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Citrix e la virtualizzazione del desktop: la sfida è aperta

Aldo Rimondo, country manager di Citrix Italia, spiega a ImpresaCity le principali tendenze in atto nel mercato della virtualizzazione e la posizione di Citrix in quest'ambito, forte di una storia di virtualizzazione dei desktop, la nuova onda verso cui si muovono fornitori e clienti.

Tecnologie
Aldo Rimondo, è un country manager che ama essere sul "campo", o sul field, all'inglese; per questo motivo, quella che esce da una chiacchierata con lui è proprio una visione che coniuga i messaggi aziendali con i fenomeni che stanno accadendo sul mercato. E' una visione positiva, di ottimismo nei confronti di un segmento di mercato, quello della virtualizzazione, che dopo la prima ondata fortemente focalizzata sulla virtualizzazione delle macchine server, tutt'ora in atto, sta ora orientandosi verso la componente desktop, dove Citrix pensa di poter giocare un ruolo di primo piano, data la presenza storica in quest'area con la componente di Application Delivery e la stretta relazione con Microsoft.
La recente entrata in scena in quest'ambito di alcuni competitor, Vmware in primis, non preoccupa l'azienda che Rimondo guida, anzi, come dice il country manager, apre nuove opportunità di mercato. 

[tit:Virtualizzazione e dintorni]

Dire virtualizzazione oggi cosa significa?
Oggi il concetto di virtualizzazione è diventato un po' troppo abusato, tutti ne parlano. C'è ancora però molta confusione. I citrix-e-la-virtualizzazione-del-desktop-la-sfida--1.jpgfornitori  hanno capito che è un business interessante e gli utenti che consente di ottimizzare i costi. 
La maggior parte delle aziende nel corso del 2009 ha avuto come principale driver l'ottimizzazione e la riduzione dei costi. Fatto 100 un budget quanto di questo viene speso per gestire l'esistente e quanto viene utilizzato per creare innovazione? Ancora oggi circa il 70-80% è concentrato sulla gestione dell'esistente. Oggi, quindi, i gestori delle infrastrutture informatiche sono in primo luogo impegnati a gestire il budget a disposizione e poi a capire le tecnologie che consentono di ottenere questi obiettivi. In questo scenario la virtualizzazione deve essere vista più che una tecnologia come una filosofia, un nuovo  modo di gestire l'informatica.
Parlare di virtualizzazione per Citrix significa cambiare la filosofia di approccio alla gestione dell'infrastruttura. E' il messaggio che sottende i nuovi annunci che Citrix ha fatto lo scorso ottobre. XenDesktop 4, non è un nuovo pezzo di hardware, una nuova versione di una tecnologia: è un nuovo modo di concepire l'IT.

In questa visione è importante quindi valutare gli aspetti correlati al business?
I temi in gioco sono quelli relativi al risparmio di costi, a una gestione migliore dell'infrastruttura, alla flessibilità, al fatto di garantire Service Level Agreement e poi puntare all'innovazione.
Oggi nella psicologia dell'IT manager  si riscontra la tensione verso gli obiettivi che l'azienda gli dà, al fine di far funzionare le infrastrutture esistenti ma anche inventarne di nuove. E quest'ultimo è un problema che riguarda anche le nuove generazioni "digitali" che entrano in azienda.
Non è solo una questione di pressione per raggiungere gli obiettivi ma anche una questione personale di orientarsi verso concetti nuovi, di non correre dietro i problemi; una frustrazione che non viene esternata al top management.
Occore quindi un nuovo approccio alla gestione dell'infrastruttura che consenta di agire in modo non solo reattivo, ma consenta di potersi concentrare anche sui possibili sviluppi futuri. 

