Quale il possibile approccio all'outsourcing rispetto alle attuali modalità con cui i clienti definiscono i nuovi investimenti?
Ospitiamo l'intervento di Alfonso Correale, Managing Client Partner Italy di Verizon, sul tema dell'outsorcing
Le modalità con cui i clienti definiscono i contratti di outsourcing si sono profondamente modificate. I cosiddetti “mega-contratti” – afferma Alfonso Correale (Managing Client Partner Italy di Verizon)– appalti pluriennali e miliardari dati a un singolo fornitore – sono in declino.
IDC ha dichiarato che, nel 2014, il prezzo medio degli accordi globali è crollato e sono stati stipulati pochi contratti con valore superiore al miliardo di dollari, segno che l’ITO come lo conosciamo non è in grado di rispondere alle necessità delle aziende nell’era del digitale.
Il modello ITO nell’ultimo annoTornando indietro ai giorni dei “mega-contratti”, i responsabili degli acquisti attraversavano un processo di selezione spesso estenuante nello scegliere un unico partner – generalmente supportato da un numero di subappaltatori – in grado di fornire tutti i servizi. Questo modello è noto come
vendor-led. In questo caso, l’azienda acquirente parla al singolo partner che poi si rivolge ai vari subappaltatori. La comunicazione è frammentaria e la collaborazione scoraggiata.In seguito, i responsabili degli acquisti hanno aumentato il loro controllo diretto delle funzioni di outsourcing separando i fornitori, eliminando, in pratica, gli intermediari. Questo è il modello
vendor-driven. Pur offrendo una migliore comunicazione diretta agli appaltatori dell’ITO, questo modello è spesso più costoso, perché richiede più tempo per la gestione e può creare conflitti.
La strategia ideale di Oursourcing ITQual è, quindi, il modo migliore di procedere? Come supportare l’ITO e incoraggiare l'innovazione? Il modello
integrated-tower è l’approccio migliore. In breve, sono assegnati ai fornitori elementi funzionali specifici di business (tower) quali la rete (dati, voce, comunicazioni unificate, video, ecc.), le applicazioni (sviluppo e manutenzione), i prodotti (cloud, e-mail, stampa, mobili) e i servizi (desktop, data center, infrastrutture).In genere, a questi si sovrappongono servizi di integrazione e gestione (Service Integration and management - SIAM) offerti da un fornitore indipendente, ma questo 'intermediario' potrebbe creare inutili complessità e problemi di comunicazione all'interno dell'ecosistema. Quasi tutti i fornitori di servizi Tier 1 e i clienti utilizzano simili best practice di settore, come l’IT service management standard IT Infrastructure Library (ITIL), per allineare i servizi alle esigenze di business, rendendo la comunicazione diretta e semplice. In quest’ottica, è preferibile mantenere la funzionalità SIAM all’interno dell’azienda.Il principale vantaggio di un approccio
integrated-tower è quello di permettere alle aziende di sfruttare conoscenze specialistiche per rafforzare le capacità in-house. Un rapporto commerciale e di supporto diretto si sviluppa con ogni tower funzionale, e questi fornitori lavorano ad accordi congiunti a livello operativo, incoraggiando l'innovazione e la collaborazione nell'ecosistema.Quest’approccio determina un ambiente flessibile, agile e adattabile per abbracciare il potenziale delle tecnologie digitali e la forza di ogni singolo fornitore.
Il percorso per raggiungere migliori risultati aziendaliSarebbe poco realistico pensare che le organizzazioni che hanno già accordi di IT outsourcing in essere debbano ricominciare da zero. Tuttavia, rivalutando le reali esigenze e iniziando a costruire partnership veramente efficaci, queste organizzazioni potrebbero coinvolgere altri aspetti ITO in futuro per migliori risultati aziendali. Una cosa è chiara: la digital transformation è troppo vasta, complessa e urgente per qualsiasi organizzazione che voglia affrontarla da sola. La qualità delle relazioni instaurate sarà il fattore decisivo.
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