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Ufficialmente al via il Polo Strategico Nazionale

Il Polo Strategico Nazionale è finalmente pronto a ospitare in cloud i servizi della PA italiana, che potrà avviare i progetti di "cloudification" tra poche settimane

Trasformazione Digitale

Le ultime settimane del 2022 sono, per il PNRR, di fatto una corsa se non proprio contro il tempo (l'espressione forse sarebbe sin troppo drammatica) quantomeno contro scadenze che qualche mese fa sembravano potersi rispettare senza grossi problemi. E invece, complice anche il mese perso per il cambio di Governo, molte "milestone" del lato digitale del PNRR saranno rispettate con qualche affanno.

Il DiTD - Dipartimento per la trasformazione digitale - ora mette nel carniere il lancio ufficiale del Polo Strategico Nazionale, il cuore cloud della nuova PA per come è stato delineato nella Strategia Cloud Italia. Il Dipartimento infatti ha formalizzato il debutto del PSN attraverso la Convenzione per l’affidamento stipulata con la società Polo Strategico Nazionale SpA, partecipata da TIM, Leonardo, CDP Equity e Sogei.

Il PSN si basa su quattro data center: Acilia e Pomezia nel Lazio, Rozzano e Santo Stefano Ticino in Lombardia. Appoggiarsi su quattro "gambe" infrastrutturali serve a garantire adeguati livelli di continuità operativa oltre che di tolleranza ai guasti, spiega Il DiTD. E questa distribuzione territoriale era uno dei requisiti chiave del progetto iniziale del Polo.

"Abbiamo creato un’infrastruttura in cloud tecnologicamente innovativa, che garantisce la massima sicurezza, efficienza e indipendenza nella gestione di dati e applicazioni della Pubblica Amministrazione italiana. E, a partire da oggi, siamo pronti ad ospitare i dati e i servizi critici e strategici delle amministrazioni interessate, fornendo supporto nell’avvio del percorso di migrazione", spiega Emanuele Iannetti, nominato Amministratore Delegato di Polo Strategico Nazionale.

Già, perché l'ufficializzazione del PSN permette di affermare che le scadenze del PNRR sono state rispettate, ma per adesso sotto l'albero c'è una scatola digitale sostanzialmente vuota. Ecco anche perché Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, ha commentato che "Occorrerà ora saper interloquire al meglio con tutte le amministrazioni che potranno salire a bordo, cercando anche una valorizzazione delle competenze territoriali del settore".

Fatto il PSN, in sostanza, adesso ci sono da fare le "nuove" PA digitali. Concretamente, perché formalmente il percorso di avvicinamento al salto al cloud delle prime realtà interessate (oltre 280 tra PA centrali e strutture sanitarie) sinora è stato portato avanti senza intoppi. I fondi sono stati stanziati - si parla di quasi un miliardo di euro, grazie al PNRR - e la piattaforma PA digitale 2026 è pronta a ricevere le candidature.

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