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La cybersecurity in Italia: parlano i Chief Information Security Officer

Cisco ha intervistato 3.600 professionisti della sicurezza per fotografare lo scenario della sicurezza IT nel 2018

Sicurezza
Sono 3.600 i professionisti della sicurezza, ovvero i CISO, Chief Information Security Officer, e i manager delle operazioni di sicurezza (SecOps), appartenenti ad aziende di varie dimensioni di 26 Paesi, Italia compresa, a essere stati interpellati da Cisco per valutare lo stato della sicurezza IT oggi.  

Ne è stata ricavata una mappa accurata delle risorse e delle procedure di sicurezza di cui le aziende dispongono, e che Cisco ha raccolto nel Cisco Security Capabilities Benchmark Study, integrando una serie di consigli e contromisure atti a rafforzare le strategie di sicurezza delle aziende.  Perché oggi la prima domanda da farsi non è più se un’azienda sarà colpita, ma se i responsabili della sicurezza saranno preparati quando i criminali informatici sferreranno i loro attacchi. Da non sottovalutare è anche quanto rapidamente si riuscirà a effettuare il ripristino: ciò dipenderà in gran parte dalle azioni che i responsabili della sicurezza avranno adottato per rafforzare le misure di sicurezza messe in campo. 

Ma quali sono le principali preoccupazioni dei responsabili della sicurezza? In primo luogo, gli attacchi subiti, visto che in Italia il 92 per cento delle aziende intervistate ha ammesso di aver subito un attacco informatico lo scorso anno. Subito dopo viene la carenza di talenti: per il 24 per cento delle aziende italiane, la mancanza di personale specializzato è uno dei maggiori ostacoli alla sicurezza.

Si parla poi di frammentazione e complessità nel gestire la sicurezza: il 12 per cento delle aziende in Italia gestisce più di 21 fornitori. Ma la buona notizia è che si tratta della percentuale più bassa in Europa. Le aziende italiane, infatti, preferiscono gestire meno fornitori, ridurre i loro costi operativi e massimizzare le loro limitate risorse di sicurezza. Un approccio integrato è spesso meno complesso da gestire. 

Tra gli altri aspetti che creano preoccupazioni, vi sono i danni economici, con il 62 per cento degli attacchi che hanno causato danni superiori agli 80mila euro, e le interruzioni IT derivanti dagli attacchi. A quest’ultimo riguardo, il 50 per cento delle aziende in Italia ha dovuto gestire un'interruzione di oltre 5 ore nell'ultimo anno a causa di una violazione.  

Infine, la ricerca Cisco ha anche dato uno sguardo al futuro, ovvero alle nuove tecnologie che possono aiutare la sicurezza: le aziende italiane stanno scoprendo alcune nuove tecnologie che possono aiutare a ridurre lo sforzo necessario per proteggere le loro infrastrutture e stanno iniziando a sfruttarle per ridurre i costi e aumentare l'efficienza dei loro dipartimenti IT. In particolare, l'82 per cento fa affidamento sull'automazione, il 76 sull'apprendimento automatico e il 70 sull'intelligenza artificiale
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