazione dei rischi e delle minacce, garantire l'immutabilità del dato e la sicurezza degli accessi ai dati.

Il tema della data recovery è centrale per Veeam; il vendor ha basato il suo successo sulla capacità di recovery e i tempi di recovery abilitando ‘un recupero veloce quando e dove serve'. Da sempre Veeam offre una recovery veloce, puntuale e precisa attraverso funzionalità per gestire e orchestrare tutti i processi di recovery a seguito di un attacco informatico e funzionalità per la ripartenza”, chiarisce Cancian. Questi elementi garantiscono una risposta di maggiore rapidità per la ripartenza del sistema informativo a seguito di un attacco. Inoltre, molte aziende dopo il primo attacco subiscono anche un secondo attacco; quindi, servono soluzioni per evitare una ’ ricaduta’ con il rischio di essere infettati nuovamente. Un case study tipico Veeam indica un’attività di ripristino dei sistemi informativi 5 volte più veloce, per una riduzione del 90% dei tempi di ripartenere qualsiasi dato senza alcun look in: “Collocando il dato dove serve secondo le proprie esigenze, coprendo la gamma più ampia possibile".

E data freedom significa invece proteggere qualsiasi dato senza alcun look in: “Collocando il dato dove serve secondo le proprie esigenze, coprendo la gamma più ampia possibile di workload compresi quelli più moderni come ambienti container, Kubernetes,…, tutta la nuova generazione di applicazioni cloud native caratterizzate da nuove complessità, difficili da gestire con soluzioni tradizionali”, chiarisce Cancian. Ma anche libertà di scelta infrastrutturale: “Da sempre un elemento di differenziazione di Veeam come azienda software è la sua indipendenza e agnosticità infrastrutturale, che vuol dire evitare il look in e garantire l'integrazione di più ambienti infrastrutturali. Dando anche la possibilità di fare cloud mobility, favorendo cioè lo spostamento dei dati da un ambiente cloud a un altro”.

Inoltre, “l’88% delle aziende intervistate dichiara di avere o di essere in procinto di adottare soluzioni as-service per la protezione di alcuni workload, quindi Backup as-a-Service (BaaS) o Disaster recovery as-a-Service (DRaaS)”; anche in questo senso Veeam si fa trovare pronta con la piattaforma Veeam Data Cloud Platform”, afferma Cancian. Alessio Di Benedetto, Regional Technical Sales Director, South Europe di VeeamDirezione as a service

E’ Alessio Di Benedetto, Regional Technical Sales Director, South Europe di Veeam, a spiegare questa novità di offerta, che, “si basa su una tecnologia molto consolidata e non cambia nulla rispetto all'approccio classico di Veeam con la propria Veeam Data Platform, l’offerta tradizionale per la protezione, il monitoraggio, e l'orchestrazione dei workload”. Una piattaforma completa che va oltre il backup per spingersi al Data Management a cui si affianca la nuova offerta 'as a service' Veeam Data Cloud per aderire alla richiesta del mercato alla ricerca di applicazioni as a service diventate ormai uno standard. Il riferimento va, per esempio, a Microsoft 365, Salesforce, ServiceNow, solo per citarne alcune. “La gestione delle infrastrutture e dei carichi applicativi richiedono modelli as a service e, in questo scenario entra a pieno titolo Veeam Data Cloud che offre la possibilità di proteggere i carichi di Microsoft 365 ed Azure direttamente in un modello a servizio”, spiega Di Benedetto. Per intendersi, il software alla base rimane lo stesso, ovvero Veeam Backup per Microsoft 365 e Veeam Backup per Azure con la gestione di Veeam in termini di infrastruttura computazionale e storage.
“In questo modo stressiamo ulteriormente il concetto di ‘data freedom’ che caratterizza la nostra offerta. Ad oggi, infatti, i clienti hanno la possibilità di utilizzare una piattaforma on premise completamente gestita in casa oppure ricorrere a un service provider per la gestione delle dei workload o, addirittura, in un modello estremizzato, utilizzare una piattaforma a servizio in cui non si devono più considerare i costi infrastrutturali e dello storage, coperti dal modello di licensing di Veeam; quindi un modello di storage ‘infinito’ senza restrizioni dal punto di vista dei costi e di conservazione dei dati, nel rispetto dei principi di data security e di data recovery”. Oggi disponibile per gli ambienti Microsoft, l’offerta è destinata ad aprirsi ad altri ambienti.In cima alle classifiche

Con un fatturato 2022 di 1.100 milari di dollari e oltre 450 mila clienti a livello mondiale, il vendor sta sempre più affermandosi nel mondo enterprise: “Siamo presenti nell’82% delle aziende Fortune 500 e nel 73% delle Global 2000. IDC ci posiziona primi in classifica nel mercato “Data Replication & Protection” e per il 7imo anno consecutivo Gartner ci pone nel Magic Quadrant dei leader in termini di abilità di execution nel mercato 'Enterprise Backup& Recovery Software'. Occupiamo inoltre la prima posizione in ambiente Microsoft con 18 mila utenti MS 365 protetti nonché numeri 1 in ambiente Kubernates," conclude Cancian.

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