Gartner affossa l'entusiasmo collegato all'Agentic AI: anche per i "nuovi" agenti buona parte dei progetti è destinata a fallire
Gli analisti di Gartner non sono mai stati tanto teneri nel giudicare l'hype collegato alle applicazioni aziendali basate sull'AI generativa. Non ne negano il valore in sé, semplicemente ritengono che chi propone soluzioni di GenAI stia presentandole come molto più utili ed efficaci di quanto in effetti non siano. Lo stesso approccio tocca ora alla nuova versione dell'hype da AI: quello per l'Agentic AI. Secondo Gartner, oltre il 40% dei progetti di Agentic AI in corso sarà cancellato entro la fine del 2027, a causa dell'aumento dei costi, del fatto che il loro valore resta poco chiaro, dell'inadeguatezza dei controlli sui rischi che questi progetti comportano.
La maggior parte dei progetti di Agentic AI portati avanti in questo momento - spiega Gartner - sono esperimenti in fase iniziale o Proof of Concept, oltretutto "perlopiù guidati dall'hype e spesso applicati in modo errato”. Una constatazione che riguarda in buona parte tutta l'AI di nuova generazione, dato che le elevate percentuali di aziende che secondo i vendor tecnologici già usano la GenAI appaiono quantomeno ottimistiche. A meno che, appunto, non si consideri come effettivo utilizzo anche un progetto pilota o l'uso di componenti di GenAI per applicazioni marginali.
Secondo Anushree Verma, Senior Director Analyst di Gartner, la dinamica attuale collegata alla Agentic AI "può impedire alle aziende di percepire i costi effettivi e la complessità dell'implementazione della Agentic AI su larga scala", il che di fatto impedisce poi a qualsiasi progetto di passare effettivamente in produzione. Le aziende dovrebbero quindi ignorare l'hype e prendere "decisioni attente e strategiche" su dove e come applicare questa tecnologia emergente.
Sembra una constatazione ovvia ma non lo è, perché Gartner accusa esplicitamente il mercato di portare avanti un vero e proprio “agentwashing”, ossia di presentare come tecnologie, funzioni e componenti di Agentic AI prodotti già esistenti che di "agentico" hanno poco o niente. Sotto accusa sono gli AI assistant di vecchio stampo, le componenti di automazione dei processi (RPA) e i chatbot. Gartner stima che tra le migliaia di (presunti) vendor di Agentic AI, solo circa 130 siano davvero ciò che affermano di essere.
Sempre secondo Verma, la maggior parte delle proposte attuali di Agentic AI non presenta un valore o un ritorno sull'investimento significativi, poiché "i modelli attuali non hanno la maturità e la capacità di raggiungere autonomamente obiettivi aziendali complessi o di seguire istruzioni complesse nel tempo”. E molti casi d'uso presentati come "agentici" oggi non richiedono in effetti tecnologie di Agentic AI.
Come per la GenAI prima della Agentic AI, Gartner fa previsioni comunque di crescita, ma certamente più conservative di quelle che si sentono spesso fare dai vendor. Gartner prevede infatti che entro il 2028 almeno il 15% delle decisioni lavorative quotidiane sarà preso autonomamente attraverso l'Agentic AI, mentre il 33% delle applicazioni software aziendali includerà funzioni di Agentic AI entro il 2028, rispetto a meno dell'1% nel 2024.
Il consiglio di Gartner è quello di applicare la Agentic AI rivedendo da zero i singoli workflow aziendali. Implementarla all'interno di processi già esistenti e integrarla con altri sistemi, magari legacy, presenta infatti troppe complessità e di conseguenza costi troppo elevati. Serve poi una visione trasversale a tutta l'azienda, in cui la Agentic AI sia considerata come uno strumento generico per la produttività aziendale e applicata solo là dove mostra un ROI evidente.