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Denodo: in Italia più consapevolezza sulla trasformazione Data Driven

Un’analisi  dell’evoluzione della gestione dei dati nelle aziende italiane,  rivela però che l’implementazione è ancora lontana, con l’Intelligenza Artificiale vista come il principale fattore abilitante

Trasformazione Digitale

Se in Italia più di 8 aziende su 10 (85%) confermano che la trasformazione è qualcosa che rientra nei propri piani, solo il 20% afferma di aver di fatto completato questo percorso, dichiarando che i dati rivestono già oggi un ruolo primario nella definizione dei processi e delle decisioni. È quanto emerge da un recente studio condotto da Denodo, società attiva nella gestione dei dati, in collaborazione con IKN Italy, volto a indagare l’approccio quotidiano delle aziende alla gestione dei dati, mettendo in luce vantaggi e difficoltà che stanno sperimentando.

La quarta edizione della ricerca "Data Management Survey", condotta sul finire dello scorso anno, evidenzia inoltre che il 40% delle aziende, pur trovandosi ancora in una fase iniziale, ha già avviato un percorso di trasformazione Data Driven, mentre il 25% è ancora nella fase propedeutica al processo. Al momento, solo il 15% vede ancora troppe difficoltà legate alla trasformazione o addirittura non la ritiene in linea con la propria realtà.

Se confrontate con un’indagine analoga presentata da Denodo nel 2022, le evidenze mostrano che, a fronte di una forte consapevolezza della strategicità dei dati, negli ultimi due anni i progressi compiuti in termini di implementazione sono ancora limitati (le aziende che hanno completato il percorso di trasformazione sono passate solo dal 17% al 20%).


Ogni trasformazione profonda è sempre guidata da molteplici elementi che, se da un lato riflettono le debolezze della situazione attuale, dall’altro evidenziano i principali fattori che guidano il cambiamento. In particolare, settori diversi guardano a un migliore utilizzo dei dati come alla leva per rispondere a necessità di business comuni, tra cui il miglioramento complessivo dell’efficienza operativa (16%), per rispondere in modo agile e veloce alle richieste del mercato; il miglioramento dei servizi forniti (15%); e infine il miglioramento della Customer Experience (13%), sempre più fondamentale in un contesto in cui l’utente è al centro di qualsiasi processo e decisione di business

Tuttavia, le aziende che decidono di intraprendere un percorso di trasformazione si trovano ancora a confrontarsi con una serie difficoltà di natura organizzativa, culturale o tecnologica, che possono rallentare il processo di modernizzazione e cambiamento. Tra queste, spicca al primo posto l’annoso problema della dispersione dei dati (26%) che rende difficile non solo l’accesso, ma spesso anche la semplice consapevolezza dell’esistenza dei dati stessi, seguito dal perdurare di una cultura legata al “possesso” dei dati (23%) che ne ostacola la condivisione, elemento essenziale per una vera democratizzazione delle informazioni.

Negli ultimi due anni si è però riscontrata una riduzione significativa nella percentuale di aziende in cui manca una struttura deputata alla gestione dei dati (dal 21% al 13%): si tratta di un segno importante, che può indicare come si stia in effetti prendendo atto dell’importanza di agire a livello organizzativo. Una conferma in tal senso arriva anche dal fatto che il 45% delle aziende dispone di un Team centralizzato che gestisce i dati.

La qualità dei dati, con una preferenza del 25%, rappresenta l’elemento imprescindibile della trasformazione, seguito dalla data governance (20%), a conferma di quanto sia fondamentale non solo l’uso stesso dei dati, ma il fatto che questo avvenga nel rispetto della normativa e delle politiche interne. Analoga importanza rivestono le competenze disponibili all’interno delle aziende (20%), a dimostrazione di quanto formazione e Data Literacy siano ancora oggi un aspetto essenziale per una trasformazione di successo.


Andrea Zinno, Data Evangelist di Denodo

L’Intelligenza Artificiale, che nella precedente edizione dell’indagine non era quasi contemplata, oggi si distingue per essere al primo posto tra i fattori che contribuiscono alla trasformazione (il 25% delle aziende intende sfruttarla nell’ambito del proprio percorso di trasformazione). Non solo: se si considera che un ulteriore 10% dei rispondenti farà ricorso al Machine Learning, si nota come le diverse branche dell’AI si stiano ormai affermando come gli abilitatori chiave dei nuovi paradigmi di gestione dei dati.

Nell’era della Data Driven Transformation, il patrimonio informativo rappresenta l’asset più prezioso e strategico di un’azienda, tuttavia l’enorme quantità di dati, la loro eterogeneità e la velocità con cui sono prodotti rischiano, in mancanza di una gestione efficace, di farne perdere il valore di business. Se la necessità di una trasformazione è ormai qualcosa che la maggior parte delle aziende ha metabolizzato, il percorso è complesso e quindi non scevro di difficoltà. Le mutate esigenze hanno portato a una nuova visione sui dati e a un nuovo modo di gestirli, orientato a chi li consuma anziché a chi li gestisce: questo cambiamento mette i reparti IT e di business di fronte a nuove sfide, soprattutto perché i metodi tradizionali per esporre le informazioni cominciano a soffrire di lentezza e complessità. Ecco perché l’IT gioca ancora un ruolo primario nella gestione dei dati e nella loro messa a disposizione, aprendo la strada a cambiamenti tecnologici, culturali e organizzativi strettamente interconnessi”. commenta Andrea Zinno, Data Evangelist di Denodo.

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