E passando dallo scenario di mercato  alle tecnologie. Quali le novità su questo fronte?
Fino a poco tempo fa virtualizzazione significava principalmente consolidare i server. E' questo un processo che ha vissuto e sta ancora vivendo un periodo d'oro, che ha dato una fortissima visibilità alla  virtualizzazione, con l'unico limite di averlo relegato all'ambito server. E' un fenomeno inarrestabile perché molto semplice e comprensibile; ridurre le macchine da 100 a 10 porta con sè benefici evidenti: minor spazio occupato, riduzione del consumo energetico, una gestione semplificata, maggiore flessibilità operativa e altro ancora.  E' un concetto semplice che si è declinato in tecnologie molto efficaci, che funzionano. Non è una cosa così banale e scontata. Nel passato si sono affacciate al mercato IT tecnologie o presunte tali, che sulla carta sembravano molto innovative ma che all'atto pratico creavano enormi problemi. Un esempio la standardizzazione nell'ambito delle reti. La virtualizzazione invece è stato un enorme successo per la comunità informatica.
In un'organizzazione i server però sono solo un elemento dei tanti che compongono l'infrastruttura. Vi è poi tutto il parco installato che è molto più complicato, difficile da governare, perché è molto più diffuso. Ed ecco entrare in scena la fase della virtualizzazione del desktop. 

[tit:La fase  della virtualizzazione del desktop]

Virtualizzare il desktop non è però un'operazione così  semplice come accade per il server...
Proprio così. Pensare di applicare il modello utilizzato per la virtualizzazione dei server e traslarlo in ambito desktop in modo semplice non è corretto, perché si dimentica il fatto che dietro ad ogni pc, alla periferica di accesso e alle applicazioni, in realtà vi è un utente, un essere umano. Il server è un qualcosa chiuso in in un ambito che non si vede. Se si effettuano operazioni su di essi, li si consolida, riduce, aumenta, cambia, gli utenti non non se ne accorgono, è un'operazione trasparente. Se si cambia un pc, se le prestazioni risultano differenti, se non funziona la chiavetta usb, lo si percepisce immediamente.
Detto ciò, tutte le grandi aziende stanno entrando in una fase nuova che riguarda l'analisi dell'infrastruttura del desktop. Desktop che è diventato un'entità virtuale per definizione: può essere l'Iphone, il thin client, il netbook, qualsiasi tipo di device...Il tema fondamentale consiste nel cercare di capire come gestire questo scenario. E in benefici che ne risultano sono ancora più ampi ed evidenti rispetto al consolidamento dei server.
Si torna al concetto che Citrix ha sempre sposato: l'intera infrastruttura informatica ha senso di esistere nel momento in cui esistono due componenti: l'applicazione e l'utente, tutto il resto è asservito a essi. 

E qui c'è tutto un mondo intorno...
Applicazione e utente, il punto cruciale dell'infrastruttura informatica; agire in questo ambito vuol dire avere avere enormi vantaggi. Basti pensare al processo di gestione di un pc quando, per esempio, arriva un nuovo dipendente: occorre ordinare la macchina, installarla, metterla in sicurezza, consegnarla, fare training all'utente, manuterla, sistemarla in caso di guasti e, una volta finito il ciclo di vita,  preoccuparsi del suo smaltimento. Si pensi  tutto ciò moltiplicato per n dipendenti... E' un processo che ha una serie di costi estremamente elevati. Costi che un'azienda deve avere molto chiari quando affronta il tema della revisione dell'infrastruttura.
Se si affronta il tema dicendo: "Quanto mi costa virtualizzare un nuovo pc?", si parte già con il piede sbagliato; allora conviene acquistare il pc come entità fisica. Nella virtualizzazione occorre invece capire sin dall'inizio i costi legati al processo di  revisione dell'infrastruttura. 

[tit:La posizione di Citrix]

Come si inserisce Citrix in questo nuovo modello?
Fino a qualche tempo fa Citrix sviluppava quattro aspetti nell'ambito della virtualizzazione: la virtualizzazione del server (tecnologie per il consolidamento di queste macchine); l'Application Delivery, con una tecnologia storica di virtualizzazione della presentazione dell'applicazione, che centralizza la capacità elaborativa, lasciando a livello periferico un device di presentione dell'applicazione; la virtualizzazione del desktop; le appliance hardware dedicate al networking, come visione complementare alla virtualizzazione, per soddisfare obiettivi di ottimizzazione, chaching, sicurezza, ..., che vanno ad esaltare il concetto di remotizzazione.  

