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Vmware con VmView 4.0 risolve il dilemma del desktop

Si tratta della soluzione di virtualizzazione desktop che permette di trasformare il desktop aziendale in un servizio erogato e gestito centralmente dall'IT. Ce ne parla Andrea Siviero, Product Marketing Manager Enterprise Desktop di Vmware Italia.

Tecnologie
Molte aziende puntano alla virtualizzazione del desktop perché offre semplicità e conformità. Fino ad oggi però la sua affermazione è stata ostacolata da costi elevati, difficoltà di utilizzo, scalabilità e limitazioni agli scenari di utilizzo. Vmware, con Vmware View 4.0, presentato lo scorso 19 novembre, pensa di avere la soluzione giusta per superare questi limiti.
Basato sulla piattaforma vSphere e sul nuovo protocollo PcOverIp, View 4.0 offre gestione semplificata, provisioning, flessibilità ed esperienza utente, Sla differenti, maggior sicurezza.
Andrea Siviero, Product Marketing Manager Enterprise Desktop di Vmware Italia, spiega la
soluzione e i fenomeni che stanno dietro ad essa a ImpresaCity.
vmware-con-vmview-4-0-risolve-il-dilemma-del-deskt-1.jpgQuali sono le esigenze che copre il prodotto VmView 4.0 lanciato lo scorso 19 novembre, introducendo il tema della virtualizzazione del desktop?
Vmware con VMView 4.0 abilita la virtualizzazione del desktop, rispondendo alla duplice esigenza di dare da una parte all'utente la libertà di lavorare senza dover essere bloccato nella scelta di applicazioni o dati personali, dall'altra alle aziende la sicurezza e la gestione centralizzata consentendo agli utenti di lavorare per fare business. Fino ad oggi una condizione escludeva l'altra:  vi era contrasto tra il concetto di personal computer rispetto a quello di business computer.
La virtualizzazione del desktop cerca di risolvere questo problema che viene definito comunemente "il dilemma del desktop". Come risolverlo? Facendo provisioning del profilo utente, che significa definire in maniera centralizzata chi è l'utente, quali sono i suoi requisiti dal punto di vista delle applicazioni che utilizza per lavorare e fare business, e, in funzione del profilo utente, rilasciare il desktop e le applicazioni adatte a quel profilo. Così operando l'utente potrà utilizzare il proprio dispositivo, sia esso pc, thin client, strumento mobile (smartphone ma anche device futuri) ovunque si trovi per connettersi al business computer. Significa che non si rimuove dall'utente il pc ma si vanno ad estendere le modalità con cui le aziende forniscono un servizio al desktop. Ecco perché la virtualizzazione desktop viene anche definita "desktop come servizio"; le aziende mettono a disposizione un desktop come servizio ai propri utenti per fare business, separando in maniera logica ciò che l'utente fa con il proprio computer.

[tit:Virtualizzare i desktop]

Quali i principali vantaggi della virtualizzazione del desktop?
I vantaggi che si ottengono sono enormi: aumenta la sicurezza, perché si possono implementare regole che permettono di lavorare al di fuori del pc, quindi senza dover limitare le azioni dell'utente, poiché la gestione riguarda il business computer fruito come servizio; si riducono i costi,  in quanto dal punto di vista operativo diminuiscono gli incidenti che normalmente gli utenti incontrano; le applicazioni sono gestite centralmente  e non si hanno conflitti con applicazioni personali che gli utenti installano sul pc; si hanno tempi più rapidi  e consistenti di ripristino e di aggiornamento grazie alla centralizzazione. Con la centralizzazione del desktop si aggiornano migliaia di desktop in maniera consistente tutti alla stessa versione e tutti esattamente in modo sincronizzato.

