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CA Technologies, europei più ottimisti sulla protezione nella cloud

Da uno studio internazionale commissionato da CA, intitolato "Security for Cloud Computing Users", emerge che le aziende europee credono nelle proprie capacità di proteggere applicazioni e dati basati su cloud rispetto alle loro omologhe statunitensi.

Tecnologie
Aziende europee più fiduciose nelle propria capacità di proteggere dati e applicazioni basati su cloud rispetto alle organizzazioni statunitensi. E' ciò che risulta dalla ricerca  "Security for Cloud Computing Users",  commissionata da CA Technologies al  Ponemon Institute, società di analisi e ricerca con sede negli U.S.A lo scorso mese marzo su un panel di aziende (sono stati intervistati Cio, Cto, Cfo e Chief Information Security Officer e altri manager di alto livello) in otto Paesi europei  (Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera e Regno Unito).
Queste le principali evidenze della ricerca: il 57% degli europei intervistati, contro il 36% di quelli statunitensi,  ritiene che le loro organizzazioni si impegnino a ispezionare e/o valutare le risorse di cloud computing prima del deployment; il 44% dei soggetti europei e il 55% non è sicuro di conoscere tutte le applicazioni, piattaforme o i servizi infrastrutturali di cloud computing attualmente in uso, a testimonianza del fatto che le organizzazioni stanno trasferendo dati e applicazioni nelle cloud senza adottare misure necessarie a garantire la sicurezza delle informazioni.
Il confronto Europa-Stati Uniti gioca a favore di questi ultimi su diversi altri aspetti. Le organizzazioni statunitensi dimostrano di essere  più propense a implementare applicazioni business-critical, piattaforme IT e servizi per l'infrastruttura IT "in the cloud": il 22% delle applicazioni business-critical utilizza risorse SaaS (Software-as-a-Service), contro il 16% dei loro colleghi europei;. Il 14% delle applicazioni business-critical statunitensi risiede in modelli Infrastructure-as-a-Service, rispetto all'11% registrato in Europa;il 13% delle applicazioni business-critical statunitensi si basa su modelli Platform-as-a-Service, contro il 9% di quelle europee.
I professionisti IT perdono smalto nella gestione della sicurezza nella cloud. Lo studio infatti evidenzia  che la ‘consumerizzazione dell'IT' sta estromettendo gli specialisti di security dal processo di valutazione e controllo della cloud, diffondendo una mancanza di fiducia fra i professionisti dell'IT. Gli intervistati ritengono che siano gli utenti finali o la direzione delle business unit (anziché la funzione addetta alla sicurezza informatica) a dover garantire la sicurezza (sia fisica sia logica) dell'ambiente di cloud computing.
Secondo gli europei  le figure preposte a garantire un ambiente di cloud computing sicuro sono: utenti finali (62%), direzione delle business unit (58%), Sistemi Informativi aziendali (35%) e sicurezza informatica (31%). Per gli omologhi statunitensi le funzioni ritenute responsabili sono nell'ordine: utenti finali (75%), direzione delle business unit (69%), sicurezza informatica (29%) e Sistemi Informativi aziendali (23%).
La gran parte di specialisti It europei e statunitensi concordano sul fatto che gli utenti finali e i responsabili delle business unit debbano assumere un ruolo proattivo nel garantire la sicurezza del cloud computing. Per contro, solo il 30% ritiene che la responsabilità primaria sia nelle mani della funzione aziendale addetta alla sicurezza.
E i motivi per cui in Europa si riccorre al cloud sono fondamentalmente quattro: minori costi (67%), maggiore efficienza (62%), tempi di deployment più rapidi (58%) e maggiore flessibilità e scelta (31%). Si discosta leggermente la classifica statunitense:minori costi (78%), tempi di deployment più rapidi (56%), maggiore efficienza (50%) e maggiore flessibilità e scelta (45%). Solo il 14% degli intervistati, sia europei che statunitensi, ritiene che il cloud computing contribuisca a migliorare la sicurezza.
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