Cosa è cambiato con gli annunci di dello scorso ottobre  e quali gli elementi differenzianti rispetto ai competitor?
Fino all'ottobre scorso Citrix era quindi impegnata con un messaggio di virtualizzazione end-to-end, coprendo i quattro temi precedenti. Gli annunci di ottobre hanno segnato un punto di svolta, nel senso che la società ha deciso di concentrarsi principalmente sulla virtualizzazione desktop o meglio sulla revisione dell'infrastruttura a livello di punto di accesso. Gli altri temi non vengono assolutamente abbandonati, ma sono asserviti a questo concetto fondamentale di virtualizzazione del desktop.
E' questa la direzione verso cui sta andando il mercato; lo dicono gli analisti, lo stanno facendo le organizzazioni e, vista la nostra stretta relazione con Microsoft e l'arrivo di Windows 7, il processo si è fortemente accelerato.
In teermini tecnici il discorso è semplice: virtualizzare il desktop vuol dire disaccoppiare il punto di accesso rispetto al'hardware, che significa consentire, per esempio, di riutilizzare l'hardware già esistente, utilizzare i thin client, fare qualunque tipo di scelta parziale o totale dell'installato avendo citrix-e-la-virtualizzazione-del-desktop-la-sfida--2.jpgdisaccoppiato le componenti. Per esempio dato a un utente un thin client si può in pochissimo tempo pubblicare Windows 7 senza doverglielo riinstallare.
Virtualizzare ha però un costo e la prima cosa che va fatta quando si affronta un discorso di virtualizzazione è un'analisi del profilo degli utenti. E questo Citrix lo sa fare molto bene. Occorre fare un'analisi, una mappatura del profilo dell'utente, dalla posizione più semplice a quella più evoluta, cercando di capire qual è il profilo degli utenti sparsi all'interno azienda. E le tecnologie da applicare sono diverse a seconda di ciò che si vuole fornire all'utente. Se l'utente ha proprio bisogno dell'intero pc con tutte le sue applicazioni installate allora è giusto parlare di virtualizzazione del desktop ma se l'utente è blindato dentro un'applicazione, come per esempio un utente di call center, un operatore di una biglietteria o di un ospedae allora virtualizzazione del desktop non serve, è sufficiente l'application delivery che è una tecnologia standard e potente. 

Quali le principali novità introdotte?
L'annuncio di Citrix riguarda la fornitura un'unica licenza che contiene al suo interno tutte le tecnologie da applicare a livello dei diversi profili. E' questa la grossa rivoluzione, a differenza di chi dice che si può virtualizzare il desktop allo stesso modo di come si è virtualizzato il server.
XenDesktop 4 è una soluzione per la virtualizzazione del desktop in grado di fornire agli utilizzatori applicazioni e desktop Windows on demand; comprende le tecnologie per il delivery del desktop e delle applicazioni su diversi profili. Consente, inoltre, di pubblicare le applicazioni grazie a XenApp, in esso incluso.
Oltre alla profilazione Citrix si differenzia dai principali competitor per il protocollo di comunicazione e l'esperienza utente. Senza dimenticare che la tecnologia Citrix è completamente "aperta"; significa che non richiede che  dall'altra  parte ci sia una macchina Citrix, una nostra macchina dal lato server.  

