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Cradlepoint: le vere potenzialità del 5G

Perché il 5G mantenga tutte le sue promesse servono tecnologie in grado di far esprimere appieno la sua elasticità. Per questo Cradlepoint parla di "cellular intelligence".

Tecnologie

Del 5G si è parlato certamente molto. Ma per le imprese italiane non è immediato capire se le premesse del 5G si siano davvero concretizzate, almeno per gli scenari d'uso tipicamente aziendali. Secondo Cradlepoint, che è nata nel 2006, con da subito una precisa focalizzazione sul mondo Wireless WAN, il metaforico bicchiere del 5G è ben più che mezzo pieno. "Abbiamo - spiega tra l'altro Lorenzo Ruggiero, Area Director South Europe di Cradlepoint e responsabile del business in Italia - oltre due milioni di router installati nel mondo, per oltre 28 mila clienti attivi e collaborazioni con i principali Service Provider".

Tra queste esperienze Cradlepoint annovera anche numerosi "use case" 5G concreti, e non solo sperimentali, basati su una combinazione di prodotti e servizi pensati in modo specifico per il mondo enterprise. Un caso è quello dell'australiana Taylor Construction, che da due anni impiega il 5G per supportare l'uso della Augmented Reality nei cantieri edili, sfruttando un servizio 5G che il carrier Telstra aveva già avviato collaborando proprio con Cradlepoint. Sono applicazioni come queste, sostiene in sostanza Cradlepoint, che danno un'idea delle vere potenzialità del 5G.

"Nell'approcciare il 5G - spiega infatti Ruggiero - bisogna tenere presente che oggi esiste uno stretto legame tra digitalizzazione e connettività: è questa che dà vita ai nuovi servizi delle aziende. Realizza la Digital Transformation, non la supporta semplicemente. Ciò favorisce una transizione generalizzata dal cablato al wireless, che vince per la sua flessibilità. Ma cambia anche il modo in cui si gestiscono le reti: le connessioni WWAN devono essere assolutamente affidabili, sicure e flessibili".

Il punto di svolta che il 5G porta nell'approccio al wireless aziendale è che, a differenza di quanto è accaduto per il 4G LTE di recente e al 3G prima ancora, oggi il "senza fili" non è un complemento della connettività via cavo: ne è sempre più il superamento. Perché la rigidità del cablato non è più compensata da un guadagno di banda e diventa un freno all'innovazione.

"Spesso la copertura in fibra è concentrata soltanto nei centri densamente popolati - sottolinea Ruggiero - e i tempi di allaccio possono essere relativamente lunghi. Ci sono poi scenari d'uso, come la mobilità o l'IoT, in cui la rete cablata non è adatta proprio per definizione". Da qui l'appeal crescente del Wireless WAN e ora del 5G: "Nelle imprese i CIO si aspettano una sorta di 'qui e ora' per la digitalizzazione e in particolare per la connettività. Ed è questo che apre la strada al 5G", conclude Ruggiero.

Se il concetto chiave è quello della "day one connectivity" ad alte prestazioni, il caso Pandora rende bene l'idea, con nuovi punti vendita connessi immediatamente via rete cellulare usando le soluzioni di Cradlepoint. Se serve, i punti vendita possono essere connessi anche a una rete tradizionale. Ma non è detto che serva davvero: "Alcuni nostri clienti inizialmente consideravano le connessioni 5G solo come delle linee di backup. Tuttavia, dopo aver sperimentato prestazioni prossime ad 1Gbps hanno deciso di usarle anche come linee principali", commenta Ruggiero.

Dietro tutto questo devono esserci però tecnologie evolute per la gestione delle Wireless WAN 5G. La flessibilità del 5G, infatti, è legata alla sua concezione software-defined. Che a sua volta richiede piattaforme di gestione adeguate e intelligenza nei router di connessione. Non a caso Cradlepoint parla di "cellular intelligence": "Le reti Wireless WAN sono molto più articolate delle reti cablate - spiega Ruggiero - e servono più intelligenza e più funzioni per gestirle e ottimizzarne le performance. Intelligenza che per Cradlepoint è nei router stessi e nella piattaforma di gestione NetCloud".

Cosa fa NetCloud

NetCloud permette in particolare di avere un unico punto centrale di visibilità e gestione da cui monitorare e controllare tutta una infrastruttura distribuita WWAN. Questa gestione trasversale si traduce ad esempio nella possibilità di avere connessioni stabili e adeguate anche quando la copertura del segnale è debole, di ottimizzare le caratteristiche della rete in base alle performance delle applicazioni, di capire quali flussi dati stanno scorrendo sulla rete e quali vadano eventualmente privilegiati in funzione delle necessità aziendali.

Sono i classici vantaggi del software-defined, che però non sarebbero possibili senza una piattaforma capace sia di essere particolarmente trasversale, sia di integrarsi con altre componenti esterne. "Da questo punto di vista far parte di Ericsson è un vantaggio: offre sinergie che ci consentono di operare a più livelli e presentarci con un know-how ed un’offerta end-to-end ai Service Provider e al mondo enterprise", sottolinea Ruggiero. Come testimoniano ad esempio le integrazioni recenti con le soluzioni Juniper Networks ed Extreme Networks, o con la piattaforma IoT Accelerator di Ericsson stessa.

Una proposizione che sta convincendo sia il canale - Cradlepoint ha un modello di go-to-market completamente indiretto - sia le aziende. "I principali system integrator e gli operatori sanno che il mercato delle soluzioni WAN non sarà più lo stesso: le tecnologie SD-WAN, SASE e 5G stanno cambiando lo status quo. I partner scelgono Cradlepoint proprio per essere pronti per questa evoluzione, per i nuovi mercati che si stanno aprendo", spiega Ruggiero.

Le aziende utenti si convincono invece con le prestazioni: "Molte hanno avuto esperienze non ottimali con le precedenti tecnologie Wireless WAN - racconta Ruggiero - e noi, proprio perché siamo completamente focalizzati su questo mondo, sappiamo come gestire anche i casi più complessi. Per ciascuno abbiamo un piano d'azione preciso e gli apparati adatti. E saper dare la risposta giusta alle esperienze negative pregresse oggi fa la differenza"

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