Una riduzione di costi in che ordine di grandezza?
Oltre agli Opex (Operating Expense, le spesa operative) vi sono benefici anche in termini di Capex (Capital Exenditure, le spese per capitale). Paragoniamo per esempio l'acquisto di un pc  a quello di un'infrastruttura desktop. Rispetto al passato i costi sono diminuti di molto. Oltre a una drastica riduzione del costo di acquisto dell'hardware e dello storage, per la legge di Moore e anche per il fatto che i nuovi server dispongono di più core e possono avere una densità maggiore, la piattaforma Vsphere ha delle performance in termini di scalabilità doppie rispetto alla piattaforma precedente. Densità maggiore e hardware meno caro si traducono in un costo capitale equiparabile a quello relativo a quello di acquisto di nuovi pc, con il vantaggio della centralizzazione.
Il Total Cost of Ownership, inoltre, porta a un risparmio totale di circa il 50% rispetto alla gestione tradizionale dei pc fisici.

Qual è oggi la percezione sul tema della virtualizzazione del desktop?
 
In generale il tema della virtualizzazione ormai è accettato dalle aziende, anche se il livello di adozione è ancora basso, nell'intorno del 6-7% (in specifico quella dei server). Per alcune aziende la virtualizzazione del desktop è un passo in più rispetto a quella server; per altre è un fatto noto, non tanto come virtualizzazione di per sé ma quanto come risoluzione del dilemma del desktop. La virtualizzazione del desktop è un diverso punto di vista per la risoluzione del problema, che offre vantaggi prima impensabili. Basti bensare che il concetto del Vdi (Virtual Desktop infrstructure) lo hanno inventato i clienti, non Vmware. In genere sono i vendor che impongono una tecnologia, nel caso del Vdi sono gli utenti che, utilizzando la virtualizzazione, hanno trovato un nuovo modo per risolvere il dilemma che già esisteva. Prima lo si affrontava magari dal terminal server con benefici limitati a pochi profili di utenti. Con il Vdi si riesce ad estendere questa profilatura dell'utente e quest'annuncio estende ancora di più il numero di casi di utente che possono utilizzarlo.

[tit:La nuova soluzione]

Quali le principali novità introdotte in VmView 4?
Le principali novità introdotte con la VmView v4 riguardano, in primis, la 'user experience'. Sono numerose le tipologie di utenti che fino ad ora hanno tratto benefici dall'utilizzo di Vmware View. Il prodotto però non soddisfaceva utenti che, per esempio, avevano la necessità di avere una grafica avanzata o performance video su Wan di un certo tipo. Con Vmware VshpereView 4 si è introdotta una nuova funzionalità, denominata PcOverIp, che permette agli utenti di migliorare notevolmente la user experience non solo su rete locale ma anche su rete geografica. Si tratta di un nuovo protocollo che va ad aggiungersi agli altri protocolli Vmware.
Il PcOverIp offre il maggior numero di casi utenti possibili: dal task worker -  l'utente tradizionale che accede a una pagina web per fare per esempio il Crm - fino all'utente professionale che fa Cad, per una copertura di svariati scenari.
Per far ciò Vmware ha sviluppato una soluzione completamente software in collaborazione con l'azienda canadese Teradici. Quest'ultima nel 2004 ha sviluppato un chip hardware che risponde a esigenze di  esigenze dal punto di vista della grafica, del Cad: trader, operatori finanziari, bancari, tutte figure cha hanno bisogno di postazioni per fare trading (molti monitor, tabelle pivot, …). Con Teradici Vmware ha sviluppato la versione software del chip, che ha permesso di estendere oltre agli utenti che necessitano dell'hardware anche agli utenti per i quali è sufficiente la versione software per rispondere alle esigenze del più ampio numero possibile di utenti. Gli utenti che utilizzano Internet, per esempio, beneficeranno dell'utilizzo del PcOverIp perché potranno vedere filmati fluidi e nitidi (per es. You Tube come se fosse su  un pc locale), così come gli istituiti finanziari o alcune organizzazioni che necessitano di fare grafica Cad o trading online.
In questo modo si supera il concetto di desktop virtuali - da qui anche il cambio del nome del prodotto da Vmware Desktop Infrastructure a Vmware View - per spingersi a quello di provisioning di utenti; che significa occuparsi non tanto di fornire desktop virtuali ma delle esigenze dell'utente e di associare in funzione dell'esigenza dell'utente un'infrastruttura che può essere un desktop virtuale, una workstation grafica per fare Cad o un pc fisico. Il vantaggio principale che ne deriva è quello di avere un unico punto di gestione, di monitoring e di auditing degli utenti.