Può spiegarmi meglio queste due principali caratteristiche distintive?
Il protocollo citato è il famoso Ica, un elemento essenziale, che rimane imbattibile. Finché si parla di struttura a livello di rete locale anche l'Rdp o altri protocolli possono avere prestazioni paragonabili, quando si tratta di situazioni decentralizzate, remote, oggi più che mai di forte diffusione, il protocollo di comunicazione diventa l'elemento che fa la differenza. In termini di esperienza utente nel nuovo prodotto lanciato lo scorso ottobre sono presenti una serie di tecnologie e accorgimenti che hanno l'obiettivo di mantenere l'esperienza utente uguale, se non migliore, rispetto a quella ottenuta con un Pc fisico. Basti pensare che la Nasa, in particolare  la Stazione Spaziale Internazionale, il 3 dicembre scorso ha fatto una sessione video di training sul nuovo CSL (Crew Support LAN), un virtual network che fornirà all'equipaggio della stazione accesso sicuro e affidabile a Internet. Ciò è avvenuto collegandosi a una sessione desktop su un server remoto (Citrix server) a terra, sul quale giravano desktop virtuali: l'equipaggio ha visto solo un'immagine del desktop remoto per poter navigare in Internet (anche audio e video). 
Per Citrix è ovviamente una conferma "definitiva" della sua capacità di assicurare accesso ai desktop e alle applicazioni da qualsiasi dispositivo, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo (any device, anytime, anywhere). Per collegamenti  nel mondo (e nello spazio) la tecnologia Hdx assicura un'esperienza utente in alta definizione su qualunque tipo di rete, con contenuti multimediali, grafica tridimensionale e un consumo di bandwidth inferiore del 90% rispetto ai concorrenti.
La tecnologia Citrix mantiene la promessa di dare un'esperienza utente quasi a livello di rete locale indipendendentemente dalla metodologia di connessione utilizzata. 

[tit:Il fronte competitivo e il canale]

Come vedete l'orientamento dei vendor di tecnologie di virtualizzazione verso l'area desktop?
Il fatto che vendor come Vmware si siano fortemente focalizzati in quest'area ci apre ulteriormente il mercato della virtualizzazione del desktop, dove ad oggi la quota di mercato di Citrix è maggiore ed è l'unica azienda ad avere una tecnologia completa. Citrix ha una presenza forte nell'ambito della virtualizzazione del desktop, che include ovviamente la parte storica di application delivery. Citrix arriva proprio dal desktop, la sua esperienza parte da lì.
L'annuncio fatto ad ottobre non è difensivo; l'obiettivo di Citrix è quello di far sempre di più percepire e capire il valore della tecnologia che mette in campo, andando nelle organizzazione dove Citrix  è utilizzato in modo marginale e coprire tutte le esigenze legate alla virtualizzazione del desktop grazie alla nuova tecnologia. Ed esplorare nuove aree.
E' questo un mercato in cui la competizione non fa che accelerarne la crescita. E il confronto lo si vede sul campo; e quello sul piano tecnologico ci vede spesso vincenti. La tecnologia XenApp di presentazione gli altri competitor non ce l'hanno come esperienza.
E Citrix in quest'ambito può contare sulla partnership che ha ha in essere con Microsoft su una proposta integrata. Microsoft in ambito di virtualizzazione server si riferisce principalmente alla piattaforma HyperV, mentre per la virtualizzazione del desktop fa riferimento a Citrix, con cui è integrata. Stiamo lavorando a una serie di progetti in sinergia.

Come mi muovete sul mercato per spingere questi nuovi messaggi? Che ruolo gioca il canale in questo disegno?
In Italia come in altre country operiamo in due direzioni: attraversi il "direct touch" e servendoci del canale distributivo.
Nel primo caso si tratta di azioni dirette che vedono Citrix operare come promotore di tecnologia. Queste sono tematiche complesse che richiedono un intervento da parte del vendor diretto; non si tratta vendere pezzi di hardware, è una vendita di tipo progettuale/consulenziale. Per questo la nostra presenza e vicinanza sui clienti è fondamentale, e, soprattutto, è quello che ci viene richiesto. I clienti chiedono il nostro intervento sia in termini di analisi tecnologica sia di business case. Citrix funge un po' da "evangelista" con un approccio più progettuale e consulenziale e su questo aspetto lavora poi sui partner  per sviluppre e far crescere le loro comptenze. Sono asset e competenze importanti nel momento in cui sa va a sviluppare i progetti infrastrutturali.
Allo stesso tempo Citrix sta portando avanti una grandissima azione sul canale, che sta evolvendo molto. Sempre più diverse tipologie di operatori del canale, infatti, si stanno interessando a queste tecnologie, tra cui: system integrator, Oem, var.
L'obiettivo di Citrix è quello di sviluppare sempre più i partner storici che sono eccellenti dal punto di vista tecnologico, e dall'altra parte far crescere altri partner, come per esempio i system integrator, strutture che in genere operano in importanti progetti che coinvolgono la virtualizzazione. E' questa un'opportunità per entrambi: da una parte vi sono i system integrator che vogliono crescere e specializzarsi di più in quest'area spinti dai clienti e da parte nostra vi è la  necessità di utilizzarli sempre di più in progetti di valore. 

[tit:Il mercato]

Su quali tipologie di aziende e settori merceologici vi muovete?
Citrix sta lavorando molto nell'ambito delle grandi organizzazioni, in quanto tutte stanno affrontando citrix-e-la-virtualizzazione-del-desktop-la-sfida--3.jpgquesta tematica, spinte anche da processi di acquisizioni, fusioni, e tutta una serie di processi che le costringono a centralizzare le infrastrutture.
Paradossalmente la Pubblica Amminstrazione Centrale, nonostante le varie indicazioni del Governo, è  più indietro. Per contro il tema viene recepito di più dalla Pubblica Amministrazione Locale, dove c'è una maggiore indipendenza e capacità di utilizzare gli investimenti in modo più veloce ed efficace. Vi sono, infatti, numerose pubbliche amministrazioni locali che hanno cominciato a centralizzare e virtualizzare; un'area attenta e attiva è la Sanità.
Notiamo anche molto fermento nelle aziende di taglio medio, che hanno una complessità inferiore rispetto alle grandi aziende e quindi sono più flessibili nel percepire i vantaggi nell'ambito della gestione dei pc, in generale del punto di accesso delle applicazioni. Se poi si considerano gli aspetti di mobilità, filiali remote, sicurezza, la percezione da parte del management dei benefici cresce ulteriormente. E qui un importante contributo alla diffusione della tecnologia viene proprio da partner illuminati, capaci di trasferire i corretti messaggi e di offrire servizi professionali di alto livello.
In generale dallo scorso autunno osserviamo una serie di strutture interessate alla virtualizzazione del desktop, che stanno cercando di capire come realizzarla all'interno della loro organizzazione.  

I freni principali?
Ve ne sono ancora parecchi ma ampiamente superabili. Di recente ho tenuto una presentazione che ho intitolato "I miti da sfatare". Ne ho identificati alcuni che penso racchiudano un po' gli ostacoli che oggi ci si trova ad affrontare nell'ambito della virtualizzazione, tra cui:
- La virtualizzazione del desktop si valuta sulla base dei costi di investimento da affrontare. Non si può dire "comprare un nuovo pc costa meno che virtualizzarlo". I costi sono paragonabili, anzi forse si spende qualcosa in più con la virtualizzazione. Quindi occorre fare un'attenta fotografia nel momento in cui si deve pianificare l'investimento. Non ci si può fermare alla fattura di un investimento iniziale bisogna valutare tutto il processo, e nel lungo perioodo i benefici della virtualizzazione desktop risultano evidenti.
- Utilizzare una singola tecnologia e un unico approccio tecnologico per risolvere tutte le necessità e gli obiettivi. E' sbagliato pensare che la virtualizzazione dei desktop possa risolvere tutti i problemi, sia la panacea di tutti i mali.
- Per virtualizzare un desktop si può utilizzare semplicemente le metodologie di virtualizzazione dei server.
- La virtualizzazione del desktop introduce rischi nella sicurezza aziendale. Centralizzazione non significa meno sicurezza. C'è il timore che sorgano problemi di sciurezza dei dati una volta che questi sono centralizzati. In realtà è esattamente vero il contrario. I dati sono più sicuri centralmente che alla periferia, su un pc, un notebook, dove sono soggetti a possibili furti, danneggiamenti, perdite. - L'aspetto psicologico dell'utente. Sostituire il Pc con un altro dispositivo, per esempio il thin client, è un freno psicologico con risvolti quasi sindacali.
Tutti questi sono freni comunque deboli. Ciò che mi sento di dire ai manager It impegnati in un processo di revisione dell'infrastruttura IT e, in generale, delle organizzazioni è che per innovare nelle aziende ci vuole il coraggio di cambiare.
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