[tit:Obiettivi aziendali]

Che sviluppi vi aspettate da questo annuncio?
Vmware ha circa 1 milione di posizioni desktop vendute nel mondo disposte su circa 7.000 clienti. L'annuncio di queste nuove funzionalità permetterà a molti clienti di estendere la virtualizzazione del desktop a a molti più utenti; le aziende che non l'avevano ancora adottata poiché vedevano nell'user experience un ostacolo, ora lo adotteranno molto più velocemente.

Cosa cambia a livello di pricing?
La novità dal punto di vista dei prezzi è che non cambia proprio nulla. E' stato mantenuto il pricing e in più sono sono stati aggiunti degli add on come il PcOverp e il supporto per Vsphere. Ora tutto è contenuto nella versione Enteprise Plus (superiore a quella precedente) con più feature di prima a parità di costo.

Quali i possibili scenari futuri?
Nel 2010 Vmware rilascerà la piattaforma di Client Virtualization Platform, detta Cvp, una piattaforma hardware (non più solo un pc su cui fare girare una macchina virtuale) su cui si pone un hypervisior (Vmware sta lavorando con Intel) per favorire il fatto che sempre più aziende comprino portatili per i loro dipendenti senza dover gestire il sistema operativo installato sul pc, ma semplicemente l'hypervisor. Così come adesso le aziende gestiscono l'hypervisor sul server allora gestiranno l'hypervisor sui portatili… questo fa sì che le aziende abbiano un'unica console centralizzata del loro hardware, che siano pc o server, creino un unico framework di management e gestiscono in maniera virtuale le immagini del server, dei desktop, che saranno eseguiti di volta in volta sulla piattaforma mobile o sulla piattaforma centralizzata hosted; le aziende si dovranno focalizzare sulla gestione del desktop e non più quella del ‘pezzo di ferro', perché questo sarà gestito dall'hypervisor.


Cosa significherà lavorare su un client virtualizzato?
Sarà un'esperienza identica a quella di un pc fisico. Non si porrà neanche il problema del protocollo. Nel caso della Client Virtualization Platform infatti, non ci sarà un protocollo di mezzo; la macchina virtuale girerà su un pc fisico con caratteristiche quali: grafica 3d, giochi avanzati, ... tutto in locale off line.

Perché gestire l'hypervisor e non il sistema operativo?
Gestire un hypervisor è un'operazione molto più semplice; è molto piccolo, non è un sistema operativo ‘full' pieno di informazioni. Fonisce informazioni semplici relative all'hardware, al funzionamento delle componenti principali, non va oltre. A differenza di un sistema operativo ‘general purpose' che comunque contiene una serie di servizi orientati anche agli utenti e genera più problemi di complessità e sicurezza.

[tit:Funzionalità di gestione e cloud computing]

Nei recenti annunci Vmware ha posto anche l'accento sull'importanza di prodotti e funzionalità di management. Può spiegare il motivo?
Il concetto su cui poggia la strategia di Vmware è quello di fornire una piattaforma in grado di ospitare i servizi che un'azienda offre. I servizi in questione devono essere  controllati, gestiti, misurati, per questo la parte di management diventa sempre più importante. Anche il desktop come servizio non è concepito come una piattaforma a sé stante, ma diventa una piattaforma che fornisce servizi di infrastruttura, applicativi, tenendo tutto sotto controllo in maniera centralizzata.
Ciò che conta in un disegno di controllo di questo tipo non è tanto capire quali sono le performance in termini di MHertz, networking o di spazio utilizzato, ma capire come il business vede le performance in termini di Service Level Agreement.
La piattaforma Vmware vCenter AppSpeed, per esempio, consente di controllare i servizi erogati (server, desktop, di posta,...)  e consente di capire in base a metriche specifiche se si è all'interno degli agreement fissati con gli utenti. Lo strumento vCenter Chargeback a sua volta consente di misurare le performance dal punto di vista economico, i costi legati al servizio, mentre vCenter CapacityIQ mette nelle condizioni  di prevedere a lungo termine quale potrà essere la scalabilità dell'architettura, e quindi fornire a priori scenari (what if) di crescita dell'architettura. Vcenter Lifecycle Manager infine permette di porre il tutto in un processo di provisioning automatizzato.Tutti concetti che sono traslabili a questo modello di virtualizzazione del desktop.

La virtualizzazione è il paradigma tecnologico alla base del cloud computing. Quali le novità in quest'ambito?
Il cloud computing sta andando nella direzione di dare ad ogni azienda una presa di corrente, lasciandosi alle spalle la complessità che sta dietro e utilizzando la corrente a consumo, per ciò che si utilizza. In quest'ambito una novità recente in che Vmware ha presentato è Vcloud Express; si tratta di una serie di aziende che hanno incominciato a utilizzare il Vcloud, a rilasciare pubblicamente un listino prezzi e a vendere macchine virtuali, in maniera al momento semplificata.
In futuro con Vcloud si avrà una piattaforma in cui diversi vendor aperti, indipendenti tra loro ma che usano la piattaforma comune Vsphere, potranno fornire agli utenti una piattaforma sulla quale gli utenti saranno in grado di fornire i propri server senza dover  pagare lo scotto di dover cambiare piattaforma. Per ottenere questo risultato è stato necessario avere uno standard comune tra diverse aziende. Vmware ha pubblicato questo standard dmtf, a cui stanno partecipando molti grandi player, tra cui Microsoft, Citrix,... tutti interessati ad avere uno standard comune.
Sempre nell'ambito del Cloud Computing  va citata SpringSource. Per dare alle aziende non solo una piattaforma ma anche un'infrastruttura come servizio per sviluppare nuove applicazioni future il passo fatto da Vmware è stato quello di acquisire lo scorso agosto SpringSource, con una piattaforma di sviluppo open, che al momento ha circa sei milioni di download, utilizzata da molte aziende del settore perché pur essendo open source offre un framework aperto, che permette alle aziende di sviluppare le applicazioni senza la necessità di dover cambiare piattaforma.

E' il passo per arrivare alla virtualizzazione delle applicazioni?
E' un po' il concetto che voleva sviluppare Java, che è partito dall'idea di poter sviluppare un'applicazione ed eseguirla ovunque ci fosse Java. SpringSource ha esteso questo concetto creando un framework ancora più indipendente dalla piattaforma; una volta definito il framework, Springsource permette alle aziende di sviluppare un'applicazione completamente indipendente dalla piattaforma stessa. Significa che le aziende che oggi hanno già un'applicazione in casa possono metterla nel cloud computing tramite la virtualizzazione tradizionale; le aziende che hanno già un'applicazione e stanno decidendo come sarà la prossima release della propria applicazione, e magari decidono anche di riscriverla, possono adottare SpringSource per scriverla perché permette di avere un'indipendenza totale dalla piattaforma e dal sistema operativo.
Il discorso legato alle applicazioni è quasi filosofico. Con SpringSource la nuova generazione di applicazioni consentirà di essere indipendenti dal sistema operativo. L'appplicazione scritta per funzionare sul cloud potrà girare su qualsiasi piattaforma, indipendentemente dall'ambiente operativo. Con SpringSource Vmware dà la possibilità di sviluppare e creare applicazioni aperte senza essere vincolati.

Quindi anche Vmware riconoscere il valore dell'open source?
Vmware lo ho sempre fatto, collaborando con questo mondo. La maggior parte dei nostri prodotti è sempre stato pubblicato sull'opensource. Per esempio Vmware ha spinto perché ci fosse nel kernel di Linux la paravirtualizzazione. Molti dei nostri tool sono opensource, il client Vmware View è open source. SpringSource è un tassello della nostra infrastruttura. Per fare business però  l'open source non basta, bisogna avere un approccio al mercato.
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